Guida ai 5 Referendum del 12 giugno

Guida ai 5 Referendum del 12 giugno

 

Domenica 12 giugno si va alle urne per votare sui5 referendumdella giustizia: dallaLegge Severinoalle misure cautelari, dalla separazione delle carriere alle elezioni per il Csm. I51,5 milioni di elettoridovranno pronunciarsi su vari quesiti referendari: si tratta di referendum abrogativi, che se approvati, comporterebbero l’eliminazione totale o parziale di una legge. Inoltre,l’art. 75 della Costituzionestabilisce chela proposta soggetta a referendumsolo in caso di approvazione con unquorumben preciso: deve aver votato almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto e deve essere raggiunta “la maggioranza dei voti validamente espressi”. Non solo: in circa 1000 comuni si voterà pereleggere il nuovo sindaco e il consiglio comunale. La consultazione popolare è stataindetta tramite decreto del Presidente della Repubblicail 6 aprile scorso su iniziativa dellaLegae delPartito dei Radicali: la Corte Costituzionale, infatti, aveva dichiarato la legittimità di 5 dei 6 referendum, bocciando i quesiti relativi all’eutanasia e alla cannabis legale. 1) Il Referendum sulla legge Severino Sulla scheda dicolore rossotroveremo ilquesitoinerente al divieto di ricoprirecariche elettivee di Governo a seguito di una sentenza definitiva di condanna perdelitti non colposi. In sostanza, si chiede di cancellare laLegge Severinoattualmente in vigore. Per ora, infatti, è prevista l’incandidabilità, l’ineleggibilitàe ladecadenza automaticaper parlamentari, rappresentanti di Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali, in caso di condanna. Votando sì, quindi, si vuole restituire ai giudici la facoltà di decidere quando sia necessaria, in caso di condanna, l’interdizione dai pubblici uffici. 2) Il Referendum sulle misure cautelari Il referendum sullascheda arancionevorrebbe introdurre alcune limitazioni nel ricorso alle misure cautelari: chiede l’abrogazione di un inciso dell’art. 274, comma 1, in materia dimisure cautelari. In pratica, si intende eliminare la norma sullareiterazione del reatodall’insieme delle motivazioni per cui i giudici possono decidere la custodia in carcere o i domiciliari per una persona durante le indagini. Cioè si vuole mantenere ilcarcere cautelativosolo per chi commette i reati più gravi. 3) Il Referendum sulla separazione delle carriere dei magistrati Sulla scheda dicolore giallo, invece, troveremo il quesito che riguarda laseparazionedellefunzioni dei magistrati. Punta all’abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati. Se vince il sì, si introduce nelsistema giudiziario italianola separazione delle carriere: i magistrati dovranno scegliere sin dall’inizio se esercitare lafunzione giudicante, cioè assumere ilruolo di giudicenel processo, oppure quella requirente, ossia delpubblico ministeroche coordina le indagini e porta avanti l’accusa. Al momento, infatti, si può passare più volte dal ruolo di giudice a quello di PM e viceversa. 4) Il Referendum sulla valutazione dei magistrati Ilreferendumsulla scheda dicolore grigioconcerne la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari. L’intento è quello di eliminare alcune norme in materia di composizione di questi organi. La richiesta è che a valutare l’operato dei magistrati siano anche altre figure professionali, come gli avvocati, i professori universitari i Consigli giudiziari. a oggi, l’esame dell’attività dei magistratiè demandato alCSM, che elabora le proprie valutazioni in base a quelle compiute dai consigli giudiziari e dagli organismi territoriali nei quali decidono solo componenti appartenenti alla magistratura. 5) Il Referendum sulle elezioni del CSM L’ultimo referendum, sulla scheda dicolore verde, chiede l’abrogazione di alcune disposizioni normative in tema di elezione dei componenti togati del Consiglio Superiore della Magistratura. Sino a ora, in base alla normativa vigente, la candidatura può essere avanzata solo previa raccolta di 25-50 firme. Con il sì si vuole limitare l’influenza delle cosiddette correnti politiche, al centro delle polemiche dopo lo scandalo Palamara relativo alle nomine ai vertici delle procure.