Altro che magica foschia, nei quadri impressionisti c’è lo smog

Hai presente la foschiache avvolge come in un sognoi quadri di Monet, di Turner e di molti impressionisti? Secondo un nuovo studio, altro non sarebbe che…inquinamento. Analizzando quasi 100 dipinti di Monet e Joseph Mallord William (J.M.W.) Turner,la ricerca pubblicata suPnas(Proceedings of the National Academy of Sciences)ha studiato i cambiamenti nello stile e nel colore e ha scoperto che, con l’aumentare dell’inquinamento atmosferico dovuto all’imperante rivoluzione industriale,i cieli dipinti sono diventati progressivamente più nebbiosi. «I pittori impressionisti sono noti per esseresquisitamente sensibili ai cambiamenti di luce e ai cambiamenti nell’ambiente -ha affermato la scienziata dell’atmosfera Anna Lea Albright, autrice principale dello studio – È logico che siano molto sensibili non solo al tipo di cambiamenti naturali nell’ambiente, ma anche aicambiamenti causati dall’uomo». La prima rivoluzione industriale, quindi, non avrebbe trasformato solo il corso della Storia e le vite degli abitanti delle città – e la loro salute – ma anche la rappresentazione che di quellecittàè stata immortalata nei quadri. Questo non è solo un effetto legato allamaggiore quantità di fuligginepresente nell’aria, ma al modo in cui gli inquinanti presenti nelle emissioni delle fabbriche a carbone, come l’anidride solforosa, influenzano la percezione dei paesaggi a occhio nudo. Gli inquinanti atmosferici, infatti, e «gli aerosolpossono sia assorbire che diffondere le radiazioni del sole.La dispersione delle radiazioni diminuisce il contrasto tra oggetti distinti, facendoli fondere maggiormente. Gli aerosol diffondono anche la luce visibile di tutte le lunghezze d’onda, portando atonalità più bianche e luce più intensadurante il giorno». InRain, Steam and Speed – The Great Western Railwaydi Tuner, la foschia che oscura gran parte dei dettagli non è un episodio isolato di nebbia. Il team, infatti, ha esaminato60 dipinti di Turner dal 1796 al 1850 e 38 dipinti di Monet dal 1864 al 1901e, grazie a un modello matematico, ha studiato quanto fossero nitidi i contorni degli oggetti rispetto allo sfondo:meno contrasto significava condizioni più nebbiose. Circa il 61% dei cambiamenti nel contrasto dei dipintiseguivano l’aumento delle concentrazioni di anidride solforosanell’aria. Un dato che sembra confermato dal fatto che, nei 30 anni che separano i bordi nitidi e il cielo limpido diApullia in Search of Appulluse i cieli densi di nebbia diRain, Steam and Speed – The Great Western Railway, le emissioni di anidride solforosa a Londra sono più che raddoppiate. A cambiare è stata anche ladistanza alla quale un oggetto può essere visto chiaramente,passando da circa 25 km prima del 1830 a 10 km negli anni successivi. «L’impressionismo è spesso in contrasto con il realismo, ma i nostri risultati evidenziano che anche le opere impressionistiche di Turner e Monetcatturano una certa realtà -ha detto il coautore Peter Huybers, scienziato del clima e professore aHarvard-In particolare, Turner e Monet sembrano avermostrato realisticamente come la luce del sole filtra attraverso il fumo e le nuvole». Del resto, ricordano gli autori, sono molte le opere d’arte, anche quelle che non potremmo definire “realistiche”, che in realtà non hanno fatto altro che registrare fedelmente dei particolari fenomeni naturali. Alcuni esempi?L’urlo(1893) di Edvard Munch, rappresentanuvole madreperlacee. Il sorgere della lunadi Vincent van Gogh (1889)immortala le 21:08, ora locale del 13 luglio 1889.Un’indagine su oltre 12.000 dipinti, inoltre, indica che diverse scuole pittoriche riflettono le condizioni meteorologiche locali, come i cieli azzurri più pallidi nella scuola britannica rispetto ad altre scuole europee contemporanee. E la lista potrebbe continuare. Ma chi ci dice che Turner e Monetnon abbiano semplicemente cambiato modo di dipingere? Del resto, i diversi “periodi” di Picasso sono lontanissimi l’uno dall’altro, questi impressionisti non avrebbero potuto decidere di rendere un po’ più sfocati i dipinti realizzati in giorni nebbiosi? Non secondo i ricercatori, che hannoallargato l’analisi del contrasto e dell’intensità ad altri 18 dipintidi James Whistler, Gustave Caillebotte, Camille Pissarro e Berthe Morisot, relizzati a Londra e Parigi.Risultati identici: la visibilità nei dipinti è diminuita con l’aumento dell’inquinamento atmosferico esterno.Esposti a condizioni ambientali simili, i pittori impressionisti hanno dipinto in modo similee, quello che è più significativo, hanno cambiato il proprio stile in maniera simile. Per fugare ogni dubbio e individuare nello smog la causa di questi cambiamenti, lo studio ha cercato di capire sei cambiamenti potessero essere dovuti a un progressivo peggioramento dellavistalegato a patologie o all’età, coinvolgendo anche degli oftalmologi.Anche questa ipotesi, però, è stata esclusa: “Turner ha dipinto gli oggetti con dettagli nitidi in primo piano nei dipinti, sfocando con successo quelli sullo sfondo. Monet inoltre non sviluppò la cataratta fino a decenni dopo aver iniziato i suoi dipinti impressionisti”. Non è la prima volta che i quadri di Turner vengono individuati cometestimonianza dei cambiamenti dell’aria e dei paesaggi di fronte all’avvento dell’industrializzazione, ma la (grande) novità dello studio – il primo a esaminare i cambiamenti antropogenici nell’ambiente e come gli artisti potrebbero catturarli nella pittura su tela – è che ora, oltre all’interpretazione critica ed empirica,anche i dati mostranocome il grandetournantdella rivoluzione industriale sia stato in grado di trasformare non solo la realtà, ma anche il modo in cui le persone la percepivano e gli artisti la ritraevano. E se l’analisi si concentra sui quadri dell’Ottocento,i risultati non possono che parlare anche a noi: conosciamo – anche se solo in parte – gli effetti dell’inquinamento su benessere,salute, futuro. E se cominciassimo a chiederci anche quali sono quelli sull’arte?