Dai piantala! La challenge per riforestare l’Europa

 

Entro il 2030 potrebbero esserci 3 miliardi di alberi in più sul suolo europeo. Tra le strategie e gli obiettivi delGreen Deal, si punta ad aumentare lasuperficie forestaledell’Ue, ovviamente nel rispetto deiprincipi ecologici: cioè purché venga scelto l’albero giusto e collocato nel luogo più adatto. Un modo per garantire e rafforzare labiodiversità. Il rischio didisastri idrogeologiciè sempre alto e mette in serio pericolo la salute del nostropatrimonio boschivo: rinfoltirlo potrebbe essere una delle possibili soluzioni per il contenimento delcambiamento climatico. “Glialberisono i nostri migliori alleati nella lotta contro ilriscaldamento globalee nel sostegno alla biodiversità:purificano l’aria, rinfrescano le città eassorbono CO2” ha spiegato Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo. A questo scopo è stato creato uncontatore di alberi: l’appMapMyTreedisponibile dallo scorso dicembre per le organizzazioni partecipanti. Dall’11 maggio, invece, è scaricabile da parte di tutti i cittadini che vogliano prendere parte all’iniziativa. Chiunque potrà piantare un albero e registrarlo sullamappa dell’UEaggiornata in tempo reale. Basta compilare tramite app o sito i campi relativi alle coordinate geografiche, selezionare il tipo di proprietà del terreno (se pubblica o privata), laspecie piantata, la quantità e le caratteristiche delterreno. A pochi giorni dall’avvio del progetto, si possono contare già2.944.870 alberi piantati. “La nostra promessa è ambiziosa:3 miliardidi nuovi alberi, tutti piantati prima della fine di questo decennio. Ma quando vedo l’entusiasmo dei cittadini europei per questa iniziativa, sono convinto che sia realizzabile. Oggi apriamo il nostrocontatore di alberia tutti coloro che ne pianteranno uno, così che possano registrarlo. Piantando un albero, si contribuisce a rallentare il riscaldamento globale e a rigenerare una porzione diambiente naturale. Ogni albero conta, e questo progetto su scala europea fa la differenza per tutto il mondo” ha dichiaratoVirginijus Sinkevicius,Commissario per l’Ambiente, gli oceani e la pesca. Le mobilitazioni e i progetti diriforestazionesono tantissimi, ma non sempre vanno a buon fine. A dispetto del successo che riscuotono – l’idea che un gesto così semplice possa apportare un beneficio alnostro Pianetae dare inizio a una nuova vita tende ad affascinare la maggior parte di noi – non si dispone delle risorse necessarie per portarle avanti. Nel 2020, per esempio, un progetto lanciato dalgoverno turcoaveva stabilito un record mondiale grazie alla coltivazione di oltre300.000 alberiin una sola ora, per un totale di 11 milioni di tronchetti. Ma meno di 3 mesi dopo, secondo ilGuardian,il 90% delle specie piantate erano morte, poiché coltivate nella stagione secca, con un tasso di precipitazioni che non ne garantiva la crescita. Un documento elaborato nel 2020 dalWorld Agroforestry,un istituto internazionale con sede aNairobi in Kenya, ha tracciato alcune linee guida per iprogetti di forestazione. Consiglia infatti di considerare un lasso di tempo più lungo, non da 1 a 3 anni, ma almenoun quinquennioperché molte specie arboree richiedono un certo periodo per diventare piante stabili. Inoltre, più che piantare nuovi alberi artificialmente, ci si può concentrare su meccanismi dirigenerazione naturalein grado di proteggere un territorio dai fattori esterni che ostacolano la crescita degli alberi. Abbiamo davanti ancora8 anni prima del 2030, speriamo di riuscire nell’impresa.

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