Bugie e verità sui Foreign fighters in Ucraina

 

C’è volontariato e volontariato.Quello richiesto dalle forze ucraine nella guerra che si sta protraendo dal 24 febbraio, in seguito all’invasione russa, possiamo definirlo di tipomilitare. È stato il presidente-capodellaresistenza-comico-attore ucrainoVolodymyr Zelenskyya lanciareun appello rivolto a chiunque volesse collaborare con i soldati di Kyiv: «A tutti gli stranieri che vogliono unirsi alla resistenza agli invasori russi e alla protezione della sicurezza mondiale, la leadership dell’Ucraina si offre di farli venire nel nostro Stato e unirsi ai ranghi delle Forze di difesa territoriale. Si sta formando un’unità separata formata dagli stranieri -la Legione Internazionale di Difesa Territoriale dell’Ucraina.Questa sarà una prova chiave del vostro sostegno al nostro Paese». Così il sito “Fight for Ua”, online dal 5 marzo 2022, descrivei 7 step necessari a unirsi alla causa: rivolgersi all’Ambasciata dell’Ucraina nel proprio Paese, a un addetto alla Difesa o al Console, e presentare la domanda di persona, telefonicamente o via email; leggere attentamente cosa prevede l’equipaggiamento e i documenti necessari per partire; recarsi all’Ambasciata per un colloquio; presentare ladomanda per arruolarsi per il servizio militare volontario su base contrattualenelle forze armate dell’Ucraina, ottenere le istruzioni su come viaggiare in Ucraina e (consigliato) portare con sé le proprio attrezzature. Poi raggiungere il Paese e, infine, una volta arrivati al punto di raccolta, “contribuire a lottare contro gli invasori russi insieme ai combattenti di tutto il mondo e ai soldati ucraini”. Scorrendo in basso ci sono tutti i riferimenti delle ambasciate, dall’Albania all’Indonesia, dall’Olanda alla Città del Vaticano. La media dell’etàvisitatoridel sito, che sono circa36.000secondo i dati riportati sulla piattaforma, è di 32 anni. Come spiega l’emittente televisivaAl Jazeera,molti funzionari europei hanno accolto favorevolmente l’appelloe incoraggiato i cittadini a fare lo stesso: è il caso del parlamentarelettone Juris Jurašse dell’ex ministro della Difesageorgiano Irakli Okruashvili,che si sono recati personalmente in Ucraina per combattere. Anche i funzionari diCanada, Regno Unito, Repubblica Ceca, Danimarca e Lettoniahanno incoraggiato i propri cittadini a recarsi al fronte. Secondo le autorità ucrainesono circa 20.000 le persone che si sono unite alla resistenza, da 52 Paesi del mondo: il 31% dagli Stati Uniti, il 18% dal Regno Unito, 6,8% dalla Germania, 4,7% dal Canada e 2,8% dall’India. I restanti da Croazia, Israele, Lettonia, Danimarca, Olanda e Polonia. Vista questa risposta, anche il presidente russoVladimir Putinha fatto lo stesso appello, con il ministro della Difesa Sergei Shoigu che parla di16.000 volontari pronti a stare dalla parte di Mosca. Potrebbe trattarsi dinumeri gonfiati a hoc, da entrambe le parti, come strategia della guerra mediatica parallela al conflitto militare:ma quello che preoccupa è la partecipazione, in passato, di combattenti di estrema destra nella regione orientale del Donbass in Ucraina, sia da un lato che dall’altro. Secondo gli esperti contattati daAl Jazeera, non ci sarebbero ancora prove certe di una partecipazione simile in questo conflitto. E ci si augura che la situazione rimanga invariata. Le autorità ucraine hanno insistito sul fatto chei richiedenti dovranno sottoporsi a una procedura di controllo, che include la prova di una fedina penale pulita.Ma alcuni potrebbero essere entrati in Ucraina senza seguire la procedura ufficiale. Main quali Paesi è legale arruolarsi e partecipare ad azioni militari in un Paese straniero? Le leggi diRegno Unito e Canadavietano l’ingresso nel conflitto contro un Paese con cui non sono in guerra, laRepubblica Cecane ha approvata una che impedisce l’adesione a forze armate di un altro Stato. InGermaniachiunque si unisca alla guerra viola il diritto internazionale e per questo motivo sarà perseguito. Anchel’Italiavieta l’arruolamento volontario per guerre in territori stranieri. La ricercatriceAsya Metodieva, dell’Institute of International Relations di Praga, ha detto aAl Jazeerache si aspetta che «i combattenti stranieri che sostengono la lotta ucraina non saranno trattati nel modo in cui i governi hanno trattatoi combattenti che si sono uniti allo Stato Islamico». In Italia uno dei casi più famosi di reclutamento e combattimentoin conflitti esteri è quello dei5 attivisti piemontesiche sono partiti per il nord dellaSiriaper lottare a fianco deicurdidell’Unità di protezione popolare e dell’Unità di protezione delle donne. Le norme italiane che regolano queste attività fuori dal proprio Paese possono essere interpretate diversamente: la procura di Torino indagò i cinque perchésoggetti potenzialmente pericolosi per la società,dopo l’addestramento ricevuto, l’utilizzo di armi pesanti e le loroposizioni politiche estremiste. Tra questi “foreign fighter”, l’attivistaEdgarda Marcucci, detta Eddi, che trascorse quasi un anno in Rojava, in Siria, tra il 2017 e il 2018.A settembre 2021 ha ricevuto il sì della Cassazione alla sorveglianza speciale nei suoi confronti. Una misura preventiva fatta di coprifuoco, divieto di allontanamento da Torino, se non previo avvertimento delle forze dell’ordine e divieto di permanenza in un luogo pubblico dopo le 18. Neanche un anno dopo la sentenza,il 2 marzo il Consolato generale d’Ucraina a Milano aveva iniziato a raccogliere candidature di “aspiranti legionari”.Il post istituzionale è stato poirimosso, per non scontrarsi conl’articolo 288 del codice penale, che recita: «Chiunque nel territorio dello Stato e senza approvazione del governo arruola o arma cittadini, perché militino al servizio o a favore dello straniero, è punito con la reclusione da 4 a 15 anni». Ora, al posto di quell’appello, c’è una raccolta fondi.