Una spesa 100% sostenibile è possibile. Ecco come farla

Andare al supermercato per fare laspesaè un meccanismo quasi quotidiano a cui spesso non diamo molta importanza. Caricare il carrello con i prodotti che mancano in casa e che molte volte risultano superflui è un gesto a cui badiamo poco, spinti dal consumismo e dal mercato. Fare unaspesa sostenibile,invece, risulta necessario per migliorare il proprio stile di vita e portare benefici all’ecosistema del Paese. Spesa sostenibile: cos’è e perché farla Fare unaspesa consapevole e sostenibilesignifica scegliere i prodotti giusti, di qualità, di cui si conosce la provenienza reale e che durante la produzione e la distribuzione non abbiamo recato danni a cose e persone, aanimalie all’ambiente. In linea generale, sostenere l’acquisto sostenibile e fare unaspesa intelligenteoggi è sempre più richiesto dalla società.Prima,poteva essere vista più come una moda ma adesso potrebbe diventare un verostile di vita, un’occasione per occuparci del Pianeta già dalle piccole azioni quotidiane. Nell’era del digitale, poi, l’evoluzione del tema (sempre con l’obiettivo di tutelare l’ambiente) è anche quello di digitalizzare i nostri movimenti e fare unaspesa sostenibileonline. Spesa consapevole e sostenibile: come farla Per una vera spesa intelligente,il primo step è quello di acquistarealimenti sostenibili, di scegliere prodotti freschi con pochiimballaggiin plastica o cartone. In molti supermercati i sacchetti per frutta e verdura non sono più monouso ma si possono riutilizzare per l’umido. A proposito di buste e sacchetti per la spesa, conviene portare sempre dietro quelle riutilizzabili: per non dimenticarle, basterà lasciarle in macchina o in un posto comodo in casa così da ricordarsi prima di andare al supermercato. Inoltre, sarebbe meglio sceglierecibi naturalirispetto a quelli elaborati. In pratica, per lo spuntino di metà pomeriggio, meglio frutta fresca e secca che merendine e dolciumi, sia per avere un’alimentazione più sanachesostenibile,a vantaggio nostro e dell’ambiente. Sempre per ragioni di inquinamento atmosferico, sarebbe meglio ridurre il consumo di prodotti tropicali e di carne (a causa dello sfruttamento dei territori). Diffidare, infine, dai prodotti cosiddetti“sottocosto”:spesso, infatti, essendo di qualità inferiore, possono essere trattati con agenti inquinanti e quindi dannosi per le persone. Non proprio quindi in linea con la filosofia dellaspesa intelligente. Alimenti sostenibili, quali sono? Ma quali sono glialimenti sostenibilida acquistare e da inserire nella nostra lista della spesa sostenibile? Esistono infattiprodotti non sostenibilie cibi che, invece, rafforzano l’alimentazione sostenibile. Facendo attenzione, nella nostra spesa quotidiana, ad acquistare prodotti che non derivano da raffinamenti e lavorazioni inquinanti e dannose, possiamo contribuire a per fare bene alPianeta. In questa categoria spiccano sicuramente frutta e verdura di origine italiana, non per una questione di patriottismo, ma per evitare di incrementare lavorazioni e trasporto con costi elevati per l’ambiente. In una lista sostenibile che si rispetti non possono mancarelegumi, cereali, frutta secca. Per latte, formaggi e uova, attenzione ad acquistare quelli provenienti da allevamenti certificati. In particolare, si possono individuare le uova biologiche e provenienti da galline allevate all’aperto tramite un piccolo accorgimento, ovvero il numero riportato sulla scatola: da scegliere quelle che hanno come primo numero uno zero; il 3 indica uova provenienti da galline in gabbia, mentre il numero 1 e 2 e indicano allevamenti intensivi. Lista spesa sostenibile, le cose da ricordare L’alimentazione italiana si basa sulladieta mediterraneache aiuta molto in questo senso ad aderire a unaspesa consapevole e sostenibile. La dieta mediterranea, inserita nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Umanità nel 2010 e riconosciuta dall’UNESCOcome bene protetto, rappresenta un vero