Da Pussy Riot a rider per fuggire dalla Russia

 

Un giubbotto verde, uno zaino da corriere addetto alle consegne a domicilio, eMaria Alyokhina, una delle componenti dellePussyRiot, è riuscita a fuggire dalla Russia. Lo hariferitoil suo avvocato Daniil Berman all’agenziaInterfax, che aveva detto di non sapere come Alyokhina fosse riuscita ad andarsene, considerando che era costantemente sorvegliata dalle forze dell’ordine. Dall’inizio dell’anno era già stata arrestata ripetutamente dalla polizia, scontando90 giorni di arresti domiciliari. Alyokhina ha rilasciato un’intervista al quotidianoNew York Times, raccontando della sua fuga e di come si stesse nascondendo nell’appartamento di un’amica a Mosca quando ha avuto l’idea di travestirsi da rider e fuggire dal Paese. È stata la sua compagna,Lioussa Chtein, a postare unafotosu Twitter del travestimento, “un modo semplice per superare i poliziotti”. Anche lei, con lo stesso stratagemma, ha abbandonato il Paese ad aprile. E ha sottolineato che “Masha non ha lasciato la Russia, è solo andata intour!”. La serie di concerti dellePussy Riot, ilcollettivo femminista russo punk rock fondato a Mosca nel 2011, che si definisce parte del movimento anticapitalista di derivazione anarchica e lotta per libertà e democrazia, inizierà davvero:prima tappa a Berlino, il 12 maggio, con l’obiettivo di raccogliere fondi per l’Ucraina. “Le Pussy Riot sono attualmente intournée in 3 Paesie hanno 4 concerti imminenti”, spiegano sulsitoin cui è possibile acquistare i biglietti. Seguiranno un concerto a San Francisco, inCalifornia, il 5 agosto. Poi uno a Victoria, inCanada, il 15 settembre e l’ultimo il giorno dopo, di nuovo negli Usa, a Las Vegas, inNevada. Lo scorso settembre la cantante era stata condannata a un anno di restrizioni alla sua libertà che comprendevano il controllo giudiziario, il coprifuoco notturno, ildivieto di lasciare Mosca. Perché? Per aver chiesto una manifestazione contro l’arresto del principale oppositore russo,Alexei Navalny. Alla fine di aprile le misure erano state inasprite, sostituite da unapena detentiva: un tribunale della capitale russa aveva ordinato la carcerazione di Alyokhinaper avere violato i termini della libertà vigilata a cui era stata condannata mesi prima. Ma lei non si era presentata all’udienza e si era resa irreperibile. E così, il ministero dell’Interno russo l’aveva inserita nellalista dei ricercati, definendola unalatitante. La donna, di 33 anni, ha raccontato alNytdi aver lasciato il cellulare a casa dell’amica da cui si stava nascondendo,per evitare di essere rintracciata.Ha poi attraversato il confine con la Bielorussia e, una settimana dopo, è riuscita a raggiungere la Lituania dopo vari tentativi. Il21 febbraio del 2012lePussy Riotavevano organizzatouna protesta che le aveva fatte conoscere al mondo intero: avevano intonato una “preghiera punk”controVladimir Putinnella cattedrale ortodossa del Cristo Salvatore a Mosca, diffondendo il video della performance in rete. La canzone accusavail patriarca Kirill, il capo dellaChiesa ortodossa russa, di dare un esplicito appoggio aPutinnella campagna presidenziale del 2012. Le attivistevennero arrestate nell’agosto 2012: tre di loro, tra cui Maria Alyokhina, vennero giudicatecolpevoli di teppismo e odio religiosoda un tribunale di primo grado e condannate a due anni di carcere. Quando venne liberata, nel 2013, Alyokhina fondò, insieme a un’altra attivista, un’agenzia di stampa indipendente che si occupa di crimini in Russia: si chiamaMediazonaed è non è possibile consultarla online nel Paese che il 24 febbraio hainvaso l’Ucraina. Questonon ha fermato né lei né le azioni del collettivo.Dopo varie condanne agli arresti domiciliari, ben sei dalla scorsa estate, le autorità le avevano comunicato che avrebbe dovuto scontare 21 giorni in una colonia penale.Ma le cose sono andate diversamente.

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