Nuove regole per le big tech
Ogni giorno con i nostri smartphone o pcmandiamo messaggi, facciamo acquisti online, postiamo foto e cerchiamo informazionisui motori di ricerca (o meglio, su Google). Queste sono tutte attività quotidiane che compiamo quasi inconsapevolmente e quasi sempre sulle stesse piattaforme: i grandiBig Tech. E il pericolo è proprio qui, nel dominio che questi “grandi” possono ottenerea svantaggio delleimpresepiù piccole. Per arginare il problema, nel dicembre del 2020 è stato proposto a livello europeo ilDigital Markets Act(DMA), «per affrontare le conseguenze negative di determinati comportamenti da parte delle piattaforme online che agiscono comegatekeepers digitalidel mercato europeo». Pochi giorni fa, il 24 sera, i negoziatori del Parlamento e del Consiglio europeo hanno concordato le nuove regole del DMA perassicurare la libera concorrenza dei mercaticontro il potere delle grandi piattaforme digitali. L’accordo,provvisoriamente approvato, è rivolto principalmente alle imprese che forniscono i “core platform services” (come motori di ricerca, servizi di social networking o di comunicazione), con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo di 7,5 miliardi, e con almeno 45 milioni di utenti finali mensili nell’Unione Europea e 10.000 utenti aziendali annuali. Coloro che rientrano in questa descrizione possono essere definiteaziende gatekeepers, ovvero imprese così grandi e diffuse da costituire unapossibile minaccia per la libera concorrenza del mercato. «IlDigital Markets Actponefine al predominio crescente delle aziende Big Tech. L’Europa garantirà così più concorrenza, più innovazione e più scelta per gli utenti», ha dichiaratoAndreas Schwab, relatore della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori del Parlamento Europeo. L’accordo prevede che i più importanti servizi di messaggistica (come Whatsapp, Facebook Messenger, iMessage)interagiscano con altre piattaforme più piccole, qualora queste ultime lo richiedano. «Gli utenti di piccole o grandi piattaforme – si legge in unanotadel Parlamento Europeo – potranno scambiare messaggi, mandare file o fare videochiamate tramite le app di messaggistica, così dafornire agli utenti una più ampia scelta». Inoltre, il Parlamento ha assicurato che grazie al DMA idati personalidegli utenti saranno utilizzati confini di marketing solo previo consenso esplicitodegli interessati e, come ha riportato l’Independent,le aziende potrannochiedere il consenso un numero limitato di volte,così da evitare lo spam di messaggi. Infine, gli utenti potrannoscegliere liberamente le proprie applicazionitra le varie alternative proposte (il browser, gli assistenti virtuali, i motori di ricerca). «Se un gatekeeper non rispetta le regole – continua la nota – la Commissioneimporrà multefino al10% del fatturato mondialedell’azienda, che arriverà al20% in caso di infrazioni ripetute. In caso di violazioni sistematiche, la Commissione potràvietare loro di acquisire altre societàper un certo periodo». La legge, che dovrebbe entrarein vigore nel 2023(dopo l’approvazione definitiva del Parlamento e del Consiglio), punta a rendere ilmercato digitale più equo e aperto, così da permettere alle piccole e medie imprese di farsi strada tra i giganti digitali che da sempre popolano questo mondo. Accanto al DMA, ilDigital Services Act(DSA)per la regolamentazione del contenuto delle piattaforme stesse che, però, risulta essereancora in discussione.