L’ecocidio in Ucraina continua, ma i governi non lo puniranno

 

Dopo quasi tre mesi di guerra, si moltiplicano idanni ambientaliinferti alterritorio ucrainocon gravissimeripercussioni sull’ecosistema. Nel tentativo di non lasciare impunite le azioni dell’esercito russo, alcuni ufficiali governativi ucraini (insieme a diverse organizzazioni ambientaliste) si sono mossi perdocumentaree poiperseguirelegalmente gli impatti deibombardamentisu larga scala portati dalla Russia. Secondo la vice-ministra per l’energia e l’ambienteIryna Stavchuk,la «Russia deve pagare per tutto quello che ha fatto. L’obiettivo finale è che paghino la ricostruzione». Alla fine di aprile, il team del vice-direttore delloZoï Environmental NetworkNickolai Denisov hadocumentatocirca 3.300 incidenti, coninquinamento del suolo, dell’aria e dell’acquacon componenti chimici e metalli pesanti. Invece, per l’ispettorato ucraino i dannipotrebbero ammontarefino a 77 milioni di dollarisolo per l’inquinamento del suolo, mentre si temonoconseguenzedi lunghissimo termine anche se la guerra dovessefinire in breve tempo. All’interno dei suoi confini l’Ucraina possiede oltre1.600 impresechimiche, petrolchimiche e farmaceutiche,15 reattori nuclearie148 miniere di carbone. Quest’ultime sono per lo più situate nella parte est del Paese, specialmente nella regione delDonbass, dove sono in corso i maggiori combattimenti. Con l’intensificarsi degli scontri militari è quindi aumentato nettamente il rischio che l’acqua tossicadelle miniere, abbandonate e prive di controlli, contamini il suolo e l’acqua potabile. Una situazione molto precaria, già deteriorata dal precedente conflitto nelle regioni separatiste iniziato nel 2014. LaCorte Penale Internazionaleavevaannunciatoa febbraio unavvio delle indaginisu i crimini commessi, anche se finora quelle sui danni ambientali non hanno mai portato a delle accuse formali. Secondo Rachel Killean, una specialista della Queen’s University di Belfast,sarebbe possibilecostruire un capo d’accusa«unendo la distruzione ambientale con gli attacchi contro gli obiettivi civili (uncrimine di guerra) o i diffusi e sistematici attacchi contro la popolazione civile (un crimine contro l’umanità)». Perseguire la Russia sarà comunque un’impresa estremamente difficile. Il governo di Putin non ha mai ratificato loStatuto di Romadella Corte Penale Internazionale, mentrela Convenzione di Ginevrapresenta pesantilacune riguardo i crimini commessi contro l’ecosistema. Negli ultimi decenni solol’Iraq di Saddam Husseinè statoperseguito e punitoper i danni causati nel 1991 durante la Guerra del Golfo. Notevoli sono leresistenzea livello internazionalenei confronti di nuovi trattati vincolanti, soprattutto da parte di nazioni comeStati Uniti, Francia e Regno Unitoche, secondo il direttore delOsservatorio “CEOBS”Doug Weir, si oppongono in svariati modi «perché vogliono poter rimanere libere di usare le armi nucleari». Lo stessoCanada, nazione che negli ultimi tempi ha posto molte attenzioni alle tematiche eco-sostenibili, hacancellatodalle proprie linee guida tutte lemisure a salvaguardia dell’ambientenel caso di un’occupazione militare. Una serie di opposizioni e resistenze che confermano l’enormedifficoltà nel perseguire idanni ambientaliprovocati dai conflittiin corso nel mondo.