Eco volontariato? Niente panico

Eco volontariato? Niente panico

 

Fare volontariatosignifica impegnarsi mentalmente, fisicamente e ideologicamente per una causa alla quale si dedicano tempo e risorse. Oggi è sempre più urgente contribuire ad azioni che cercano di contrastare ilcambiamento climaticoe tutelare ambiente ed ecosistemi. Si può diventarevolontariəgreensia nel proprio quartiere che all’estero, da studenti o dipendenti, svolgendo attività che vanno dalla pulizia dei quartieri alla divulgazione scientifica. Cosa vuol dire fare volontariato? La prima volta che abbiamo sentito parlare divolontariatoè stato intorno al 1600 per far riferimento, in ambito militare, a qualcuno che da volontario prestava servizio senza obbligo di leva. Da quel momento, il termine è entrato in vigore per definire un’attività svolta in manieraspontanea e gratuita, volta a supportare una causa.Si vis pacem, para bellum(se vuoi la pace, prepara la guerra). Certo, ma per quale battaglia? Soloin Italiaparliamo di 6600 enti del terzo settore che si occupano disviluppo economico ecoesione sociale, di 6300 per la tutela dei diritti e l’attività politica, di5900 perl’ambiente;di 4500 per la cooperazione e solidarietà internazionale, 4000 per la filantropia e promozione del volontariato. Per un totale di 6,63 milioni di persone volontarie operative. Scegliere bene la causa da supportareè importante per poter assicurare alle associazioni impegno, costanza e onestà, tre termini fondamentali per la buona riuscita di un progetto. «Fare volontariato aiuta a fare comunità – ci dice Asia, fondatrice diRethinking Climate, associazione milanese impegnata nella comunicazione ambientale – È anche una presa di posizione, influenza la tua vita personale», aggiunge. Effettivamente, molte persone scelgono di fare volontariato anche peristruirsi a buone pratiche, per acquisire competenze utili nella vita quotidiana, per conoscere altre persone con gli stessi principi, intessendo relazioni di valore. Il volontariato green Nel nostro paese,l’attenzione deəcittadinəverso l’ambiente e lasostenibilitàè cresciuta del 3% rispetto agli anni scorsi:oggi il 75% degli italiani è coinvolto in prima persona in attività a essi legate. Altro che “blablabla”. Si parte dalle mura domestiche, con una maggiore cura nella gestione dei rifiuti, attenzione agli acquisti e a eventuali sprechi, fino alla mobilità e, ovviamente, al contributo che si può dare a enti e organizzazioni che si occupano di ambiente e territorio. Visitando ilKlimat Festdi Milano (evento proposto dall’associazione omonima per riunire enti e organizzazioni che si occupano di tematiche ambientali) ho avuto modo di dialogare con volontari e volontarie impegnate nel divulgare i propri ideali aə visitatorə. Le associazioni studentesche «Io mi dedico all’eco-volontariato perché, in questo momento,il clima e l’ambiente sono due tematiche davvero urgenti.Per fortuna, sul fronte studentesco siamo in tanti a pensarla così», ci racconta Keefer, volontario diStatale a impatto Zero, organizzazione studentesca di Milano impegnata sul fronte ambientale. «Credo sia importante iniziare a cambiare le cose nel posto in cui si vive quotidianamente, come casa propria o l’università». «Una cosa che mi è piaciuta di questo tipo di volontariato è che non si fa solo divulgazione, ma si collabora con l’amministrazione universitaria perapportare modifiche concrete. Per esempio, con il progettoBeviMiabbiamo ora a disposizione erogatori di acqua microfiltrata gratuita in università», aggiunge un’altra volontaria. All’interno delle organizzazioni studentesche ci sono diverse attività da svolgere: dalla promozione e sensibilizzazione,allapartecipazione attivaa eventi e manifestazioni (per esempio, il Klimat Fest) al dialogo con la stessauniversità, per una virata sempre più green. Ogni università ha un albo dove sono censite tutte le associazioni presenti, consultabile generalmente sul sito di ateneo. Associazioni sul territorio Un altro modo per diventare eco-volontariə è quello di cercare un’associazione che operi nel proprio territorio. Oltre ai big heroes, tra cuiLegambiente,WWF,Marevivo,GreenpeaceeFAI, che propongono sempre tantissime attività,esistono diverse associazioni minori inserite in contesti molto