Così si ricicla la plastica del Mediterraneo

 

Non soloriciclare la plasticarecuperata dal mare, ma anche fornire la possibilità a chi si batte per eliminare questo materiale dannoso per gli oceani di conoscere passo dopo passo in quale nuovo prodottosarà trasformato. Ogni anno almeno8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani,provocando danni enormi alla salute degli ecosistemi. Con la ripresa delle attività economiche dopo la pandemia, questa cifra è destinata a salire ancora, e si stima che in meno di vent’anni la quantità di plastica prodotta nel mondoraddoppierà. Ecco perché, con ogni strategia possibile, è fondamentale l’impegno perripulire gli oceani. Con questo spirito opera anchel’ong internazionale no-profit Keep Sea Blue, impegnata in prima linea nella protezione delMar Mediterraneo.L’associazione ha da poco lanciato un nuovo progetto che sfruttala tecnologia blockchain di Oracleper cercare di contrastare il fenomeno dell’inquinamento. L’obiettivo è siaripulire litorali e mari dalla plastica, sia garantire la massimatracciabilitàcon trasparenza, attraverso tutta la filiera, per raccontare come vengono riciclati i materiali raccolti in unMediterraneodove ogni anno quasi230.000 tonnellate di plasticafiniscono per impattare sugli organismi marini e la biodiversità. Keep Sea Blue, nel lancio della sua nuova iniziativa, racconta di raccogliere circa 150 tonnellate di plastica al mese, che equivalgono a circa5 milioni di bottigliedi plastica. Nel nuovo progetto, in collaborazione con numerosi volontari e ong, bottiglie, nylon, reti da pesca e altri oggetti in plastica verrannorecuperati e trasformati in una materia prima riciclata certificata(“Recovered Seaside Plastic”) che potrà essere usata dalle aziende per la fabbricazione di nuovi prodotti o imballaggi. Chiunque collabori all’iniziativa ora, grazie a una piattaforma basata sulla tecnologiablockchain di Oracle, potrà anche tenere traccia di come la plastica raccoltadiventerà un nuovo oggetto.Nella piattaforma infatti vengono descritti il punto di origine (dove è stata recuperata), i materiali, sino al percorso a cui è stato avviato il rifiuto di plastica. Allo stesso tempo le aziende possono aggiungereil logo “Recovered Seaside Plastic”ai loro prodotti o imballaggi riciclati, fornendo ai clienti la prova delpercorso circolaree delle suecredenziali di sostenibilità. Alcuni dei prodotti riciclati saranno avviati anche alla filiera italiana. «Ora ciascuno può monitorare e vedere cosa succede con i rifiuti che ha raccolto. Se un team di volontari o una comunità locale raccoglie 200 chili di plastica, possono controllare dove va a finire e come è stata utilizzata per creare un nuovo prodotto. E questo è incredibilmentestimolante per tutti» ha spiegato il fondatore della no profit greca Keep Sea Blue,Lefteris Bastakis. «Le tecnologie avanzate sono strumenti potenti nella lotta ai cambiamenti climatici – chiosaStefanos Dionysopoulosdi Oracle Grecia -. La piattaforma basata sulla blockchain diKeep Sea Blueutilizza la nostra tecnologia in modo estremamente innovativo e siamo molto orgogliosi di contribuire al loro successo. Ci auguriamo che questo modello pratico di economia circolare incoraggi sempre più organizzazioni a sfruttare il potere della tecnologia percreare valore aziendale in modo sostenibile».

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