Quali sono gli sport più ecologici? Ecco come allenarsi promuovendo la sostenibilità

Quali sono gli sport più ecologici? Ecco come allenarsi promuovendo la sostenibilità

 

Quali sono glisport ecologici? Si può praticare attività fisica senza avere un cattivo impatto sul clima? Certamente sì, anzi è forse più facile pensare a delle discipline che vadano di pari passo con l’idea disostenibilità ambientale nello sportche non il contrario. Soprattutto se si resta nel campo del semplice “tenersi in forma” senza sfociare nell’agonismo, sport e ecologia vanno tranquillamente a braccetto. Sport ecologici: corsa e camminata Uno dei modi più semplici per tenersi in forma è infatti lacorsa, ma anche la semplicecamminata, che si può praticare in strada come nel cortile sotto casa. Ovviamente diventa ancora più sostenibile nel momento in cui per praticarla si passa del tempo all’aria apertae non al tapis roulant, il cui utilizzo presuppone un consumo di elettricità. Lo stesso vale per qualsiasi moto in cui vengono tirati in ballo strumenti che hanno necessità di essere accesi, quindi di restare collegati a una fonte di corrente. Per tale motivo è certamente da ritenere uno sport sostenibile ilbuon vecchio calcio,soprattutto quando giocato in un parco, in strada, all’aria aperta. Lo stesso vale per iltennis, piuttosto che per ilbeach volley. Tutte le attività svolte senza un utilizzo di una copertura risultano meno impattanti in quanto non generano consumi elettrici, particolarmente nelle ore notturne in cui cala la visibilità. Sport ecologici in sella a una bicicletta Come la corsa, anche labiciclettaè uno strumento attraverso il quale si può garantire lasostenibilità ambientale nello sport. Mettersi sui pedali e macinare chilometri non è solo qualcosa che aiuta a rilassare la mente e tenere in moto le gambe, è anche un modo per evitare spostamenti che implichino l’utilizzo di carburante, quindi automobili e motociclette. Decongestiona il traffico, soprattutto nelle zone in cui la concentrazione di veicoli per gli spostamenti è molto alta, con un impatto sull’inquinamento che si verifica in termini di benzina (o gasolio) non utilizzato dal singolo, ma anche per l’abbattimento delle code nelle carreggiate. Sport ecologici con lo sharing La bicicletta è composta da materiali che hanno un inizio e una fine, ma se tenuta nel modo corretto può avere lunghissima vita e gli scarti possono essere riutilizzati per produrre altri manufatti, magari anche pezzi di ricambio che rendano funzionanti altre bici. Sotto questo aspetto, anche se prevede uno sforzo maggiore, è ancor di più uno sport a basso impatto ambientalequello praticato con le biciclette tradizionali,dato che le elettriche (di più recente invenzione) hanno delle batterie che vanno poi smaltite. Soprattutto nelle città dove ci sono politiche che lo consentono ampiamente, è consigliabile fare uso deiservizi di bike sharing, in modo dacondividere l’utilizzodel mezzo a due ruote. Come attrezzarsi per l’inverno Sia che si abbia voglia di tenersi in forma con la corsa, con la bicicletta, ma anche con qualsiasi altro sport che presupponga il contatto con la natura e lo stare all’aria aperta (dal calcio al tennis, dal beach volley al nuoto), la controindicazione è data dall’arrivo delletemperature rigide nei mesi invernali. Ma anche la stagione “bianca” ha le sue discipline sostenibili che permettono di non impattare sul clima, in primis lo sci nei territori che sono attrezzati conimpianti a hoc,nei quali c’è una specifica attenzione all‘utilizzo del fotovoltaicoo allebasseemissioni. La ricerca degli impianti sportivi ecosostenibili Restando nell’ambito dellasostenibilità ambientale nello sport di alto livello, è facile vedere come negliimpianti di moderna costruzioneuno dei punti cardine è la ricerca di un basso impatto ambientale: uso del fotovoltaico, luce a basso consumo, materiali di riciclo, minimo utilizzo della plastico, risparmio idrico. Tutti fattori che hanno già contribuito a fare dellaPremier Leagueuno dei campionati di riferimento a livello mondiale per la costruzione di stadi di proprietà per calcio e non solo. Sono le basi su cui sono stati edificati anche gli impianti per iMondialidicalcioinQatar2022e che vengono posti in essere dal Cio (il Comitato Olimpico Internazionale) quando le città candidate si muovono per ospitare le manifestazioni olimpiche, come ha fatto l’Italia per Milano-Cortina 2026. L’Agenda 2020 delCioprevede inoltre che venga favorito chi dimostra di avere un’impiantistica in larga parte già pronta, come accaduto al nostro Paese avendo una recente esperienza in Torino 2006. L’obiettivo è quello di evitare le cosiddette “Cattedrali nel deserto” riducendo così gli sprechi e seguendo la linea della sostenibilità ambientale nello sport. Sport ecologici, come creare una mentalità sportiva Oltre all’attenzione agli strumenti utilizzati, quel che può fare la differenza è un progetto che abbracci in maniera più ampia il concetto disport, promuovendo l’idea di unariqualificazione delle cittàinteressate che vada oltre il semplice impianto. Uno degli esempi della direzione che si sta prendendo è quello del nuovoSanSiro, il cui progetto (ancora in fase di valutazione da parte del Comune di Milano) prevedeva sia nella versione di Manica Sportium che in quella di Populous (che ha poi vinto la gara) un contorno rispetto allo stadio, conettari di verde da sfruttareper le attività come jogging, arrampicata, skateboard, in modo da rendere fruibile l’esperienza del monumento sportivo per ogni giorno della settimana e non soltanto quando le squadre sono in campo. I campioni impegnati per la sostenibilità ambientale Non è facile trovarechi si spende in prima personaper tematiche riguardino l’ambiente in generale e, più nello specifico, la sostenibilità ambientale nello sport. Un caso emblematico nella ristretta cerchia è però quello diMorten Thorsby, centrocampista norvegese che milita in Serie A con la maglia della Sampdoria. In un’intervista rilasciata due anni fa il giocatore ammise non solo di fare utilizzo di auto elettriche ma anche di aver fatto proseliti. «L’idea – disse aIl Secolo XIX –è coinvolgere più persone possibile. Penso di poter dare il mio contributo perché si uniscano le forze. Alcuni hanno già iniziato a comprare autoelettriche. Askildsen, Gaston Ramirez. I più giovani sono anche i più veloci a capire, è una cosa normale: per le persone che non sono più giovanissime il cambiamento può essere un problema. O semplicemente ne hanno meno voglia», ha dichiarato Thorsby. Sport ecologici, anche tra i “bolidi” Nelmondo dei motori, dove è più difficile pensare al connubio tra sport e ecologia, negli ultimi anni si sono chiesti cosa fare per rendere losport sostenibile. È con questo concetto di sport a basso impatto ambientale che è nata laFormula E, ideata dalla FIA (la Federazione Internazionale dell’Automobilismo che gestisce anche la storica Formula 1) per garantire un livello di spettacolo paritetico a quello dei duelli in pista tra Leclerc e Hamilton con delle monoposto spinte da motore elettrico. Non tutti hanno però gradito l’evoluzione nell’elettrico. «La Formula E? Ho avuto l’opportunità di invertirci una volta e l’ho rifiutata. Ma penso che ci sia una cosa positiva nella Formula E: le macchine sono così silenziose che puoi avere una conversazione rilassata», ha scherzato (ma non troppo) l’ex patron della Formula 1, Bernie Ecclestone.