specifici,alle quali donare tempo, cuore, braccia e fatica. In Italia esiste uno strumento molto utile pertrovare l’organizzazione giusta: il sito diItalia Non Profit, che ha censitotutti gli enti che operano in diversi contesti (tra cui quello ambientale), comprensivi di descrizione delle attività e relativi contatti. Oltre a questo, è utile informarsi anche presso sportelli appositi, comeInformaGiovani,Volontari Per Un GiornooCSV, dove richiedere informazioni sulle possibilità esistenti. Sicuramente, la maggior parte delle azioni che concernono l’eco-volontariatosottintendono un lavoro manuale, fisico e il rimboccarsi le maniche. Esistono diversi ambiti. C’è latutela e conservazione della natura, per partecipare a progetti finalizzati alla salvaguardia degli ecosistemi naturali, comequelli nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. In questo caso, le attività prevedono diverse mansioni per difendere, monitorare, mantenere gli ecosistemi naturali del parco, oltre che per sensibilizzare ed educare ə turistə a visitarlo responsabilmente. C’è lagestione dei mutamenti climatici,come fa l’associazioneItalian Climate Network,che cerca volontari e volontarie per svolgere attività di educazione, divulgazione e informazione scientifica in ambito climatico. Ancora,sostegno alle biodiversità, per collaborare con le tanteassociazioniche in Italia si occupano di tutela delleapi. Ladiminuzione dell’inquinamento e gestione dei rifiuticonRetake Roma, che promuove la rigenerazione urbana tramite progetti di recupero, valorizzazione di spazi pubblici, educazione e advocacy. Oppure,RECUPa Milano e Roma oAvanzi Popoloa Bari, che contrastano lospreco alimentaree l’esclusione sociale, aiutando le associazioni che organizzano gliSwap Party, quegli eventi in cui si scambiano abiti e oggetti per evitare di gettarli via. A Milano abbiamoSwapush, a RomaNei Tuoi Panni, ma in realtà questi eventi vengono organizzati anche dai comitati di quartiere in tantissime località. C’è ilmantenimento e tutela del mondo animaleconSTD- Save the dogs and other Animals, che propone azioni di contrasto al randagismo oppure di monitoraggio e assistenza agli animali delle persone senza fissa dimora. Sul territorio marino, invece, si può lavorare conSea Shepherd, prendendo parte a un equipaggio di terra e aiutando durante eventi e presentazioni in tutta Italia (o a uno di mare), imbarcandosi per le missioni di conservazione e tutela marina negli Oceani con impegni di durata variabile (da uno a quattro mesi). Progetti all’estero Se si decide di fare full immersion nel mondo del volontariato ambientale per un periodo di tempo definito, si può prendere in considerazione anche la possibilità di fare ferie “diversamente impegnate”. Molte associazioni propongonocampi estividi 10-15 giorni, tra cuiLegambiente.L’organizzazione ha una pagina dedicata alle modalità di volontariato residenziale, dalla tutela delle spiagge per la deposizione delle uova delle tartarughe marine a Lampedusa, alla sensibilizzazione di abitanti e turistə verso la corretta fruizione delle spiagge e del territorio in Sardegna e alle Cinque Terre, fino al monitoraggio e alla gestione della sentieristica montana sull’Aspromonte. Ogni progetto prevede un contributo economico di circa 120 euro più, generalmente, una fee per l’alloggio. Un altro modo per partire alla scoperta dell’eco-volontariato, in Italia o all’estero, è grazie alWWOOFINGovvero il Worldwide Opportunities on Organic Farm.L’organizzazione ha attività in 60 paesi, con host privati che accolgono volontariə per portare avanti i propriprogetti di agricoltura organica. Per partire basta iscriversi al costo di 35 euro (con assicurazione inclusa) e accedere al database nel quale scegliere la propria missione. In genere, si lavora dalle 4 alle 6 ore giornaliere in cambio di vitto e alloggio, per un periodo di tempo concordato con l’host. Esistono anche altre organizzazioni che offrono la modalità scambio-lavoro per contribuire a cause legate ad ambiente e territorio, sebbene meno incentrate sull’agricoltura sostenibile, comeWorkawayoHelpx. Nonostante le organizzazioni citate sopra offrano opportunità oltre i confini, è utile sapere che ci sono progetti molto specifici legati alla conservazione di ecosistemi a rischio