Great resignation: 2,2 milioni di dimissioni nel 2022

Great resignation: 2,2 milioni di dimissioni nel 2022

 

Secondo la ricerca diCisl Lombardia, in Italia ci sono state quasi2 milioni di dimissioni volontarie nel 2021e oltre2,2 milioni nel 2022, con un aumento del 35% rispetto al 2019. Secondo il sindacato, nel 2022 si sono registrate 566.000 dimissioni in Lombardia: un campanello d’allarme. “La ricerca ha messo in luce come stiano cambiando i fattori che rendono un lavoro attrattivo e soddisfacente in particolare tra giovani e meno giovani.Non sono più fattori oggettivi come la retribuzione a rendere un lavoro soddisfacente,ma ci sono fattori più soft di carattere più sociale e psicologico come evitare un eccessivo carico distresso l’accesso a misure diconciliazione tra vita lavoro e vita personale” si legge nello studio. Circa il 60% degli intervistati ha affermato di essersi dimesso avendo già una prospettiva alternativa. Secondo l’indagineAidp(Associazione Direttori Personale), questa situazione riguarda particolarmente le fasce d’età26-35 anni e 36-45 anni,soprattutto i lavoratori coinvolti in mansioni impiegatizie e residenti nelnord Italia. L’anno scorso,in Piemonte, l’Inpsha rilevato su 127.000 cessazioni di contratto a tempo indeterminato 89.123 dimissioni volontarie: il 70% del totale. «Come sindacato – sottolinea Enzo Mesaglia, segretario regionale diCisl Lombardia- abbiamo una grossa responsabilità: creare delle condizioni di lavoro migliori, il che significa non solo aumentare la produttività e l’efficienza aziendale, ma soprattutto restituire alle persone un luogo in cui poter ritrovare quel benessere complessivo tanto ricercato dai lavoratori e della lavoratrici che danno vita al fenomeno dellagreat resignation». Negli ultimi 2 anni si è sentito parlare di“grandi dimissioni“, un fenomeno che si è presentato in modo evidente negli Stati Uniti poco dopo lo scoppio della pandemia e che, secondo alcuni, è arrivata anche in Europa. Si tratterebbe di un’ondata didimissioni volontarie, presumibilmente a causa di squilibri interni al mondo del lavoro tra la domanda e l’offerta. Sono molti i lavoratori voglio trovare un equilibrio tra benessere psicofisico e lavoro: le persone cercano un’occupazione magari più gratificante o da svolgere da remoto, meglio retribuita o che assicuri più tempo libero. SecondoEurostat, mediamente in Europal’11% delle persone al di fuori del mondo del lavoro ha recentemente lasciato il proprio impiegonel terzo trimestre del 2022. Un dato in lieve aumento, pari a 0,5 punti percentuali, rispetto all’anno precedente. In Spagna la quota supera il 20%, in Italia si attesta poco al di sotto del 10%. Mentre in Bulgaria, Slovacchia e Romania non arriva al 5%. Il fenomeno rischia di causare un’emergenza anche nel settore pubblico.In Trentinosono in continuo aumento ledimissioni volontariedi personale sanitario e operatori socio-sanitari.Analoga situazione riguarda il personaleamministrativo. Gli stipendi bassi, l’aumento della mole di lavoro e l’impossibilità di una conciliazione vita privata-lavorativa sono tra le maggiori cause di dimissioni. “Siamo preoccupati della totale assenza di una strategia istituzionale volta a implementare e trattenere il personale in servizio. C’è l’assenza di una vera politica incentivante che riconosca disagi e responsabilità”spiegano Giuseppe Varagone diUIL Fpl Sanitàe Cesare Hoffer diNursing Upin una nota. Il fenomeno delle grandi dimissioni rappresenta un segnale dal mercato del lavoro: ilavoratori chiedono professioni di qualità,conciliazione con la vita privata, una buona remunerazione.Serve, dunque, una politica adeguata e nuova concezione del lavoro per arginare un fenomeno che rischia di travolgere l’Italia, in cui solo il 58% della popolazione è occupato.