In Finlandia e Svezia ci sono tante armi quante negli Usa

In Finlandia e Svezia ci sono tante armi quante negli Usa

 

Quando c’è una sparatoria negli Stati Uniti, i giorni e le settimane successive ruotano attorno allo sradicamento delle cause dellaviolenza armatanel tentativo diprevenire futuri eventi simili. Gli studi che riguardano questo fenomeno, però, sono molto complessi perché sono numerosi i fattori che contribuiscono alla natura e alla prevalenza dellaviolenza armata. Come riporta il sito di informazioneTheConversation, però,un rapporto internazionale, nel 2014, aveva confrontato le leggi nazionali sulle armi, il possesso di armi da fuoco e i tassi di violenza armata: era emerso che le società europee che si avvicinano a tassi di possessori di armi simili agli Stati Uniti comeFinlandiae Norvegiasono tra le più sicure a livello internazionale per quanto riguarda la violenza armata. I ricercatori parlano diculture delle armi “civilizzate” e “decivilizzanti”: nelle prime il possesso di armi è associato ai valori tradizionali di rispetto e responsabilità, nelle seconde la disponibilità di armi rafforza ampiamente le mentalità criminali e instabili, aggiungendo violenza e caos. Secondo la ricerca alcuni aspetti contribuiscono a rendere tali culture “civilizzata”: alti livelli di coesione sociale e di fiducia a livello internazionale nella polizia e nelle istituzioni sociali,bassi tassi di criminalità.Elementi che sembrano ridurre i livelli di omicidio con armi da fuoco. Come spiegaPeter Squires, Professore di Criminologia e politiche pubbliche all’Università di Brighton, negli Usa, questa scoperta ha un tragico rovescio della medaglia: l’alto possesso di armi in paesi come Finlandia, Svezia e Svizzera si traduce intassi significativamente più elevati di suicidiocon le armi da fuoco. Il Regno Unito e il Giappone, con alcune delle leggi sulle armi più severe al mondo, registranoi tassi più bassi di omicidi con armi da fuoco, soprattutto in virtù della quasi totale proibizione delle pistole, l’arma preferita dai criminali. Al contrario, il numero di morti nelle recenti sparatorie di massa negli Stati Uniti è stato aggravato dall’uso difucili d’assalto, con caricatori più grandi e capacità di fuoco rapido. Nella recente sparatoria in una scuola statunitense aUvalde, in Texas, dove hanno perso la vita 19 alunni e due insegnanti, l’assalitore di diciotto anni ha usato un fucile d’assalto. La morte di questi bambini va ad accrescere lo spaventoso numero di ragazze e ragazzi morti negli Usa per mano di un’arma: come ha sottolineato l’organizzazione americana indipendente senza scopo di lucroChildren’s Defense Fund, nel 2018la violenza armata è stata la principale causa di morte di bambinie adolescenti di età compresa tra 1 e 19 anni negli Stati Uniti. Cifra che ha superando per la prima volta nella storia quella legata agli incidenti automobilistici. È come se ci fossero9 sparatorie mortali di bambini al giorno, un omicidio ogni 2 ore e 36 minuti. Tuttavia, lesparatorie scolasticherappresentano solo una minoranza di queste uccisioni: la maggior parte riguardanosingoli bambinie si collegano a crimini di routine e violenza digang e bande armateche colpiscono in prevalenza afroamericani e minoranze. Tra i Paesi ad alto reddito, poi, gli Usa rappresentano un valore anomalo estremo: secondo un’analisi pubblicata di recente dalNew England Journal of Medicineil numero di bambini uccisi dalle armi da fuoco è36,5 volte superiorein confronto a Paesi comeAustria, Australia e Svezia. Dopo la sparatoria in Texas,il Canadaha annunciato di voler vietare la compravendita di qualsiasi tipo di arma da fuoco nel Paese, in cui i fucili d’assalto erano già stati banditi nel 2020. La legge era stata promulgata dopo lapiù grave strage nella storia canadese, quando un uomo travestito da poliziotto aveva ucciso 22 persone in Nuova Scozia. «È nostro dovere intervenire», ha detto il primo ministroJustin Trudeauin conferenza stampa. La nuova proposta di legge,se approvata dal Parlamento, vieterà non il possesso di armi per chi le ha già, bensì l’acquisto di nuovi esemplari. Ma i ricercatori hanno anche compreso – cosa che i criminologi sanno da anni – che la solaintroduzione di nuove leggi raramente cambia qualcosa, perché i trasgressori le infrangono. E così si sono concentrati sul contesto e sui “regimi di controllo delle armi”, che comprendono i sistemi di polizia e di giustizia penale, di responsabilità politica, l’offerta di istruzione completa, le reti di sicurezza sociale. I tentativi negli Stati Uniti di affrontare le sparatorie, ma senza limitare il possesso di armi negli ultimi anni, si concentrano sull’aumento della sorveglianza- specialmente nelle scuole -, ma questo evidentemente non è il percorso giusto da intraprendere. IlViolence Project,una ricerca no profit dedicata a ridurre la violenza nella società utilizzando dati e analisi delle sparatorie passate, ha cercato di realizzare dei “profili tipo” partendo dalle informazioni sugli assassini e cercando diprevederele loro azioni là dove i loro comportamenti e le dichiarazioni sui social media potrebbero far suonare campanelli d’allarme. Ma, considerando che gli Usa fanno parte di quelle culture delle armi “decivilizzanti”, il numero elevato di armi si traduce direttamente in un tasso maggiore di violenza armata.E non c’è sicurezza che tenga.