Gli effetti collaterali dell’idrogeno

Latedesca HH2Eha deciso di investire un miliardo di euro per realizzare unimpianto di produzione di idrogeno verde con elettrolisiusando l’energia prodotta dai campi eolici del Mare del Nord. L’impianto sorgerà nel punto in cui doveva emergere il gasdotto Nord Stream 2, che non si farà più a seguito delle sanzioni contro la Russia imposte successivamente all’invasione dell’Ucraina. Nei piani dell’azienda ci sono altri 20 impianti di produzione di idrogeno verde. La Germania intende essereneutrale in termini di emissioni di CO2e l’idrogenoè parte essenziale della strategia. Sarà utilizzato inizialmente per gli impianti produttivi dell’industria tedesca; nei trasporti servirà nelle navi e, come annunciato dall’Airbus, nelle future generazioni di velivoli destinati ai viaggi a lungo raggio. Occorre evidentementefar nascere un ecosistema produttivo per l’idrogenodestinato a questo genere di applicazioni. Ma non mancano le controversie. Moltissimi profondi conoscitori della materia sostengono che questa soluzionenon è efficiente sul piano della produzione dienergia.Ma i sostenitori vedono nell’idrogeno verde un’opportunità per aumentare le soluzioni alternativenecessarie a raggiungere la neutralità delle emissioni. Il che appare strategico. L’idrogeno può essere considerato un’alternativa allebatterie. In effetti, viene prodotto usando energia elettrica per separarlo dall’ossigeno dell’acqua e la restituisce alimentando appositi motori che generano elettricità. E che come scarto producono di nuovo acqua. L’idrogeno non è facile da immagazzinare e trasportare, anche se qualcuno pensa che si possano riadattare alla bisogna i tubi del gas o almeno l’infrastruttura del trasporto del gas.L’energia restituita non è al momento pari all’energia necessaria a produrlo.Ma del resto le batterie hanno altri problemi e la competizione tra le varie soluzioni non è ancora terminata. In questo senso, non saranno probabilmente solo i calcoli sull’efficienza energetica a definire le scelte, ma anche i vincoli posti dagli obiettivi di riduzione delle emissioni diCO2, le esigenze tecniche proprie di certi utilizzi massicci di energia, la possibilità che l’economia delle batterie incontri problemi nell’approvvigionamento delle materie prime e nel riciclo dei componenti. Infine, anche glieffetti collateralipotrebbero essere interessanti. Lo scarto della restituzione di elettricità da idrogeno, l’acqua, è a sua volta un materiale di ricchezza inestimabile in certi luoghi. Se si producesse idrogeno dove c’è eccesso di produzione di elettricità da fonti rinnovabili, lo si usasse per immagazzinarla e restituirla dove serve e dove manca l’acqua, il valore dell’idrogeno sarebbe moltiplicato da quel suo effetto collaterale. LaGreciasta per affrontare una nuova estate torrida con il rischio di incendi terribili: se avesse più acqua potrebbe pensare diricostituire il patrimonio boschivo o di salvaguardarlomeglio. LeAlpi, che hanno sempre meno precipitazioni invernali e immagazzinano meno acqua sotto forma di neve, potrebbero giovarsi di nuova acqua derivante dallo scarto dei generatori di elettricità con motori a idrogeno. LaSicilia aridapotrebbe usare l’energia elettrica in eccesso che si fa in Calabria e importare nello stesso tempo acqua. Lavalutazione dell’efficienza dei materialiche conquisteranno una funzione strategica nell’economia del futuro non può essere basata soltanto su valutazioni lineari – come il calcolo dell’efficienza energetica – ma vanno valutati nelcontesto complesso delle loro relazioni con l’ecosistema. Saranno necessarie molte ricerche, varie prototipazioni, diverse sperimentazioni. Maun’impostazione ecosistemica potrebbe risultare favorevole all’idrogeno.C’è chi ci scommette miliardi. Ed è una buona notizia.