Ucraina, SpaceX avverte: «Non possiamo più pagare Starlink»

Era iniziato tutto a partire daun appello su Twitterdel vice primo ministro ucraino Mykhailo Fedorov:“Mentre tu cerchi di colonizzare Marte, la Russia tenta di occupare l’Ucraina!”. Si riferiva aElon Musk, fondatore e Ceo diSpaceX, e chiedeva di “fornire all’Ucraina stazioniStarlink” per supportare il Paese invaso dalla Russia. L’amministratore delegato di Tesla aveva risposto attivando il servizio e inviando dei terminali che consentissero di accedere al servizio Internet satellitare. Da allora ha sempre coperto i costi del servizio, ma quei giorni sono finiti: Elon Musk ha dichiarato che non può più continuare a finanziare Starlink in Ucraina e ha chiesto l’intervento del Pentagono. LaCnnha ottenuto dei documenti che mostrano che, a settembre, il direttore delle vendite governative dellaSpace Exploration Technologiesha inviato una lettera al Pentagono in cui chiedeva che ilDipartimento della difesa degli Stati Uniti d’Americasi occupasse dei finanziamenti per l’uso militare di Starlink, che secondoSpaceX costerebbe più di 120 milioni di dollariper il resto dell’anno e circa 400 milioni di dollari per i prossimi 12 mesi: “Non siamo in grado di donare ulteriormente terminali all’Ucraina o finanziare i terminali esistenti per un periodo di tempo indefinito”. Le unità satellitari donate finora all’Ucraina sono 20.000 e il costo dell’operazione perSpaceXè stato di “80 milioni di dollari”, hatwittatoMusk. Starlink, che utilizza terminali dotati di antenne per accedere a Internet, ha consentito all’esercito ucraino e all’intera popolazione diservirsi della rete anche dopo che ibombardamenti russil’avevano impedito. Inoltre, la connessione satellitare è particolarmente utile per l’utilizzo dei droni da parte dell’esercito ucraino, perché consente di identificare i bersagli e correggere il loro fuoco in tempo reale. E serve anche a comunicare con le famiglie che aspettano il ritorno dei soldati al fronte. Un taglio al servizio, spiega ilWashington Post, paralizzerebbela principale modalità di comunicazione dell’esercito ucrainoe potrebbe dareun grande vantaggio allaRussia, che continua a cercare di disturbare i segnali e il servizio telefonico nelle zone orientali e meridionali di combattimento. Fare a meno del servizio Starlink in prima linea «è come combattere senza una pistola», ha commentato un comandante ucraino dopo la fuga di notizie. Alcune figure dell’esercito ucraino hanno detto alWpche, insieme ai volontari, sarebbero disposti a pagare il servizio da soli, se necessario. All’inizio di ottobre, Muskha lanciato un sondaggio su Twitterin merito al suo piano per riappacificare Ucraina e Russia: tra le condizioni ha inserito la possibilità che l’Ucraina rinunci alla Crimea, invasa dalla Russia nel 2014. Il 59% ha cliccato “no”, ma la risposta più eclatante è stata quella dell’ambasciatore di Kyiv in Germania, Andrij Melnyk: non ha apprezzato il gesto, twittando parole poco diplomatiche. A Musk il tweet non è sfuggito, tanto che ha giustificato la sua richiesta al Pentagono con la frase:“Stiamo semplicemente seguendo la sua raccomandazione”. Dopo l’inchiesta dellaCnn, un alto funzionario del Pentagono ha confermato la richiesta del fondatore di SpaceX, aggiungendo: «Musk fa balenare la speranza sulle teste di milioni di persone, poi fa pagare al Dipartimento della Difesa il conto diun sistema che nessuno ha chiesto, ma da cui ora molti dipendono».