Ambiente

In Italia ci sono 38 linee ferroviarie dimenticate

In un report-appello, l’Alleanza della Mobilità dolce chiede il ripristino delle linee “fantasma” in nome della transizione ecologica. Ma i tempi per vederle nuovamente attive appaiono lunghi
La ferrovia turistica della Val D'Orcia, in Toscana.
La ferrovia turistica della Val D'Orcia, in Toscana.
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27 maggio 2022 Aggiornato alle 11:30

In Italia ci sono ben 38 linee ferroviarie dimenticate. Si snodano per oltre 1.200 chilometri e, se riattivate, potrebbero essere un prezioso alleato per la mobilità sostenibile e la transizione ecologica.

A fare il punto sulle “Ferrovie sospese” d’Italia,13 delle quali si trovano in Piemonte, è il nuovo report presentato dall’Alleanza della Mobilità dolce (AMODO) che in occasione della Giornata Nazionale delle Ferrovie delle Meraviglie, il 28 e 29 maggio, ha stilato un quadro sulle condizioni di diverse linee italiane oggi non più in uso.

Lo studio chiamato “Futuro sospeso” e realizzato in collaborazione con Legambiente, Kyoto Club, Touring Club Italiano, Fondazione Cesare Pozzo, Federazione italiana ferrovie turistiche e museali e Assoutenti sottolinea come diverse tratte, soprattutto in Piemonte, siano state sospese per varie ragioni e mai ripristinate nel tempo: eppure avrebbero grandi potenzialità per l’uso da parte di migliaia di passeggeri. Altre invece sono state interrotte a seguito di crolli di viadotti come per esempio la Caltagirone-Gela o di frane come la Priverno -Terracina. In altri casi, come per la Alcamo-Milo-Trapani, la riapertura è stata annunciata ma non è ancora stata fissata una data concreta.

«A differenza di mezzo secolo fa, oggi il treno non è più considerato un mezzo del passato, soprattutto in epoca di cambiamenti climatici e di innovazioni importanti nel trasporto collettivo - ha spiegato Anna Donati, portavoce di AMODO - mentre l’alternativa degli autobus sostitutivi e dell’auto privata, ha dimostrato tutti i propri limiti, perché anziché essere flessibili restano prigionieri del traffico nei centri urbani. Il trasporto su ferro è il mezzo del futuro, come ci ricorda l’Anno europeo delle ferrovie 2021, per questo come AMODO chiediamo al Governo e alle Regioni di sostenere il rilancio delle ferrovie locali per la mobilità quotidiana dei cittadini a partire dal caso Piemonte».

Rispetto allo scorso anno, fa sapere il report, “poco è cambiato, ma a livello nazionale qualcosa si sta muovendo positivamente con l’intesa Stato-Regioni per 26 linee ferroviarie turistiche e la destinazione di investimenti del PNRR sulle ferrovie turistiche e locali. Né si può dimenticare il benemerito impegno di Fondazione FS per il ripristino a uso turistico di alcune linee, con circolazioni a calendario di treni storici, non ultima la riapertura della ferrovia Fabriano-Pergola a settembre 2021” si legge in un passaggio del testo.

L’elenco di tutte le 38 linee “dimenticate” è disponibile sul sito di AMODO. L’associazione, nella speranza che presto vengano rimesse in funzione le linee, conclude spiegando che «ci sono alcune interessanti novità che vanno nella giusta direzione, come la verifica in corso nella regione Piemonte, i fondi PNRR per alcune linee o il decreto sulle 26 linee ferroviarie turistiche, ma nel complesso siamo ancora lontani dalla riapertura per servire i residenti delle aree interne e per offrire treni turistici in territori di grande bellezza».

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