Winnie Harlow lancia una linea di creme solari inclusiva e genderless

Winnie Harlow lancia una linea di creme solari inclusiva e genderless

 

Fashion e beauty da un po’ di tempo si stanno dando un gran da fare per sposareprogetti di inclusivitàe distaccarsi da quel dogma che per decenni ha tenuto banco nelle due industrie, ovvero che la ricerca di perfezione e bellezza standard fosse l’unica via da perseguire. Il più delle volte però a ideare campagne, prodotti e concept sono persone che non hanno mai vissuto direttamente alcuna forma di marginalizzazione e proprio per questo i risultati non sempre sono azzeccati. Diversissimo il caso diWinnie Harlow, top model tra le più richieste del momento, lanciatasi come molte altre celeb nella sua prima avventura imprenditoriale, spinta però da una marcia in più, che altro non è se nonla sua storia personale. A caratterizzarla, infatti, è una particolarità che prima di lei, e per molti versi anche dopo, era considerata incompatibile con il concetto di bellezza e che le ha causato numerose difficoltà: lavitiligine, una malattia autoimmuneche si manifesta con la formazione di chiazze chiare sulla pelledovute al fatto che le normali difese immunitarie dell’organismo a un certo punto decidano per errore di colpire i melanociti, responsabili della pigmentazione. Proprio perché visibile, questa patologia è contornata daun forte stigmae spesso chi la sviluppa la percepisce comesocialmente invalidante. La stessa cosa è successa aWinnie Harlow, che però a un certo punto ha deciso di farne una peculiarità, approfittando di tale caratteristica per fare divulgazione econvincere tutte le ragazze ad accettarsi per come sono. A seguito dell’impegno da attivista la top model è passata in questi giorni ai fatti, creando unalinea di creme solari inclusiva e genderlessadatta a ogni tipo di pelle, compresa quella con vitiligine. L’idea per la creazione diCay Skin, questo il nome della collezione, è nata da un episodio personale. Come raccontato da lei stessa in molte interviste, nel 2018 mentre stava posando per uno shooting sotto il sole delle Bahamas le è stato impedito di riapplicare la crema solare perché avrebbe creato una lucentezza blu-argentosulle macchie chiare che fotografi e stylist giudicavano inadatta alla resa finale delle foto. La modella obbedì e la conseguenza fu unascottatura gravissimacurata con la somministrazione di farmaci e antinfiammatori. Da quell’evento negativo si è sviluppata in lei la voglia di non tacere più e di dare a tutte le persone,senza distinzione di sesso, pelle o problematichevarie, gli strumenti di difendersi dai danni del sole ma anche da quelli che può causare la gente. Nata e cresciuta aTorontoda una famiglia di originegiamaicana, Winnie Harlow non ha sempre avuto la vitiligine. Le prime macchie sono comparse all’età di 4 anni e da allora è stata vittima digravi episodi di bullismo, soprattutto a scuola, dove i compagni la chiamavano “zebra” o “mucca” e dai quali è dovuta scappare cambiando Istituto. Crescendo le cose non sono migliorate, visto che non si contano le agenzie di modelle che l’hanno scartata proprio a causa delle sua pelle, fino a quandoa notarla su Instagram fu Tyra Banks, che la volle alla 21esima edizione dell’America’s Next Top Modeldel 2014, spalancandole le porte del fashion system e conducendola a calcare le passerelle più prestigiose, inclusa quella diVictoria’s Secretnel 2018. Anche in quel caso, Winnie Harlow segnò la storia, diventando la prima modella del mondodiversityad aggiudicarsi il titolo diangelo. Dopo di lei la virata del brand verso l’inclusività, con la cancellazione definitiva del celebre show e la realizzazione di campagne ricche di donne comuni e di qualunque tipologia, come latransgender Valentina Sampaio e Sofía Jirau, modella con sindrome di downvolto dell’ultima collezione del marchio. Nonostante la notorietà, ancora oggi non mancano soprattutto sui social network le persone che decidono di sfogare la propria frustrazionecontro Winnie Harlow,che nel 2011 ha girato un video per sensibilizzare sulla sua condizione cutanea: intitolatoVitiligo: A Skin Condition not a Life Changer. Bersaglio di haters è stata recentemente anche l’attriceKasia Smutniak, “colpevole” come Winne di avere la vitiligine e nessuna intenzione di nasconderla, ma di viverla in libertà considerandola semplicemente per quella che è: una caratteristica fisica e null’altro.