Alla frontiera Usa-Messico è record di arresti
Amarzosono statiarrestati quasi 210.000 migranti al confine tra Stati Uniti eMessico, rendendolo ilmese con il più alto tasso di arresti frontalierinegli ultimi due decenni (dal febbraio del 2000). I dati (diffusi da diversi media internazionali, quali ilWall Street JournaleReuters) sono stati pubblicati lunedì 18 aprile dallaU.S. Customs and Border Protection. «Il numero totale di marzo è unaumento del 24% rispetto allo stesso mese dell’anno prima» scrive l’agenzia di stampa britannica, mentre negliultimi sei mesigli arresti al confine sono statipiù di un milione, riporta ilWSJ. La maggior parte dei migranti proviene daCuba(più di 32.000) e dall’Ucraina. In passato, leprincipali aree di origine erano quelle del Centro America,ma oggi circa il 40% dei rifugiati proviene da regioni più distanti, secondo quanto riferito dalla US Customs and Border Protection. Due le motivazioni principali: da una parte, c’èchi fugge dai regimi autoritaridi alcuni Paesi («I migranti provenienti daCuba, Nicaragua e Venezuela, le tre dittature della regione, costituiscono una parte significativa del flusso diretto a nord», scrive ilWall Street Journal); dall’altra, chi cerca negli Stati Uniti unanuova vita, lontano dalla fame e della povertà. Secondo il quotidiano statunitense, leeconomie latinoamericane sono state le più colpite a livello mondiale dalla pandemia. Sempre nel mese di marzo, sono stati circa5.000 gli ucrainifermati alle frontiere americane (terrestri, marittime e aeree), «con un aumento significativo di coloro che cercavano rifugio al confine tra Stati Uniti e Messico», scrive ilWashington Post. Molti sono riusciti a trovare rifugio grazie apermessi umanitari: «L’amministrazione Biden ha risposto all’afflusso annunciando che avrebbeesteso l’idoneità degli ucraini allo “status temporaneo protetto”, consentendo loro dirimanere per 18 mesi e richiedere permessi di lavoro, se fossero arrivati entro l’11 aprile», continua il quotidiano. Secondo alcune stime, i funzionari del Paese si aspettano circa 60.000 domande nei prossimi giorni. Ma il governonon ha ancora dato delle indicazioni preciseal riguardo e, di conseguenza, i rifugiati ucraini cercano aiuto alla frontiera con il Messico: «Non ci sono istruzioni chiare per gli ucraini su come dovrebbero entrare negli Stati Uniti – ha spiegato Michael Levitis, conduttore radiofonico di New York, nato a Mosca da padre ucraino – Quindi, per disperazione,andranno in Messico perché il Paese consente alle persone con passaporto ucraino di arrivarenegli Usa». Come riporta ilWashington Post, la famiglia di Levitis è arrivata negli Stati Uniti nell’ambito di un programma speciale per gli ebrei sovietici, e per questo motivo il conduttore ha chiesto al presidente Biden di istituirne uno simile per i rifugiati di guerra. Se il flusso di migranti attuale sembra molto elevato, si stima che con larevocadelTitle 42 Orderil numero aumenterà. Grazie a questo ordine, istituito nel 2020 durante la pandemia di Covid-19, gli agenti di frontiera hanno potutorespingere i richiedenti asilo per motivi legati alla salute pubblica: circa lametà dei migranti presi in custodia lo scorso marzo sono stati respintiper il Title 42. «Questa cessazione – hanno scritto il primo aprile iCenters for Disease Control and Prevention- saràattuata il 23 maggio 2022, per consentire al Dipartimento della sicurezza interna il tempo di concretizzare protocolli di mitigazione del Covid-19 appropriati, come l’ampliamento di un programma per fornire vaccinazioni ai migranti e prepararsi alla ripresa della migrazione regolare». Questo “ritorno alla normalità”porterà inevitabilmente un numero elevato di persone alla frontiera. SecondoReuters,Democratici, medici e Nazioni Unite si sono opposti al Title 42, denunciando la mancanza di prove scientifiche a sostegno dell’idea che il respingimentolimitasse la diffusione del virus.IRepubblicani, invece, sonocontrari alla revoca, temendo per un possibile assalto alle frontiere. Questo è un tema delicato negli Stati Uniti, che divide politici ma anche cittadini. Da un sondaggio delWall Street Journalcondotto marzo, è emerso chel’immigrazione e la sicurezza frontaliera sono due questioni rilevanti per gli elettori: «il 57% degli intervistati disapprova la gestione del confine da parte della presidenza Biden – scrive il giornale – mentre e il 33% ha affermato di approvarla».