Gli anelli degli alberi raccontano il cambiamento climatico

Quando da piccoli capitava di imbattersi in un tronco tagliato, si faceva a gara per indovinare quanti anni potesse avere. Ilnumero delle linee circolari segnate sul ceppo ne rivela l’età, l’ampiezza variabile, invece, fornisce indizi ulteriori. Glianelli sottili, per esempio, testimonianostagioniparticolarmentesecche, quellilarghi, invece,periodi più umidi, mentre le macchie annerite indicano il passaggio delle fiamme. Gli alberi, quindi, non tramandano solo la propria storia, ma anche quella del mondo. Ladendrocronologiaè unmodello di datazionemesso a punto dall’astronomoAndrew Ellicott Douglassneglianni ’20, basato sull’osservazione dellacrescita annuale degli anelli sul tronco degli alberi, che può risalire indietro nel tempo di diversi secoli, a volte persino millenni. L’elaborazione di questa tecnica, utilizzata molto anchein archeologiaper la datazione dimanufatti in legno, avvenne casualmente, nel corso degli esperimenti dello scienziato sull’influenza dei cicli solari sul clima terrestre. Nel tempo, ovviamente, le modalità di lavoro degli studiosi sono cambiate, divenendo sempremeno intrusive e dannose per gli alberi: niente più asce o motoseghe per prelevare le sezioni di tronco migliori. Adesso si utilizza unasottilissima trivella in metalloe infilandola nel tronco, si ricava una piccolascheggia di legno delle dimensioni di una cannuccia. Ad oggi ilLaboratory of Tree-Ring Research dell’Università dell’Arizonavanta l’archivio più ricco al mondo, con oltre700.000 campionia disposizione:600.000 sezioni di alberi e 100.000 frammenti di carbone, tutti etichettati, catalogati e conservati. Solo i ricercatori possono accedere alla collezione del laboratorio, ma è in preparazione una versione digitale, un database pubblico, su cui sarà possibile compiere delle ricerche. “L’andamento del cambiamento climatico incide sugli anelli degli alberi”, ha spiegato l’ecologoThomas W. Swetnam,l’ex direttore del laboratorio, alWashington Post.Lo descrive come“una grande biblioteca del clima e della storia umana”. Un ambito della conoscenza di cui sappiamo ancora poco e che potrebbe avere delle ricadute interessanti sull’esame del cicloglobale del carbonio,dei modelli di crescita delle foreste e dei cambiamenti climatici. Recentemente, inoltre, il laboratorio ha fornito un contributo fondamentale a uno studio sui22 anni di siccità che stanno affrontando i Paesi occidentali.I ricercatori dell’Università della Californiahanno tratto delle conclusioni preoccupanti: è in corso una crisi idrica senza precedenti, la peggiore degli ultimi1.200 anni, un lasso di tempo confermato proprio dalla lettura degli anelli degli alberi. Anchein Europanon mancano iniziative al riguardo. Il progettoTREE-RINGS & CLIMATE(Temporal instability of tree-ring/climate relationships: Tree responses to climatic change and implications for paleoclimate research), lanciato nel 2011,cofinanziato dai fondi dell’Uee conclusosi nel 2014, si prefiggeva l’obbiettivo di approfondireil rapporto tra gli anelli degli alberi e il clima.Studiando le interazioni l’impatto degli agenti atmosferici sulle foreste nel tempo, concentrandosi sullaPenisola ibericae sullaregione boreale, i ricercatori hanno potuto individuare una serie diindicatori climatici contenuti negli anelli dei tronchi. In Italia, invece, ilLaboratorio di dendrocronologia di Rovereto, fondato nel 2011 daMaria Ivana Pezzo, custodisce il più grande archivio nazionale, con8.000 campioni e 13.000 file di misurazioni e cronologie. Gli alberi, conservando la memoria del passato, funzionerebbero come“scatole nere”, hanno spiegato Maria Ivana Pezzo e i suoi colleghi alla conferenza del 2020 “Leggere il clima negli anelli degli alberi”,organizzata dalla Fondazione Alvise Comel e dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto.