L’inflazione fa tremare la Turchia
Guai in vista per Erdogan.Il tasso di inflazione in Turchia ha raggiunto il livello più alto da quando il partito del presidente turco è salito al potere quasi due decenni fa: secondo l’Istituto di statistica nazionale, a gennaio l’indice dei prezzi al consumo del Paese è aumentato del 48,7% su base annua rispetto al 36% di dicembre. E stando alleprevisionidella banca d’affari americana Goldman Sachs, l’inflazione salirà a circa il 56% a maggio e rimarrà vicina a quel livello per gran parte dell’anno. «Con i tassi profondamente negativi, pensiamo anche che la posizione politica si aggiunga ai rischi inflazionistici» ha commentato Goldman Sachs. I dati sono stati resi noti pochi giorni dopo che Recep Tayyip Erdogan ha silurato il numero uno dell’agenzia di statistica, a seguito delle tensioni tra i due proprio sulla misurazione dell’inflazione.I forti aumenti del costo del cibo, dell’elettricità e del gas stanno mettendo in ginocchio la popolazione turcacritica nei confronti del presidente, osannato nel primo decennio di governo per aver dato il via a una prosperità economica. La Turchia è alle prese con turbolenze economiche, e una valuta nazionale instabile, anche a causa dei massicci tagli dei tassi di interesse. Erdogan, oppositore ideologico degli alti tassi di interesse, l’anno scorso ha ordinato alla banca centrale di tagliarli per 4 volte di fila, facendo sprofondare la lira turca –nel 2021 la moneta nazionale ha perso il 44% del suo valore rispetto al dollaro.Tuttavia, il ministro delle finanze Nureddin Nebati ha affermato che non ci sarebbe stato un dietrofront rispetto alle decisioni del governo: «Non abbiamo alcun aumento dei tassi nella nostra agenda», aveva dichiarato la scorsa settimana. La situazione attuale della Turchiaha avuto conseguenze anche sui prezzi dell’area Ocse(Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): la nota pubblicata il 3 febbraio vede un quadro negativo con l’inflazione che è continuata a crescere per raggiungere il 6,6% a dicembre 2021, il livello più elevato dal luglio 1991.Nessun Paese escluso, dall’Italia dove l’inflazione è cresciuta al 3,9%a Germania, Francia e Spagna. Al di là dei numeri, il baratro economico turco può avere conseguenze drammatiche per l’Europa:con i risparmi del ceto medio che si stanno polverizzando, gli aumenti del salario minimo non basteranno a salvare dalla povertà milioni di turchi.Torna alla mente la fuga dei venezuelani dall’iperinflazione. Questa volta però, la minaccia non è così lontana dai nostri confini.