Il problema “ciclico” delle ragazze in Africa

 

L’Africa è nota quale terra di grande bellezza ma anche di grandi contraddizioni, e mentre i miliardari presenti sono sempre più ricchi nonostante la pandemia (Forbes Africadi gennaio 2022), nelle aree rurali, anche in presenza di scuole, leadolescentisi trovano a dovere affrontarela pubertàsenza alcun tipo disostegnoe preparazione al riguardo. A ciò si aggiunga che spessole mestruazionisono accompagnate dallostigma socialedell’impurità o semplicemente considerate untabù, così causando l’assenza di un’adeguata informazione che potrebbe essere utile anche per evitaregravidanze indesiderate. Le mestruazioni inoltre portano allaforzata assenza dalla scuola, data la mancanza o l’incapacità di acquistare adeguato materiale sanitario (in particolare gliassorbenti) e la mancanza distrutture igienichein cui consentire alle ragazze di cambiarsi. Come supplire allora a tale carenza? Come sempre l’approccio non può essere univoco, ma deve considerare le varie circostanze per comprendere come potere intervenire. Serve sicuramenteeducazione, ma anchesupporto sanitarioed esso non può essere lo stesso dappertutto. Bisogna verificare l’esistenza diacqua pulitae dilatrinee stanze per cambiarsi: serve a poco infatti fornire le ragazze diassorbenti lavabilise poi non ci sono le condizioni igieniche per assicurare che tali assorbenti non diventinofocolai d’infezionioppure non si dia loro modo di cambiarsi secondo necessità. In assenza di tali condizioni, gliassorbenti usa e gettaspesso sono la soluzione migliore ma anche la più costosa e quindi non praticabile. L’educazione rimane essenziale perché aiuta a comprendere la naturalità del fenomeno per facilitarne l’accettazione da parte dell’intera comunità, affinché lemestruazioninon diventino oggetto discherno, esclusione ed emarginazione. Il punto non è secondario, si pensi infatti che spesso gli assorbenti lavabili non sono accettati, anche in condizioni dove si può avere acqua pulita, perché difficilmente una ragazza li stenderà ad asciugarli al sole, se essi possono diventare oggetto di scherno; preferirà allora utilizzarestrisce di tessuto e stracci(anche se meno igienici ed efficienti), perché possono considerarsianonimie non segno evidente delle intervenutemestruazioniuna volta lavati e messi ad asciugare (e ciò a prescindere dalle credenze in alcune regioni africane che essi possano essere utilizzati per eseguire stregonerie a danno delle ragazze stesse). Come dato di fatto emerge comunque la considerazione che le mestruazioni sono ragione diabbandono scolasticoper le ragazze di per sé e che l’abbandono sia superiore in assenza di supporti e di educazione specifica (sul punto vi è un interessante studio dell’Università di Oxford, condotto su 1.000 ragazze ugandesi per un periodo di 18 mesi, che misura l’incremento del 17% dell’abbandono dovuto all’assenza di educazione e materiale specifico). La gravità del fenomeno è poi esacerbata dal fatto che all’abbandono scolastico, spesso segue una maggiore esposizione delle ragazze alleviolenze domestichee allegravidanze in età prematura. Sebbene a volte io mi chieda quanto sia giusto che le organizzazioni private suppliscano alle carenze di azioni dei governi locali, che appaiono spesso poco interessati a ciò che non dà loro un immediato ritorno, e risolvano così il loro vece i problemi perpetuando le disparità, credo fermamente che l’educazione sia sempre un campo sul quale investire in tutto il mondo sia nell’interesse locale sia nell’interesse globale:l’istruzione e lo scambio di ideesono sempre benvenute perché solo così si può creare quell’opinione pubblica che è motore del progresso e non c’è progresso in cui il ruolo della donna non sia fondamentale. Per questa ragione, conThe Thinking Watermill Society(organizzazione non profit con base a Roma che svolge attività di studio e ricerca),Dwona Initiative(non profit ugandese) eAgorà Pharmaabbiamo avviato, nell’ambito di un più ampio progetto condotto dalle due entità italiane denominatoL8 TUTTO L’ANNO, un’iniziativa educativa che raggiungerà circa 250 ragazze di tre scuole nel nord dell’Uganda e unirà all’informazione, assorbenti lavabili e saponi, nonché calendari mestruali. Un piccolo gesto che ci auguriamo sia fruttuoso per contrastare l’abbandono scolastico.