I 10 anni di Cascina Cuccagna all’insegna della sostenibilità

Era il 2012 quandoCascina Cuccagnaha riaperto le porte al pubblico in una veste fresca, rinnovata, restaurata. Grazie all’Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna e a numerose associazioni culturali e cooperative sociali, è nato quello che oggi è unprogetto collettivo di cultura e aggregazione, uno spazio accessibile a tutti in cui si sperimentano buone pratiche per costruire lacittà del futuro: inclusiva, sostenibile e a misura di cittadino. «Puntiamo a diventare unmodello di sostenibilitàper un bene storico e architettonico senza pari nel panorama urbano», spiega Andrea Di Stefano, Presidente della no profit Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna. «Ci attendono ancora sfide molto importanti e avremo ancora bisogno dell’aiuto di tutti, dalle istituzioni, ai cittadini, passando per associazioni e aziende. Ma oggi vogliamo festeggiare questi primi 10 anni di un progetto che nacque dal basso e che ha dimostrato comelarigenerazioneurbana crei sviluppo e comunità». Cascina Cuccagna è, appunto, un esempio di rigenerazione urbana praticata nel concreto, «un modello di gestione partecipata di un bene comune che ha permesso di generare più di 80 milioni di euro di PIL considerando l’intero ecosistema», continua Di Stefano. E di recuperare4.000 metri quadri di corte agricolain degrado, ospitare più di 600 persone nella Foresteria della cascina, attivare 15 borse lavoro per offrire esperienze lavorative adonne detenuteo in espiazione penale esterna. In occasione delprimo anniversario a uno zerodi questo luogo che unisce cultura, partecipazione, cura degli spazi e attenzione all’ambiente,da giovedì 16 a domenica 19 giugno Cascina Cuccagna animerà quest’angolo del quartiere Porta Romana di Milano, nella zona sud-est della città, conuna grande festa. Più di40 appuntamentisi alterneranno nei vari spazi della cascina, tra concerti e dj-set, lezioni di yoga, presentazioni di libri, mostre, mercati agricoli, attività nell’orto presente nella struttura, baratto di abiti e piante, riuso creativo degli elettrodomestici. Perché «l’attenzione all’ambiente e alle pratiche sostenibili è il principale elemento che ci portiamo dietro», spiega Elena Jachia, Direttrice Area Ambiente di Fondazione Cariplo, che ha contribuito a seguito del restauro dello stabile, avvenuto tra il 2008 e il 2012, al progetto Precursor, un cantiere scuola finalizzato alla prevenzione delrischio sismicoin un contesto di interesse storico e culturale. «Abbiamo proseguito la nostra collaborazione sostenendo iniziative ideate da organizzazioni del Terzo settore sui temi dellariduzione dei rifiuti e degli sprechie delle filiere agricole di prossimità, con un approccio inclusivo e non elitario. Decisamente apprezzabile anche l’impegno dei promotori per rendere la struttura più efficiente sotto ilprofilo energetico, sfida non facile su strutture di questo genere», spiega Jachia. Cascina Cuccagna non è solo il primo progetto di rigenerazione e restituzione urbana partecipata nel cuore di Milano, ma anche uno dei 26 punti delParco Agricolo Sud Milano,un’area naturale protettadella Lombardia che racchiude alcune zone a sud di Milano e circa 60 comuni della Città metropolitana. Gli obiettivi della Cascina e le numerose iniziative proposte (tra cuil’orto didattico “a km vero”realizzato nei suoi cortili e iMercati agricoli settimanali) sono in linea con il progetto quinquennale volto arendere sostenibile il sistema alimentare urbano,Milano Food Policy, e con l’Agenda 2030 dell’Onu. Tra le attività organizzate per la festa di compleanno di Cascina Cuccagna, l’Associazione Giacimenti Urbani,che vuole contribuire alla riduzione dei rifiuti solidi urbani promuovendo la diffusione di comportamenti virtuosi, proporrà il “RestartParty”: una serie di riparatori volontari saranno a disposizione peraggiustare gli elettrodomesticiche non funzionano più, per “contribuire a salvare l’ambiente e il portafoglio”. «Il tema della sostenibilità e dell’apertura sociale hanno aiutato a mantenere la fisionomia della Cascina, che ha da sempre unapproccio inclusivo e non elitario -spiega ancora Jachia – Continuiamo così, manteniamola nel tempo, non abbandoniamola mai».