stile di vita tramandato dai nostri nonni e perfezionato dai nostri nutrizionisti. Alla base della suapiramide alimentare,ci sono molte verdure, un po’ di frutta e cereali, preferibilmente integrali. Più in alto, abbiamo il latte e i derivati a basso contenuto di grassi che si possono consumare in 2-3 porzioni da 125 ml. Ad accompagnare questi alimenti, i condimenti fondamentali, come l’olio extravergine di oliva da consumare a crudo (senza esagerare) insieme ad aglio, cipolla, spezie ed erbe aromatiche. Il modello alimentare italiano è quindi ideale per la salute delle persone, oltre che sostenibile. Ma ci sono alcune sempliciindicazioni da ricordare.Comprare frutta e verdura di stagione, biologica e di produzione locale, acquistare uova da allevamento biologico all’aperto, puntando sulla qualità e non sulla quantità dei cibi acquistati. Bisogna limitare il consumo di carne, latte, formaggi e derivati e preferire il pesce locale e le proteine vegetali, come a esempio i legumi. Acquistare cibi sfusi e non imballati, come abbiamo già detto, soprattutto con plastica e cartone, evitare gli alimenti processati enon seguire mode alimentari passeggere e non sostenibili. Prodotti non sostenibili: a cosa fare attenzione Dopo aver stilato unalista della spesa sostenibile,è evidente che esistano alcuniprodotti non sostenibilidi cui andrebbe limitato l’acquisto e quindi il consumo. Per questi alimenti bisognerebbe approfondire molte variabili per capire perché rappresentano un ostacolo per la sostenibilità della nostra alimentazione (dalla produzione della materia prima all’imballaggio, fino al trasporto). I prodotti non sostenibili che si trovano in commercio anche fuori stagione, producono nella loro fase di lavorazione emissioni nocive e imballaggi non riciclabili, provengono da colture estere e per questo hanno bisogno di un costoso trasporto in termini di impronta ecologica. Questi alimenti sono il risultato di unacatena di produzione poco etica,con allevamento intensivo e metodi diagricolturapoco rispettosi del suolo e dell’ecosistema. Ecco alcuni deiprodotti non sostenibilimolto utilizzati in Italia: carne, pesce, latticini e derivati, cioccolato, banane, quinoa, soia e olio di palma. Per la carne, studiosi confermano la sua insostenibilità a causa del consumo energetico, di terra e acqua. Alcuni tipi di pesce gravano sull’ambiente perché comportanosquilibri negli ecosistemi marini, con una pesca intensiva e illegale. Tra i pesci meno sostenibili troviamo il salmone, tonno rosso, pesce spada e crostacei. Anche per i latticini e i derivati, come per la carne, l’indicazione è quella di prediligere allevamenti ecologici all’aperto dove l’alimentazione dell’animale si basa sul pascolo e sui residui agricoli. In questa lista dei prodotti non sostenibili purtroppo c’è da annoverare ilcioccolato. I più golosi storceranno il naso, ma questo alimento tanto amato proviene da una pianta che cresce solo in alcune aree delle foreste equatoriali e, a causa della forte richiesta, i produttori del luogo stanno piantando cacao deforestando e distruggendo labiodiversitàdel territorio. Anche per la banana, tra i frutti più mangiati al mondo, il problema è il suo impatto ambientale, non tanto per la coltivazione ma per l’esportazione: da Ecuador, Filippine, Costa Rica, Colombia e Guatemala al resto del mondo. Laquinoa, invece, arriva in Europa dalle Ande, comportando ingenti emissioni diCO2. Con l’aumento della domanda, ci sono stati grossi cambiamenti nella vita sociale ed economica delle popolazioni locali. Lo stesso vale per lasoia.Proprio per la sua massiccia richiesta, questo alimento non rientra tra quelli sostenibili (gli agricoltori di Stati Uniti,Brasilee Argentina, distruggono illegalmente aree di foresta per coltivarla). L’olio di palma,infine, è ancora oggi motivo di deforestazione (nonostante la moda della dicitura “senza olio di palma” sulle etichette dei prodotti) e del conseguentesquilibrio della flora e della faunalocali.