in tutto il mondo, rintracciabili su siti comeKeep The PlaneteVolunteerWorldche vantano di database costantemente aggiornati. Per unirsi a un progetto di conservazione e tutela ambientale all’estero (chi non ha mai sognato di salvare le tartarughe a Panama, o gli elefanti in Africa?) è normale avere dei costi di vitto, alloggio e supporto al progetto, oltre che di trasporto per giungere a destinazione. Spesso, infatti, ə volontariə sono anche unapreziosa fonte di supporto finanziarioalle organizzazioni che, altrimenti, non avrebbero i mezzi per operare in contesti perlopiù svantaggiati. CSR e volontariato d’impresa Negli ultimi anni,il volontariato green è entrato anchenella routine lavorativa e aziendale: sonosempre di più leaziendeche svolgono attività di volontariatocon ə proprie dipendenti. Nel 2020, l’ultimoRapporto sull’impegno sociale, economico e ambientale delle azienderedatto da Osservatorio Socialis, aveva portato dati molto indicativi sull’aumento di sensibilità e consapevolezza aziendale in merito a tematiche riguardanti ambiente e società. Negli ultimi 18 anniil coinvolgimento attivo delle imprese è cresciuto del 50%, soprattutto rispetto alle iniziative orientate aə dipendenti, come per esempio le attività di volontariato aziendale. Il 92% delle aziende composte da oltre 80 dipendenti ha svolto nel 2019 attività di CSR (responsabilità sociale d’impresa),investendo circa 241 mila euro. Se nel 2020, data la crisi pandemica, gli investimenti sono calati a 209 mila euro, ciò non è successo al desiderio delle aziende di attivarsi e agire, specialmente riguardo al coinvolgimento in prima linea deə dipendenti. Un’indagine di Fondazione Sodalitasevidenzia chesu 2831 dipendenti coinvoltə in attività divolontariato d’impresa, l’84% valuta le esperienze come “assolutamente positive”. Il limite evidenziato, invece, è la sporadicità delle iniziative rispetto a un rapporto continuativo tra aziende ed enti del terzo settore, cosa che, effettivamente, gioverebbe a entrambi. Infatti, dato un monte ore a disposizione per ogni dipendente, l’azienda sceglie una o più associazioni con cui attivare una partnership più o meno longeva e continuativa. Leattività predilettedaə dipendenti sono manuali,legate alla comunità e al territoriodi appartenenza, essendo il bisogno di concretezza sempre più presente: giardinaggio, preparazione di pacchi alimentari, pulizia di parchi e quartieri, preparazione di pasti. Inoltre, moltə dipendenti supportano le associazioni conosciute durante le ore lavorative anche nel tempo libero, come semplici (e devotissimə!) volontariə. PlanBeeè un’organizzazione che permette alle associazioni di raccogliere fondi per i propri progetti ambientali grazie al crowdfunding, e alle aziende di supportare in modo continuativo attraverso campagne, attività di volontariato aziendale, comunicazione etc. a oggi sono tantissime le aziende che fanno parte della famiglia di PlanBee: OBI, Coop, La Doria, Misura sono solo alcune tra le realtà che hanno reso possibile la realizzazione di progetti specifici per la tutela ambientale nel territorio italiano. Anche PWC, in collaborazione conGoodPoint(impresa benefit che crea sinergia tra istituzioni, aziende e terzo settore), ha creato un considerevole progetto di volontariato aziendale chiamatoA Different Job:una giornata di riqualificazione di strutture del terzo settore svolta daə dipendenti aziendali,əquali giovano anche dell’attività di team building. Il progetto, avviato prima a Milano e poi in altre dieci città italiane, ha coinvolto oltre 4000 persone a partire dal 2017. Deloitte, invece, ha creato un proprio database interno,Volunteer Hub:un portale grazie al quale ə dipendenti possono scegliere, in autonomia, le attività di volontariato da svolgere tra quelle proposte dalle associazioni partner. Ogni dipendente, infatti, ha a disposizione 6 ore al mese da dedicare a progetti diversi, impegnati in tematiche socio-ambientali o di raccolta fondi. Concludendo, data lavarietà di iniziative, notiamo che qualsiasi sia l’età, qualsiasi sia il tempo a disposizione o la preferenza d’ambito, ormaile scuse sono pocheper non impegnarsi concretamente su uno o più fronti ambientali. Il Pianeta è nostro: non trattiamolo -davvero- come un campo di battaglia!