La sfida climatica della nuova premier Èlisabeth Borne

 

Da trent’anni, a capo del governo francese, non c’era una donna:Èlisabeth Borneè stata nominata prima ministra il 16 maggio 2022. Prima di lei, solo la politicaÉdith CressonCampionricoprì lo stesso ruolo durante la presidenza del socialista François Mitterrand. Era il 1991: Borne all’epoca aveva trent’anni, aveva fatto il suo ingresso in politica da tre e lavorava per il Ministero delle Attrezzature, oggi parte integrante di quello dellaTransizione Ecologica. È statoil presidente francese Emmanuel Macron, rieletto ad aprile, a scegliere lei, attuale ministra del Lavoro, per formare il nuovo governo dopo le dimissioni programmate dell’ex premier JeanCastex, in carica dal 2020. Macron, il terzo a ottenere un secondo mandato nella Quinta Repubblica, cercava un candidato che avesse “credenzialigreen”e fosseattento alle politiche sociali. «Il mio nuovo mandato sarà ecologista», aveva detto. Quella candidata è arrivata eha dedicato la nomina «a tutte le bambine:inseguite i vostri sogni, niente deve fermare la lotta per il ruolo delle donne nella società». Chi è Èlisabeth Borne? Èlisabeth Borne èun’ingegnera, è stata a capo della compagnia di trasporti statale di Parigi, laRatp, poi è stataministra dei Trasporti, dell’Ambiente e, infine, del Lavorodal 2020. Il quotidiano franceseLibérationracconta che sua madre era una farmacista della regione del Calvados, nel nord della Francia, mentre il padre era di origini russe, di una famiglia rifugiatasi in Francia nel 1939. Membro della Resistenza francese, fu deportato nel 1942 e morì nel 1972, quando lei era ancora una bambina. Ha prestato servizio come consigliera dei ministri sottoFrançois Mitterrand, come capo gabinetto della ministra socialista dell’ambienteSégolèneRoyalnel 2014 e ha anche lavorato alla pianificazione urbana al comune di Parigi sotto il sindaco di sinistraBertrandDelanoë. Come riportaFrance 24, durante il suo mandato al ministero del Lavorola disoccupazione è scesa a livelli mai vistiin quindici anni, e quella giovanile è diminuita come non si vedeva da quarant’anni. Che cosa ha fatto per l’ambiente Èlisabeth Borne? «La crisi sanitaria non cancella la crisi climatica»,aveva dettoBorne al quotidianoLesEchosquando era ministra della Transizione ecologica nel 2020. Alcuni, all’epoca, chiedevano di rinviare gli obiettivi climatici ed energetici in vista della incombente crisi economica. Alcuni, ma non lei: «Se dobbiamo trarre insegnamento dalla crisi che stiamo attraversando, eccolo qui: continuare adiversificare il nostro mix energetico», aveva dichiarato l’allora ministra. Durante il suo anno alministero della Transizione Ecologica, ha guidato tre principali fascicoli legislativi: uno riguardante lacarbon neutralitydel Paese, fissata entro il 2050 e resa necessaria dall’emergenza ecologica e ambientale odierna. Lalegge energia-climapuntava ad abbandonare gradualmente i combustibili fossili, sviluppare le energie rinnovabili, regolamentare il settore elettrico e del gas. Ma le politiche sono andatea rilento.E la riduzione della quota nucleare nel mix energetico è stata rimandata di dieci anni, cosa che molti ambientalisti non hanno condiviso. Poi c’è stata lalegge sulla mobilità, che voleva facilitare l’accesso ai nuovi mezzi di trasporto. E, infine, lanorma sull’economia circolare, detta “anti-spreco”. Quando ha lasciato il ministero dell’Ecologia per poi spostarsi al Lavoro, la sua politica è stata definita come quella“dei piccoli passi”, perché il suo margine di manovra nel governo Macron era molto limitato e i risultati raggiunti non erano stati abbastanza. Ma ora che èprima ministra e responsabile dell’Ecologia,riuscirà la Francia a portare a termine la sua transizione ecologica?

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *