Ristrutturazioni. La tempesta perfetta del Superbonus
«È una tempesta perfetta, uno stop che rischia di paralizzare l’intero sistema, in primis tanti piccoli operatori dell’edilizia che vedrebbero bloccata la propria attività». Le parole di Mario Gamberale, Amministratore delegato della milanese Innovatec Power S.r.l., che si occupa di efficientamento energetico per permettere alle aziende di ridurre i costi energetici, descrivono il clima che si respira ora che il Governo italiano ha deciso di dare una stretta al Superbonus 110%. Prima di tutto, di che cosa si tratta? «È un contributo ai proprietari di case singole o di appartamenti in condominio dedicato alla riqualificazione energetica e fisica degli immobili: il meccanismo – spiega Gamberale – consente al proprietario di ottenere un credito fiscale, cioè una riduzione delle imposte pagate, pari al 110% del valore degli interventi, da ripartirsi in quote annuali di pari importo». Cosa rende questo meccanismo davvero funzionante? «La possibilità di cedere il credito alle Banche: sostanzialmente,se il valore dei lavori, incluse le spese professionalie l’iva, ammonta a 100.000 euro, lo Stato riconosce 110.000 euro di credito di imposta,che il cittadino può recuperare in 4 quote annuali di vario importo, a decorrere dall’anno successivo all’anno di effettuazione della spesa» spiega Gamberale. Il credito d’imposta è un credito che il contribuente vanta nei confronti dello Stato, che può essere utilizzato per scontare vecchi debiti, per pagare le tasse, oppure se ne può chiedere il rimborso nella dichiarazione dei redditi. «Il legislatore ha previsto la possibilità per i proprietari di immobili – aggiunge Gamberale – di non operare direttamente con la cessione allo Stato del credito d’imposta (andando quindi a compensare le proprie tasse), madi utilizzare il credito d’imposta come merce di scambio dei lavori tra il proprietario e la società che li realizza, che può essere per esempio Innovatec. Che a sua volta cede o può usare questi crediti in compensazione con le proprie imposte, oppure cederlo ancora agli istituti di credito o altri attori finanziari». Il credito, così, passa di mano in mano fino ad arrivare al soggetto che effettivamente lo va a compensare nelle tempistiche previste, in rate di pari importo. Con questo meccanismo, ovvero la cessione del credito al fornitore della tecnologia,sono stati raggiunti 18,3 miliardi di euro totali di crediti di imposta generati fino a oggi, cioè interventi ammessi alla detrazione a carico dello Stato.Lo dicono i dati di gennaio di Enea, l’Agenzia Nazionale dell’Efficienza energetica. La cessione multipla del credito, questo continuo passaggio di mano in mano,«è un meccanismo che, se non controllato in maniera adeguata, può attirare truffe ai danni dello Stato e dei contribuenti(basti pensare alle imprese edili nate nel secondo semestre del 2021: più di 11.000,ndr) perciò il Governo, per correre ai ripari e non essendo in grado di operare dei controlli capillari ed efficaci, ha preferito in maniera assolutamente improvvida bloccare la cessione del credito, non capendo però che così facendo paralizza il sistema». Con il Decreto Sostegni-ter il Governo ha stabilito, infatti, che il credito possa essere ceduto una volta sola.Una soluzione utile a contrastare le frodi,ma che danneggia quelle banche – le piccole in particolare – che non operavano direttamente sul mercato, ma si avvalevano di intermediari finanziari che a loro volta compravano il credito o lo cedevano alla banca stessa. «È il caso di Bpm, che ha annunciato l’interruzione della compravendita perché si avvaleva di Cherry 106, società esperta in cessione dei crediti, e non potendo fare più questo passaggio ha dovuto fermare la macchina. Anche Cassa Depositi e Prestiti si appoggiava a intermediari finanziari e ha interrotto il meccanismo. Così come Poste italiane, che ieri ha ufficialmente sospeso il servizio di acquisto di crediti d’imposta cedibili» spiega Gamberale. Lo stesso è accaduto a tutte quelle piccole banche, di credito operativo o popolari, che non avendo una capacità diretta di compensazione del credito per grandi volumi, prima compravano il credito dagli operatori e poi lo rivendevano nel mercato dei crediti.Cosa impossibile, ora che è arrivata l’interruzione della cessione multipla.Non mollano, però, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Finecobank, che anzi proseguono con l’attività di cessione. Quali sono i rischi adesso? Prima di tutto,visto che si tratta di un decreto-legge, si aspetta venga convertito in legge: il calendario fissa la data nei primi giorni di aprile. Ma tutte le forze parlamentari stanno chiedendo di rivedere il meccanismo: «Sono ragionevolmente convinto che la cessione multipla verrà ripristinata, con ogni probabilità consentendola solo a quegli istituti soggetti al controllo della Banca d’Italia, non permettendo a intermediari finanziari di infilarsi negli ingranaggi» dice Gamberale. Le ipotesi di lavoro sono molte: «Il Parlamento sta chiedendo al Governo di intervenire prima della scadenza di aprile, perché gli effetti della manovra potrebbero essere molto gravi: chiudere il meccanismo per due mesi, di fatto, paralizzerebbe completamente il sistema,provocando una polarizzazione delle attività sulle grandi banche che operano direttamente, senza passare dagli intermediari». Si tratta, dunque, di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Bmp Paribas e Montepaschi, «le quali, però, non sono assolutamente attrezzate per rispondere a tutti gli operatori contemporaneamente, con il credito fiscale già ottenuto dall’Agenzia delle Entrate e senza la possibilità di venderlo né poter pagare la filiera costruttiva».Il decreto bollette, dopo queste pressioni, è slittato alla prossima settimana e potrebbe inglobare anche una revisione dell’articolo 28 del Sostegni ter, proprio quella che impedisce la cessione multipla dei crediti legati ai bonus edilizi. In mezzo a questo tornado,Innovatec ha strutturato degli accordi quadro con degli importanti istituti di credito, in particolare con Unicredit, firmando una convenzione che garantisce la totale continuità del business.Realtà come Innovatec Power funzionano dageneral contractor(o appaltatore generale) che avviano delle soluzioni tecniche di efficientamento energetico da implementare nelle case o nei condomini per godere così dei bonus edilizi. Non solo il Superbonus 110%, ma anche il bonus ristrutturazioni, l’ecobonus, il sismabonus. Tendenzialmente ilgeneral contractorsegue l’attività di progettazione e la direzione e direzione dei lavori, emettendo una fattura a costo zero per il committente: in cambio dell’opera, come dicevamo, l’appaltatore cede il credito alle banche e finanzia tutta la filiera di realizzazione, fino al completamento degli interventi. Ma molti operatori del mondo dell’edilizia, soprattutto piccoli, potrebbero soffrire di una paralisi totale dell’attività.E accusare il super-colpo.