Ragazze nel Tech: le università si confrontano

 

Non è una novità. Le donne continuano a esseresottorappresentate nelle professioni emergenti. Teoremi, leggi della fisica e funzioni algebriche non sembrano essere il loro forte. Eppure,non è proprio così. Oggi, in occasione del Girls in ICT Day, si svolgeranno una serie di attività dedicate al tema. A organizzarle per la giornata promossa dall’International Telecommunication Union (ITU),Coding Girls della Fondazione Mondo Digitale. L’evento di apertura,moderato da Alma Grandin, giornalista del TG1 Rai econ l’intervento di Roberta Cocco,consulente del Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, si terràonline a partire dalle 10.30e vedrà la partecipazione da remoto di ben10 atenei nelle principali città italiane(tra cui Roma, Milano, Torino e Palermo): l’edizione dell’anno scorso ha coinvolto oltre 15.000 studentesse in 47 città diverse e 32 partner accademici. Non se ne parla mai abbastanza. Secondo il report diAlmaLaurea, nell’anno accademico 2018/2019, anche se ci sono più donne che uomini iscritti all’università,il 58,7% preferisce corsi di studio umanistici.Appena il 18% delle ragazze, invece,intraprende corsi STEM(acronimo inglese per scienze, tecnologia, ingegneria e matematica). Sebbene le poche donne iscritte a facoltà scientificheconcludano il percorso con votazioni più alte(una media di 103,7 contro il 101,9 degli uomini) e in corso, non ottengono comunque gli stessi risultati nel mondo del lavoro. Dai dati rilevati dall’Osservatorio Talents Venture e da Assolombarda, infatti, emerge che a un anno dalla laurea,il tasso di occupazione degli uomini laureati nelle materie STEM è già più elevato di quello femminile, il 91,8% contro l’89%. Un distacco che è destinato ad aumentare. Secondo AlmaLaurea, questa forbice si allarga intorno ai 5 anni dal conseguimento del titolo:le donne occupate scendono all’84% contro uno stabile 91% degli uomini: il divario naturalmente si riflette anche sul piano remunerativo.Le donne laureate in queste materie ricevono circa 300 euro mensili in meno della controparte maschile. L’obiettivo di Coding Girls è quello di incentivare le ragazze e le giovani donne a optare per percorsi professionali nel settore delle tecnologie. In base alle stime dell’organizzazione, nel cloud computing, solo il 12% dei professionisti è donna. Nei ruoli legati all’ingegneria, come analisi dei dati e intelligenza artificiale, i numeri sono rispettivamente del 15% e del 26%. “Accesso e sicurezza”,ecco il tema scelto per quest’edizione dell’evento:2 parole chiave quando si parla di donne e materie STEM.Il senso, infatti, è proprio quello, da una parte, dirimuovere gli ostacoli che ancora oggi le ragazze devono fronteggiare e dall’altra, di incrementare la loro sicurezza nell’ambiente digitale. Si tratta, infatti, di incontri di orientamento e sessioni di role modeling rivolti alle studentesse degli istituti superiori, che si propongono di esplorare gli scenari lavorativi offerti dalle nuove tecnologie e incentivarle a lanciarsi in carriere scientifiche. Perché le donne evitano percorsi STEM? Ovviamente risalire alla matrice non è semplice e sicuramente vi contribuiscono una pluralità di fattori: individuali, sociali e familiari. Ipregiudizi esternie gli stereotipi sulle predisposizioni considerate più tipicamente femminili, negli anni della crescita e della scoperta dei propri interessi e delle proprie abilità, possono minare profondamente l’autostima di qualsiasi ragazza. Questa percezione sociale, e talvolta persino familiare, crea una sorta dibarriera psicologicaper le donne, che fin da bambine tendono a sentirsi inferiori ai maschi nelle materie scientifiche. Sensazione che a volte sembra persino confermata dagli stereotipi di genere nel corpo docenti. La mancanza di modelli di riferimento nella propria vita o nell’immaginario collettivo fa sì che molte ragazze si immedesimino con fatica in ruoli di questo tipo.