In Honduras le donne combattono il climate change con gli anacardi

Adattarsi persopravvivere agli effetti dellacrisi climaticaè una condizione che tuttə noi, ora e in futuro, sperimenteremo. Ci sono luoghi del mondo, però, dove gli impatti del surriscaldamento globale sono così potenti da rendereimpossibile pensare di andare avantisenza una visione precisa su come ovviare, per esempio, alla mancanza d’acqua o alle piogge intense. Lazona di Choluteca, nel sud dell’Honduras, è una di queste. Qui lasiccità, seguita da temporali devastanti che non permettono la riuscita dei raccolti, ha stravolto migliaia di vite:solo adattandosi è stato possibile costruire un futuro.Un gruppo di donne è riuscito nell’impresa, grazie a quelle che talvolta chiamiamo “noccioline”, ovvero glianacardi. Circa cinque anni fa – raccontano le donne di una piccola comunità di El Triunfo alGuardian- ə abitanti della regione vivevano grazie al mais. Poi, però, la siccità è diventata sempre più pressante e i raccolti, più volte distrutti da piogge improvvise, non potevano più a essere completati. Il mais non era più una forma di sostentamento possibile. Così hanno iniziato a piantare gli anacardi, vegetali cheresistono meglio alla siccitàoffrendo, allo stesso tempo, più nutrienti ai terreni e un buon rifugio per le specie e la biodiversità. Questa buona idea è stata suggerita sia dal gruppoMesa Seguridad Alimentaria y Nutricional(direttivo che cerca soluzioni contro la siccità nel sud dell’Honduras) che dalProgramma alimentare mondiale – WFP(che propone un mix di colture). Con il clima tipico dell’Honduras e pocaacqua, gli anacardi crescono in circa tre anni e forniscono frutta, semi, e legno. Così, nel 2018, dall’iniziativa del gruppo di donne impegnate ad adattarsi e trovare una soluzione all’emergenza climatica, è nata la cooperativa comunitariaCaja Rural 15 de Enero,tutta incentrata sugli anacardi e presieduta dalla giovane imprenditrice Hilda Betancourt. Insieme, hanno sfruttato alberi già presenti sul territorio mentre altri sono stati piantati praticamente ovunque. I raccolti vengono affidati a operatori terzi ma, nel frattempo, sonoarrivate le prime entrate economiche. Sebbene non sia ancora una attività totalmente redditizia e soggetta (come tutte le coltivazioni) a possibili intemperie e vento, gli anacardi sembrano esseremolto più promettenti del mais. Tanto che alcunə deə coltivatorə stanno persino pensando di avviare esportazioni verso l’Europa per dare lavoro aə giovani. Hilda Betancourt racconta che «nel 2018 la situazione era terribile. Avevamo potenziale per cambiare coltura ma non sapevamo come realizzarlo». Poi sono arrivati gli anacardi e così lei ha preso le redini del gruppo. «Le donne – chiosa Betancourt – spesso hannomeno opportunità, quindi quando ne abbiamo una, anche piccola, la cogliamo appieno. Per me è qualcosa di veramente emozionante quello che stiamo facendo e mi fa piacere che le persone non vedano più noi donne come il sesso debole, ma come persone forti», capaci di guidare l’adattamento verso la sfida più importante del nostro secolo. Quella allasopravvivenza alla crisi climaticache abbiamo innescato.