La paura del cibo è la paura del mondo
Il 15 marzo 2022 ricorre l’11esimaGiornata del Fiocchetto Lilla, simbolo dell’impegno e della consapevolezza nei confronti delle problematiche legate aidisturbi alimentari,un fenomeno molte voltesottovalutatosia da chi ne soffre, che dalla famiglia. La giornata è stata fondata 11 anni fa daStefano Tavilla, presidente dell’Associazione “Mi nutro di vita”, il padre di Giulia, una ragazza morta per problemi legati alla bulimia, mentre era in lista di attesa per entrare in un Centro Specializzato. I disturbi alimentarisono patologie gravi, spesso causa di morte, ma esistono ancora molti pregiudizi e alcune fake newsche ritardano l’accesso alle cure, che non siano a esempio malattie ma mode culturali, oppure che siano patologie di nicchia che riguardano poche persone. L’ultima rilevazione del Ministero della Salute purtroppo ci conferma chenel 2021 le persone coinvolte in queste patologie siano circa 3 milioni,e pensiamo purtroppo che sia un numero sottostimato. Sonomalattie mutanti che interpretano il disagio contemporaneoe si diffondono a macchia d’olio nel mondo occidentale. Esistono oggi moltenuove forme- ancora non inserite nelle classificazioni – ma che si stanno diffondendo, a rappresentare comunque chela paura del cibo sia sempre una sorta di paura del mondo.Una nuova patologia a esempio che si sta diffondendo soprattutto tra imaschièl’ortoressia, l’ossessione del mangiare sano, una sorta di paura di contaminazione attraverso il cibo che determina una riduzione drastica dell’introito calorico, con gravi conseguenze cliniche. Un’altra patologia alimentare emergente è ladiabulimia,che colpisce pazienti con diabete di tipo 1, in questo caso le pazienti omettono deliberatamente le dosi di insulina allo scopo di perdere peso, anche qui con gravissime conseguenze. Una nuova modalità che invece si sta diffondendo tra i giovanissimi è ladrunkoressia, dove il digiuno è finalizzato ad assumere grandi quantitativi di alcool, che contengono molte calorie. In generaleil cibo è diventato un terreno minato per milioni di personee tutto ciò si è aggravato durante illockdown, dove il cibo è diventato una area di conforto (comfort food) in un senso o nell’altro, alimentato anche da un uso dei social che nei giovanissimi hanno avuto un impatto molto forte. La FondazioneCensisha fatto una importante ricerca su come,tra il 2020 e il 2021, sia aumentata la ricerca in rete di temi collegati alla alimentazionee ai disturbi alimentari, a riprova dellaforte ossessione sul ciboche ha pervaso gran parte della popolazione in questo periodo. Ci sarà molto da lavorare nei prossimi anni, sicuramente percostruire percorsi di cura adeguati ancora troppo poco diffusi,ma anche per costruirecampagne di prevenzione,rivolte soprattutto aigiovanissimi, per fornire loro fattori protettivi, in grado di aiutarli a trovare un loro posto nel mondo senza usare il controllo sul peso e la ricerca di modelli irraggiungibili.