Il caffè non è più quello di una volta dopo il Covid?
Quanti di voi hanno persogusto e olfatto dopo ilCovid-19? Molte persone non bevono più il caffè perché sentono un retrogusto di bruciato, altre non riescono più ad assaporare il cioccolato perché non ha più alcun gusto, per loro. Alcuni scienziati hanno identificato lamolecola responsabile della parosmia, una condizione debilitante per cui alcuni aromi possono essere distorti o diventare disgustosi: si chiama2-furanmetanoloe si trova, tra gli altri, anche nelcaffè. Anche altri cibi possono scatenare la parosmia:cipolle, aglio, carne, cioccolato. Ma non solo: può capitare anche con prodotti dall’odore pungente, particolarmente ricchi delle molecole attive identificate dagli scienziati e che sono soggette a distorsione, comeil dentifricio o la menta. Lo studio è partito da questo elenco per capire se vi fossero particolari composti al loro interno da incolpare. Gli scienziati hanno condotto un esperimento coinvolgendo29 persone con parosmia e 15 senza: hanno usato l’odore del caffè macinato, quello più divisivo, come soggetto principale dello studio e l’hanno fatto annusare ai volontari. Hanno utilizzato l’olfattometria gascromatografica, presentando loro le diverse componenti dell’odore del caffè, e chiesto una descrizione di ogni singolo composto. Così, i ricercatori hanno potuto individuare i composti che scatenavano la parosmia e individuare, in particolare, il 2- furanmetanolo, che provocava reazioni ben diverse tra loro: chi aveva un regolare senso dell’olfatto la descriveva comesimile al caffè o ai popcorn, mentre chi soffriva di parosmia la accostava a unodore disgustoso e ripugnante. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientificaNature Medicine,ha mostrato15 diversi fattori molecolariscatenanti di questo sintomo. La dottoressa Jane Parker, direttrice del Flavor Center dell’Università di Reading, nel Regno Unito, e coautrice della ricerca, ha spiegato che si tratta di un grande passo avanti nella ricerca, perché finalmente è stato dimostrato che non si tratta di un problema “nella testa” delle persone, ma il senso di disgusto può essere correlato ai composti distorti negli alimenti. Il dottor Satyanarayana Mysore, pneumologo delManipal Hospitaldi Bangalore, in India, ha affermato chenon si tratta di una condizione limitata al Covid-19, ma esisteva già in precedenza. Anche altre infezioni o alcune malattie neurologiche che colpiscono il sistema nervoso sono associate a questa condizione. Secondo un recentesondaggiointernazionale, circail 10% delle personecon perdita dell’olfatto correlata al Covid ha sperimentato la parosmia subito dopo aver avuto la malattia e la cifra è salita al 47% tra i sei e i sette mesi dopo. Intrappolando l’aroma del caffè, il team è stato in grado di testare i singoli composti del caffè su volontari che avevano la parosmia e confrontare la loro reazione con chi, invece, non ne soffriva. Tra i 29 volontari, gli scienziati hanno trovato15 composticomunemente identificati che hanno innescato la parosmia. Come spiega il britannicoGuardian,il naso ha più di 400 diversi tipi di recettori olfattivi, ognuno sensibile a diversi aromi. La sostanza chimica 2-furanmethanethiol ha una soglia eccezionalmente bassa per essere rilevata e quindi è forse una delle prime sostanze chimiche a tornare sul radar di una persona che ha perso il senso dell’olfatto. Uno dei ricercatori,Simon Gane, del Royal National Throat Nose and Ear Hospital, ha dichiarato al quotidiano che «abbiamo ancora molta strada da fare per comprendere questa condizione, ma questa ricerca èla prima ad approfondire il meccanismo nel naso. Ora sappiamo che ha a che fare con i nervi e i loro recettori».