Cos’è la bioeconomia circolare tra Italia e Francia

Cos’è la bioeconomia circolare tra Italia e Francia

 

A fine marzo l’Italia ha firmato unprotocollo d’intesatra l’associazione franceseBioeconomy for ChangeeSpring, il cluster italiano della bioeconomia circolarenato nel 2014 e oggi parte della cabina di regia nazionale sul tema. Il memorandum, si legge nelcomunicatodiffuso dal ministero degli Esteri, «ha lo scopo dirinforzare la collaborazione tra i due ecosistemi nazionalia favore della ricerca, dell’industrializzazione e della commercializzazione di idee innovativebiobased». Il protocollo conferma inoltre la collaborazione tra i due Paesi europei sancita dalTrattato del Quirinalefirmato il 26 novembre 2021, che prevede una cooperazione bilaterale rafforzata in aree come la politica economica e migratoria, la sicurezza e la difesa, l’istruzione, lo sviluppo sociale, l’industria aerospaziale, la ricerca e l’innovazione. Per quanto riguarda in particolare l’ambiente, il testo del Trattato recita che le parti firmatarie sono «determinate a combattere il cambiamento climatico e a preservare la biodiversità», si dichiarano «convinte che i progressi economico, sociale e ambientale siano indissociabili» e «consapevoli che la sicurezza e la prosperità delle nostre società richiedano un’azione urgente per salvaguardare il nostro Pianeta». «La bioeconomia circolare costituisce uno dei pilastri della transizione verde», ha commentato l’ambasciatriceTeresa Castaldoin merito al protocollo d’intesa. «Le collaborazioni che avvieranno direttamente gli associati alle due organizzazioni», ha aggiunto, «possono diventare un modello di riferimento in altri settori di cruciale importanza per lo sviluppo sostenibile». Macosa si intende con l’espressione “bioeconomia circolare”? Secondola definizione data dalla Commissione Europea, la bioeconomia «concerne tutti i settori e i sistemi basati su risorse biologiche (specie animali e vegetali, microrganismi e la biomassa che ne deriva, compresi i rifiuti organici)», ovvero comprende «tutti i settori della produzione primaria che utilizzano e producono risorse biologiche (agricoltura, silvicoltura, pesca e acquacoltura), e tutti i settori economici e industriali che utilizzano risorse e processi biologici per la produzione di alimenti, mangimi, prodotti a base biologica, energia e servizi». L’impatto della bioeconomia circolare è ritenuto di fondamentale importanza nel processo didecarbonizzazione, in linea con gli obiettivi dineutralità climaticafissati dall’Accordo di Parigie ribaditi dalGreen Deal europeoall’interno delPiano d’azione per l’economia circolare, che il 30 marzo ha presentato unnuovo pacchetto di propostesui prodotti sostenibili. Secondol’ultimo rapportorealizzato dalla Direzione centro studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec,nel 2020 la bioeconomia in Italia ha generato unvalore di produzione pari a 317 miliardi di euro, terzo Paese in Europa dopo Germania e Francia, dando lavoro a circa 2 milioni di persone in particolare nella filiera agro-alimentare, che copre circa il 70% degli occupati, seguita dal sistema moda (10,3%) e dalla filiera del legno-arredo (9,1%). Il protocollo d’intesa siglato presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi, fa sapere la Farnesina, prevede inoltre l’istituzione di ungruppo di lavoro per la determinazione di aree tematiche prioritarie, come quella relativa alle plastiche. Oggi l’associazione Bioeconomy for Change riunisce più di 450 membri tra cooperative, aziende, università, autorità pubbliche e fondi di investimento. Il cluster Spring, invece, conta sull’adesione di oltre 120 soggetti e dal 2017 è parte delGruppo di coordinamento nazionale per la bioeconomia, attivo nell’ambito del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (CNBBSV) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.