Le lingue a rischio estinzione sono 577, ma possiamo salvarle

 

Così come le specie animali,anche le lingue rischiano l’estinzione.Non c’entra il clima, stavolta, ma quanto e da quali generazioni vengano parlate. L’Atlante interattivo delle lingue del mondo in pericolorealizzato dall’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, mostra dal 2011 le lingue in pericolo di sopravvivenza, e ogni anno il numero aumenta. Ci sono, però, vari criteri, o livelli di minaccia, che sulla mappa interattiva sono segnati in vari colori diversi: si parte dal “vulnerabile”, in bianco, che riunisce quelle che sono parlate dalla maggior parte dei bambini, ma probabilmente solo in determinate circostanze, come la casa e la famiglia. Si passa al giallo, “decisamente in pericolo”, quando i piccoli non imparano più la lingua come lingua madre in casa. Man mano che si sale, il grado di criticità aumenta: “gravemente in pericolo”, in arancione, si riferisce a quelle parlate dai nonni e dalle generazioni più anziane, mentre i loro figli le capiscono ma non le usano per esprimersi né per comunicare coi bambini. Rosso, o “In pericolo critico”, è la categoria propria delle lingue parlate raramente e parzialmente da nonni e anziani, ed è il livello più critico prima del finale, “estinta”. Rigorosamente in nero. La mappa ne segna228, scomparse tra il 1950 e il 2010: si trovavano perlopiù inAmerica Latina, del Nord, Africa e Oceania. L’elenco ne riporta il nome ufficiale, la regione d’origine, l’anno in cui si è estinta, e dà la possibilità di inviare commenti, condividere informazioni e descrivere progetti di salvaguardia o rivitalizzazione recenti dedicati alla lingua in questione, inserendo il proprio nome, cognome e email.Ci sono la Dororo, dalle Isole Salomone, la Kwisi, in Angola, il Soyot in Russia e Wetalh in Canada. Quellegravemente in pericolo colorano di rosso tutta la mappa, raggiungendo quota 577: sono principalmente negli Stati Uniti, in Canada, in Asia e negli arcipelaghi circondati dall’Oceano Pacifico. Paragonandole alle lingue totali del mondo, che secondo i linguisti sono circa 5.000, ne rappresentano il 10%. Un terzo delle lingue del mondo ha meno di 1.000 persone che le parlano, eogni due settimane una lingua muore con il suo ultimospeaker: si prevede che dal 50 al 90 % scomparirà entro il prossimo secolo. Lo spiegava già, alla fine degli anni Novanta, laLinguistic Society of America,fondata nel 1924 a New Yorkper promuovere lo studio scientifico della lingua: «Alcuni linguisti ritengono che il numero [di lingue nel mondo] possa dimezzarsi; altri che il totale potrebbe scendere a poche centinaia poiché la maggior parte delle lingue del mondo – parlate da poche migliaia di persone o meno – lascia il posto a inglese, spagnolo, portoghese, cinese mandarino, russo, indonesiano, arabo, swahili e Hindi.Secondo alcune stime, l’80% delle lingue del mondo potrebbe svanire entro il prossimo secolo». Dal 2014 l’organizzazione no profitWikitonguescerca di documentare, con il maggior numero di informazioni e risorse possibili, tutte le lingue del mondo al fine di condividerle e renderle più accessibili anche a chi volesse fare di queste oggetto di insegnamento. Ma anche alcuneapplicazioniconsentono di imparare alcune lingue in via di estinzione: per esempio, qualcuno vuole cimentarsi con l’hawaiano? A marzo del 2022 è la lingua preferita di circa 586.000 utenti diDuolingo,che ne conta 40 milioni attivi al giorno e supporta 38 lingue totali. Come loYiddish, disponibile da aprile del 2021, la lingua parlata dagli ebrei di tutta Europa: prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale erano 11 milioni a usarla, ora tra 500.000 e 1 milione. E il groenlandese? I dialetti appartengono alla famiglia di lingueInuitche comprende 20 dialetti parlati da 65.000 persone al mondo. L’app Memrisepuò aiutare a far sopravvivere questa e la linguaNavajo, che si usa in Arizona, New Mexico, Utah e Colorado. Su Duolingo la studiano in 293 mila. Salvare una lingua non è mai stato più a prova di click.