Ci sarà una nuova Norimberga per Putin?

 

Fare parallelismi, quando si ha a che fare con la Storia, può essere rischioso oltre che semplicistico. Lo ammette senza troppi giri di paroleMarco Cuzzi, professore di Storia contemporanea all’Università Statale di Milano. Perché non esiste una forma di parallelismo completa e perché, per chi con la Storia ci lavora, non si ripete mai, diversamente da quanto si è sentito parlare in questo mese. Putin come Hitler, la Shoah come l’invasione russa in Ucraina, e la richiesta dei leader internazionali di una nuova Norimberga, il processo iniziato nel 1945 contro i piani e i gerarchi del Terzo Reich.Èpossibile? Studiare storia, oggi, vuol dire essere un testimone prima che uno spettatore. Assistere, se pur da lontano, a quello che sta accadendo in Ucraina dal 24 febbraio con una differenza, avere le competenze e gli strumenti per non dover per forza trovare delle similitudini con il passato. «Il divario tra Hitler e Putin?- ripete la domanda Cuzzi -È abissale: il presidente della Federazione Russanon ha un impianto razziale o razzista: se dovessimo fare un ragionamento per tutti quelli che sono imperialisti, allora tutti sono come Hitler. Se andassimo a vedere l’impianto ideologico, mi sembraun impianto ultranazionalista,ma senza la componente e l’idea razzista, almeno allo stato attuale». Lo storico spiega come ci siano degli aspetti nellaretorica di Putinche potrebbero suggerire alcuni atteggiamenti caratteristici di Hitler, comela decadenza del mondo occidentale, la correttezza morale della Russia ortodossa rispetto agli altri, e il ristabilire uno“spazio vitale”(Lebensraum), se pur non a Est come negli obiettivi della guida del Reich tedesco. Quello che Marco Cuzzi e altri storici hanno invece visto nell’imperscrutabile mente di Putin, èil paragone con Pietro il Grande, e con Stalin: il richiamo con quest’ultimo viene daldisprezzonei confronti dell’Ucraina (Holodomoro “sterminio per fame”, si riferisce alla morte di migliaia di ucraini provocata negli Anni ‘30 dalle politiche di Iosif Stalin), mentre quello con l’imperatore di Russia è dovutoalla volontà di spingersi verso ovest e allontanare il pericolo che incombe su Pietroburgo e Mosca. Ancora Putin come Hitler secondo il contenuto di una petizione online, pubblicata suAvaaz, che chiede di organizzareun tribunale sullo stile di quello di Norimbergaper il presidente russo Vladimir Putin (firmata da 1.400.000 persone). Gli organizzatori sperano che la campagna virale, lanciata il 14 marzo, possa costringere laCorte penale internazionale dell’Aiaad avviare unprocedimento contro il presidente della Federazione Russa.E non sono i soli: gli ex premier britanniciGordon Brown e John Majorsostengono la creazione di un tribunale internazionale per indagare eperseguire Putin per i crimini di guerra commessi in Ucraina(i crimini di guerra sono violazioni delle protezioni stabilite dalle leggi internazionali, come la Convenzione di Ginevra approvata nel 1949, a tutela dei civili, dei feriti, dei prigionieri nel corso di un conflitto, e più in generale tutti gli atti contrari ai diritti umanitari). E poi ci sono gli Stati Uniti: mentreJoe Bidennon ci ha pensato 2 volte a definire il suo omologo russo“un criminale di guerra”, Ned Price, portavoce per il Dipartimento di Stato degli Usa, ha tenuto a precisare che non spetta agli Stati Uniti decidere come le indagini debbano concludersi: «Osserviamo la situazione da vicino, raccogliamo prove e le condividiamo. Qualsiasi decisione sarà presa, sarà data da quello che viene trovato e dalla sua applicabilità con il diritto internazionale», ha dichiarato Price. Tra gli organi giudiziari che si occupano di crimini di guerra ilTribunale dell’Onuche ha ordinato alla Russia di interrompere la guerra, giudicandola un atto illegale, elaCorte Penale Internazionaleche ha aperto un’inchiesta su Vladimir Putin e sui massimi responsabili civili e militari russi per appurare se hanno commesso crimini di guerra nell’invasione dell’Ucraina.Un processo contro Putin, però, non è una cosa così semplice e scontata: innanzitutto, la Corte Penale Internazionale non può agire per perseguirlo senza un mandato del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, nel quale siede quale membro permanente con diritto di veto anche la Russia, che allo stesso tempo non ha mai ratificato il trattato di costituzione della Corte Penale Internazionale. Come ci insegna la Storia, è difficile che tutti i crimini vengano puniti: dal massacro delleFoibe nel 1943 alla guerra d’Etiopia del 1935, fino al genocidio armenoda parte dell’Impero ottomano, riconosciuto dalla Commissione dell’Onu per i diritti umani come il primo genocidio del XX secolo, ma non da tutti i 27 Paesi della Ue. «Calpestare la libertà di un popolo è sempre un crimine– afferma Marco Cuzzi –. Tanti criminali sono stati poi accolti di nuovo all’interno del consenso internazionale. Bisognerà aspettare per vedere quanto le parole di esponenti internazionali avranno una reale applicazione, e se riusciranno a “mantenere il punto”». Per la prima volta, conclude lo storico, abbiamo a che fare conun leader solo, senza riuscire a capire dove possano arrivare i suoi poteri, «qualcosa chemi ricorda il Tardo Impero Romano».