La spesa sospesa contro lo spreco alimentare
Lotta allospreco alimentaree allapovertà,circolaritàesostenibilità. Questa è la mission diSpesaSospesa.org, un progetto disolidarietàcircolare a sostegno delle famiglieeconomicamente svantaggiateattraverso l’acquisto, la vendita e la donazione di beni di prima necessità. Il progetto è stato lanciato daLab00all’inizio di maggio 2020, per aiutare le persone in difficoltà dopo ilprimo lockdown. Il processo coinvolge sia leimprese(alimentari e non) che i privaticittadini: le prime possono decidere didonare i propri prodottiin eccedenza o in scadenza per ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale; i secondi, di donaredenarocon cui acquistare beni di prima necessità. Tutto ciò che viene raccolto viene poi consegnato alleassociazionie aglienti non-profitpartner che si occupano delladistribuzionealle persone più bisognose. In due anni SpesaSospesa è riuscita a raccogliere più di1.000.000 eurograzie ai suoi 614 donatori e a distribuire1.364.326 pasti. Inoltre, è riuscita arisparmiare oltre 170 tonnellate di CO2.Tra i suoi valori, infatti, c’è anche l’impegno ambientalenel lungo periodo, attraverso lariduzione degli sprechie l’impiego ditecnologie innovativecapaci di agevolare il recupero e la ridistribuzione di eccedenze. Anche laFondazione Banco Alimentaresi occupa del recupero e della ridistribuzione dei prodotti alimentari: «Combattiamo lo spreco e recuperiamo il cibo ancora buono. Ridistribuiamo il cibo dandogli di nuovovalore». Nel 2021, ha aiutato più di 1.000.000 persone grazie alla collaborazione con più di 7.000 strutture caritative italiane, le quali ricevono il cibo recuperato dalla Fondazione per ridistribuirlo in pasti. Anche qui, tra i valori e ibenefici, troviamo quello ambientale: «Il recupero degli alimenti impedisce che questi divengano rifiuti, permettendo così ilrisparmio in risorse energetiche, quindi un abbattimento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera, e ilriciclo delle confezioni». A questo si aggiunge il caratteresociale,economicoededucativodella loro attività. Anche quest’anno, Banco Alimentare prende parte all’iniziativaCibus Food Saving, durante l’omonimafiera internazionale dell’agroalimentare Made in Italy di Parma (3-6 maggio). Al termine dell’evento, la fondazione si occuperà dellaraccoltadi tutti i prodotti delle aziende espositrici che altrimenti verrebbero gettati via: lascorsa edizionesono state recuperate15 tonnellate di cibo, pari a21.000 tonnellate di CO2non emessa. Secondo i nuovi dati diffusi dall’Osservatorio Waste Watcher International, raccolti daIPSOSe ripresi da SpesaSospesa, in Italialosprecoè in aumento del 15%, con 595 grammi pro capite a settimana registrati nel 2021 (nel 2020 erano 528). «La sfida è diproporzioni epiche- scrive SpesaSospesa – I comportamenti efficaci per prevenire e ridurre lo spreco alimentare sonourgenti, e alla portata di tutti». Lafrutta, laverdura, ilpanee ituberisono tra gli alimentimaggiormente gettati via. Ma, allo stesso tempo, proprio l’exportdi frutta e verdura Made in Italy ha registrato unrecord storiconel 2021, raggiungendo quasi 5,6 miliardi di euro (+8%). A riportalo,Coldiretticon la sua analisi sui dati Istat all’apertura del “Macfrut. Fruit & Veg Professional Show”, l’esposizione italiana della filiera ortofrutticola. Tra i prodottipiù richiestiall’estero,albicocche(+75%), mele (+5%), kiwi (+2%), pomodori (+10,5%), lattughe (+4%), cavoli (+10%), mentre rimane stabile l’uva (+0,4%) ecalanogli agrumi (-9%) e le patate (-15,6%). Iprincipali consumatorisono itedeschi, che acquistano quasi 1/3 del totale della merce spedita all’estero dall’Italia; seguono laFranciae l’Austria. Coldiretti precisa che il trend è in crescita anche nelRegno Unitononostante la Brexit (+7,7%) e in Ucraina (+4%), ma questo prima dell’invasione russa. Il buon risultato ottenuto dall’Italia, scrive Coldiretti, «è ora messo arischiodal traumaticoaumento dei costi di trasporto», con l’impennata dei prezzi del carburante.