Francia Marquez “corre” per la vicepresidenza della Colombia

Il 29 maggio si terranno inColombiale elezioni presidenziali e in corsa per diventare la prossima vice c’èFrancia Márquez. Attivista ambientale(premiata nel 2018 con ilGoldman Environmental Prizeper la sua lotta contro l’estrazione mineraria illegale), femminista, afro-colombiana, con alle spalle un background tutt’altro che agiato. E, forse, laprima vice presidente neradel Paese. Candidata insieme al senatore di sinistraGustavo Petro, potrebbe portare la Colombia a riflettere sul proprio passato e presenterazzista, classista e sessista. «Faccio parte di una comunità che è stata storicamenteesclusa ed emarginata, una comunità che è stataridotta in schiavitù- ha dichiarato Márquez alWashington Post- È più del colore della nostra pelle. Riguarda l’éliteche crede di essere superiore, che crede che gli altri siano inferiori e che questo non abbia importanza». Márquez è nata nella zona diCauca, a sud ovest della Colombia, in un villaggio abitato prevalentemente da discendenti degli schiaviafricani. È una madre single di due figli (il primo avuto a 16 anni) e per molto tempo ha dovuto fare le pulizie per poter vivere. Secondo il giornale americano, da piccolanon voleva essere una persona neraperché associava le sue radici con le immagini viste in televisione di bambini africani malnutriti. Ma poi ha cominciato aconnettersi con la sua identitàdi donna nera grazie alle storie raccontate dalla nonna. «Mi ha parlato dellalotta della nostra genteper proteggere la nostra terra», ha spiegato Márquez. Fin da piccola si è impegnata nellacausa ambientalema solo nel 2014 c’è stata la grande svolta. In quell’anno, alcuni minatori cominciarono asfruttare illegalmentele risorse vicino il fiume Ovejas, aLa Toma(comune di Suárez, nella regione di Cauca). Per salvare la sua terra, Márquez riunì80donnedel posto per unamarcia lunga 350 kmcon destinazione Bogotà. Qui, il gruppo ha continuato per altri 22 giorni la protesta in strada. Alla fine, Márquez e le sue compagne riuscirono a ottenere la promessa di intervento da parte del governo, perterminare tutte le operazioni minerarie illegalia La Toma. A causa del suo attivismo ambientale, nel corso degli anni ha ricevuto diverseminacce di morteche l’hanno costretta a lasciare la sua città e a trasferirsi aCali(dove si è recentemente laureata in giurisprudenza). Nel 2019 è sopravvissuta a un attentato. Sono proprio la sua intraprendenza, leumili originie il desiderio di cambiare il paradigma politico colombiano che l’hanno portata a essere una granderivelazioneper queste elezioni. Ma anche a ricevere diversiinsulti razzisti, come essere chiamata e paragonata a “King Kong”. «Il problema che le persone hanno con Márquez è che è unadonna nerache non si comporta bene, che sa di essere nera e cosa questo significhi intermini storici.E che non rimane in silenzio al riguardo», ha spiegato l’antropologo colombianoEduardo RestrepoalWashington Post. A pocomeno di una settimanadalle elezioni, i sondaggi riportano come favorita la candidaturaPetro-Márquez. In caso di vittoria, è ben chiaro chetipo di vice presidenteavrà la Colombia: una donna decisa, fiera delle sue origini, impegnata nella tutela ambientale e della comunità afrocolombiana. Una donna che ha voglia di portare aria dicambiamentonel Paese.