L’Africa vorrebbe vendere l’avorio degli elefanti
Il 16 maggio lo Zimbabwe ha chiesto il sostegno dell’Unione europea per vendereavoriocon un valore stimato di 500 milioni di dollari, una pratica vietata da quando è stata bandita nel 1989 attraverso la Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (Cites). Se nel complesso la popolazione degli elefanti africani è diminuita, complice il diffondersi delbracconaggio, in alcune aree come loZimbabwe e il Botswanail loro numero è aumentato in ragione dell’opposizione al controllo della popolazione da parte delle politiche ambientaliste. Secondo il WWF, oggi in Africa vivono in tutto415.000 elefanti contro i 10 milioni del 1930, ma di questi 293.000 si trovano in Africa meridionale. I governi ritengono che questo abbia causato danni ambientali e attacchi agli agricoltori, per questo ora diversi Paesi del Sud Africa si sono uniti nella richiesta di poter amministrare in modo liberogli elefantie le scorte di avorioricavato dalle zanne dei pachidermi. «L’onere di gestire una riserva da cui non possiamo ricavare valore economico, o che non possiamo reintegrare nelle comunità, come pure laconservazione della specie stessa, è una grande sofferenza per noi», ha dichiaratoFulton Mangwanya, direttore generale dell’Autorità per la gestione dei parchi e della fauna selvatica dello Zimbabwe. Il Paese, ha rivelato lo stesso Mangwanya, detiene 163.000 tonnellate di avorio e 67 tonnellate di corna di rinoceronte. «Chiediamo gentilmenteil sostegno dell’Ueaffinché lo Zimbabwepossa vendere una tantumdel nostro stock nazionale di avorio», ha aggiunto rivolgendosi agli ambasciatori dell’Unione europea in visita nella capitale Harare, precisando che i fondi sarebbero stati utilizzati a beneficio dellecomunità locali. La mozione però non ha trovato il consenso sperato. «La conservazione e la prevenzione del commercio illegale di specie selvatiche sono questioni internazionali a causa del coinvolgimento diorganizzazioni criminali», ha affermato l’ambasciatore svizzero Niculin Jager. Il tema sarà ora discusso in unariunione dei ministri dell’Ambiente e del Turismodi 14 Paesi che si terrà inZimbabwedal 23 al 26 maggio ealla quale parteciperanno anche gli ambasciatori di Cina e Giappone, due mercati strategici per quanto riguarda la vendita di prodotti ricavati dagli elefanti. «Una posizione di consenso potrebbe essere difficile da raggiungere», sostieneBloomberg, anche per la presenza delKenyache si è espressa più volte a favore del divieto totale.