Entro 5 anni avremo un sistema di allerta meteo planetario

 

Dagliincendiin Australia, Siberia, Sardegna e California fino allealluvioni tedeschee all’uragano Ida dello scorso anno, che ha originato una delle cinque tempeste più forti degli Stati Uniti occidentali. Entro 5 anni la popolazione di tutto il globo potrà, finalmente, beneficiare diun valido strumento per proteggersi dalle pesantissime ripercussioni della crisi climatica. La promessa arriva direttamente dall’Onuil cui segretario generale,António Guterres, ha fatto sapere di aver incaricato l’Organizzazione meteorologica mondiale(OMM) diguidare lo sforzo e presentare un piano d’azione per raggiungere questo obiettivoalla prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima in Egitto, a novembre.Garantendo un sistema di protezione di allerta meteo preventiva a tutte le latitudini. Sul piatto sono previstiinvestimenti per oltre 1,5 miliardi di dollari.Il denaro sarà raccolto da istituzioni come la Banca mondiale e il Green Climate Fund. Secondo gli espertiquesto tipo di spesa si ripagherà in breve tempo. Per laGlobal Commission on Adaptation,un investimento di 800 milioni di dollari può comportare perdite evitate fino a 16 miliardi di dollari, cioè 20 volte l’esborso iniziale. L’annuncio di Guterres è stato dato in occasione dellaGiornata mondiale della meteorologia, il 23 marzo, quest’anno intitolata Early Warning and Early Action (Allerta precoce e azione precoce). Ad oggi, circaun terzo della popolazione mondiale, soprattutto nei Paesi meno sviluppati e nei piccoli stati insulari in via di sviluppo,non è ancora coperto da sistemi di allerta precoce. In Africa, la situazione è ancora più grave: il 60 per cento delle persone non ha protezione. Proprio qui,nella primavera del 2019 il ciclone Idai, che ha colpito la parte meridionale meridionale, ha provocatola morte di circa mille personetra Mozambico, Malawi e Zimbabwe. Negli ultimi 50 anni si è verificato in mediaogni giorno un disastro meteorologicoo legato all’acqua. E con il cambiamento climatico,questi eventi estremi legati al clima sono in aumento, di oltre cinque volte negli ultimi 50 anni. «Il cambiamento climatico causato dall’uomo sta danneggiando ogni regione. Ogni incremento del riscaldamento globale aumenterà ulteriormente la frequenza e l’intensità degli eventi meteorologici estremi.Dobbiamo investire allo stesso modo in adattamento e resilienza. Questo includele informazioni che ci consentono di anticipare tempeste, ondate di calore, inondazioni e siccità», ha dichiarato il capo delle Nazioni Unite. L’OMM cercherà di mettere in attola tecnologia che comporterà il monitoraggio in tempo realedell’atmosfera in modo che le persone in queste aree siano informate dell’arrivo diun’inondazione, un’ondata di caldo torrido o una tempesta. Fondamentalmente, i sistemi aiuteranno a informare governi e cittadini, predisponendosi a ricorrere ai ripari. Ma che cosa sonoi sistemi di allerta meteo? Rappresentano un insieme di procedure in grado diridurre i rischi associati a fenomeni naturali particolarmente intensi. In Italia, sono gestiti dallaProtezione Civilee permettono di limitare danni a cose e persone su tutto il territorio nazionale. Nel momento in cui sono attesi fenomeni meteo particolarmente intensi, la Protezione Civile ha la possibilità, se lo ritiene opportuno, didiramare un’allerta, garantendo una maggiore tutela di cittadini, infrastrutture ed edifici. L’allerta viene diramata daiCentri Funzionali, nuclei operativi che si occupano dell’attività di previsione, monitoraggio e sorveglianza dei fenomeni atmosferici così come del loro eventuale impatto sul territorio colpito. I dati registrati dai Centri vengono poi confrontati con i limiti imposti dalla legge: a seconda della gravità,scatta un livello di allerta piuttosto che un altro. In caso di rischio, che può essere meteorologico o idrogeologico e idraulico, i Centri si occuperanno poi didiramare l’allerta a province, comuni e Prefetture, così da attuare tutte le operazioni necessarie per limitare i possibili danni. E arriviamo, così, alladefinizione della gravità dell’evento previsto rifacendoci ai colori del semaforo. Verdesi riferisce a quelle aree dove si possono verificarsi localmente eventi di intensità ridotta (come caduta di fulmini o caduta massi).Gialla, invece, è l’allerta che riguarda criticità ordinarie facilmente affrontabili a livello locale, come l’allagamento di tunnel o la caduta di alberi.Arancionesi inerisce a fenomeni moderati peròcon una portata ampia. Includendo dunque danni a centri abitati, edifici e attività produttive. Infine,l’allerta rossa, che inerisce a una situazione estrema, sia per gravità che per estensione. Mai come in questo caso è utile ricordarci l’adagio “meglio prevenire che curare”.