La top 10 dei green influencer italiani

 

La sostenibilità si impara anche attraverso i social. Lo dimostra la vasta gamma di green influencer che su Instagram veicolano contenuti legati all’ambiente e al rispetto per il Pianeta, e lo dimostra anche il loro vasto seguito. Segno che l’impegno per una società più sostenibile è una priorità sempre più diffusa, sempre più sentita. Flu Plus, suite integrata di influencer marketing e parte diFlu,l’agenzia specializzata nellacreazione, produzione e distribuzione di contenuti con Influencer, ha realizzato un’analisi per scovare idieci più seguiti in Italia. Al primo posto c’èCristina Cotorobai, con unengagemenetrate(la capacità di coinvolgimento del contenuto,ndr) al 14,87%, che ai suoi 52.000 followers parla di sostenibilità legata alle proprie abitudini quotidiane, che siano alimentari o legate alla moda dell’usato, ai trasporti a emissioni zero, alle energie rinnovabili o alla raccolta differenziata. SegueRuggero Rollini, laureato in chimica classe 1996 che collabora alla realizzazione diSuperquark+, il programma di divulgazione scientifica diPiero Angela: agli oltre 38.000 utenti che lo seguono spiega la chimica dell’ambiente, il modo in cui le varie specie chimiche interagiscono con gli ecosistemi. Medaglia di bronzo perCamilla Agazzone, che veicola «consigli per essere imperfetti sostenibili»: quasi 72.000 follower e tanti piccoli passi per salvare il mondo, come la rinuncia all’uso dell’auto da più di due mesi, all’acquisto di vestiti da un anno, alle bottiglie di plastica da due. Gli altri influencer green sono, in ordine,Giorgia Pagliuca,Alice Pomiato,Alex Bellini,CamillaMendini,Luca Talotta,Silvia Stella OsellaeFedericaGasbarro. La ricerca ha rilevato che laaudience principale, pari al 66% del totale, è composta dadonne tra i 25 e i 34 anni. Non solo le donne, come hanno dimostrato recenti studi, sono le più colpite dai cambiamenti climatici, ma sono anche le più interessate a trovare una soluzione per preservare e rinnovare gli equilibri ecologici del Pianeta. Con l’avvicinarsi dell’Earth Day, la Giornata mondiale della Terrache verrà festeggiata il22 aprile, cresce anche l’interesse per la comunità social per la salvaguardia del nostro Pianeta, ogni anno sempre più rilevante anche per le istituzioni: solo in Italia, per esempio, nel prossimo quadriennio è previsto un investimento per la transizione ecologica di quasi72 miliardi di euro di fondi europei. «Negli ultimi anni è molto cresciuto il numero di persone che scelgono dicomunicare la sostenibilità sui social media, al fine di sensibilizzare gli altri utenti alle tematiche ambientali», ha spiegato Chiara Dal Ben, Marketing & Innovation Director di Flu. «Tra di loro ci sono attivisti, giornalisti, studenti o semplici appassionati che hanno intrapreso uno stile di vita più sostenibile e condividono con i loro followerun punto di vista responsabilesu temi come l’inquinamento degli oceani, il riscaldamento globale, l’alimentazione bio, la moda sostenibile, i prodotti beauty vegani e tanto altro». Anche tra inano influencer, che possono contare su una fanbase da meno di 10.000 follower, le tematiche sostenibili sono molto sentite. Le ambientalisteChiara Saccani,social media manager di Planit, che racconta la lotta alla crisi climatica, eMaria BeatricePavanello,che gestisce la pagina social “Ecologista imbruttita”, sono in cima alla lista dei più seguiti su Instagram. Tra ipersonaggi che promuovono uno stile di vita più green,veicolando consigli eco-sostenibili da seguire nella vita di tutti i giorni, Cristina Cotorobai ha «iniziato dopo la nascita di mia figlia, Blu. Realizzare che il suo futuro sarebbe stato incerto su unPianeta malatomi ha spinta a far la mia parte e condividere sui social il percorso intrapreso assieme al mio compagno per un’esistenza meno impattante e più consapevole». Secondo Cotorbainon serve fare lezioni di vita, ma è importante dare l’esempio in prima persona. «Condividere la propriacena veganaattira e incuriosisce più persone che predicar loro i motivi per i quali sbagliano a mangiare la carne e tra un ingrediente e l’altro aggiungo qualche dato e le fonti». Il percorso di Ruggero Rollini è legato ai suoi studi, invece: «Ho iniziato per caso, quando mi sono iscritto aChimica e ho unito le passioni per questo tema e il video-makingin un canale molto acerbo di divulgazione. Solo in un secondo momento mi sono avvicinato e interessato alla teoria della Comunicazione della scienza e ho capito che sarebbe potuto diventare il mio lavoro». Secondo Rollini, fare il divulgatore è un continuo stimolo ad approfondire nuovi argomenti e formati: «Parliamo di temi molto complessi. Sarebbe sbagliato e profondamente scorretto non comunicare questa complessità. Chi tratta di sostenibilità per slogan, messaggi facili e capri espiatori sta facendo un grande disservizio alla propria utenza».