Il termovalorizzatore di Torino
Il termovalorizzatore di Torino (ANSA/TRM)
Ambiente

Il termovalorizzatore di Roma «è ben diverso da un inceneritore»

Favorevole all’iniziativa del sindaco Gualtieri, il coordinatore nazionale di Base Italia Marco Bentivogli. Che qui spiega le ragioni del sì
di Riccardo Liguori
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
11 maggio 2022 Aggiornato alle 18:30

Continua a incendiarsi la diatriba intorno alle implicazioni ambientali, sociali ed economiche del termovalorizzatore che il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, intende costruire entro il 2025.

In una nuova tornata di confronto tra le posizioni favorevoli e contrarie a questa iniziativa, abbiamo intervistato Marco Bentivogli, coordinatore nazionale di Base Italia, e tra i primi firmatari del Comitato “Daje”.

Quando è grave la questione dei rifiuti a Roma?

Quando si affronta una situazione come questa bisogna partire dalla consapevolezza che è tutt’altro che sostenibile. Abbiamo di fronte una città immersa nella spazzatura, con un basso livello di capacità di differenziarla. A ciò si aggiunge il fatto che ogni giorno 163 tir, che partano dalla capitale verso altre aree del Paese, trasportano rifiuti: tutto ciò ha un costo.

In questo senso un termovalorizzatore potrebbe essere la soluzione?

Un nuovo termovalorizzatore in grado di utilizzare le migliori tecnologie di efficientamento dei processi nel rispetto della relativa normativa europea, sì. Questa è la condizione importante che risolverebbe una parte dei problemi dei rifiuti. Contemporaneamente, è chiaro che bisogna incentivare la raccolta differenziata, beneficiando anche degli aiuti che arrivano dalle nuove tecnologie.

A tal proposito, ci sono aziende italiane che trasformano la plastica non riciclabile in idrogeno circolare. Il benaltrismo di chi dice che si deve guardare altrove, e che ha governato la capitale per cinque anni, abbiamo visto dove ha portato. Gli stessi cittadini hanno riconosciuto alla ex sindaca una incapacità di gestione del problema dei rifiuti e della mobilità.

Quali sono i meccanismi alla base di un termovalorizzatore?

Un termovalorizzatore riduce il volume dei rifiuti da interrare e, grazie alla loro combustione, permette di recuperare energia.

Rappresenta, dunque, una sorgente di energia rinnovabile che riduce le emissioni di carbonio, abbattendo l’uso di fonti fossili e le emissioni di metano dalle discariche di cui è pieno il Centro-Sud. Ricordiamoci che le discariche emettono 8 volte in più le emissioni di gas serra rispetto a un termovalorizzatore.

Secondo l’Ispra - l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale -, tra il 2000 e il 2018 l’incenerimento ha inciso meno dell’1% sulla produzione di emissioni di inquinanti, una percentuale che tra l’altro tende alla riduzione, nonostante l’incremento dei rifiuti avviati al recupero energetico.

Possiamo chiarire le differenze tra un termovalorizzatore e un inceneritore?

Sono tecnologie diverse e con funzioni diverse. Il termovalorizzatore prevede, rispetto all’inceneritore, un recupero energetico, non solo la combustione dei rifiuti non riciclabili. Con il termovalorizzatore si recupera, sotto forma di energia elettrica, circa l’85% del calore prodotto dalla combustione dei rifiuti. Questo viene fatto grazie a capacità tecnologiche di abbassare di molto anche le emissioni climalteranti.

Oggi soffriamo di una forte dipendenza energetica ma non ci preoccupiamo di gestirla diversamente. Un atteggiamento tipico della cultura Nimby.

Per tutti questi motivi, chiamare un termovalorizzatore “inceneritore” è come nominare motosega un’automobile. Può suonare cool ma è solo un’affermazione infondata.

Tra i motivi per cui ha accolto, come firmatario del Comitato “Daje”, il progetto del sindaco Roberto Gualtieri di attivare un termovalorizzatore a Roma entro il 2025 c’è anche la prospettiva occupazionale?

Il termovalorizzatore può generare occupazione e questo si inserisce nei capisaldi della direttiva europea 2008/98, che esprime una valorizzazione dei termovalorizzatori in un’ottica di economia circolare. Chi dice il contrario parla a vanvera.

Conferma che dal punto di vista ambientale, il termovalorizzatore non è un problema?

Il livello di emissioni di polveri sottili è molto basso. Abbiamo fonti di emissioni molto più impattanti che, attualmente, non vengono messi in discussione da nessuno. Invece, come dimostra Copenaghen e gran parte delle capitali europee, i termovalorizzatori possono essere una soluzione.

Cosa ne pensa delle posizioni avverse a questa soluzione?

L’opposizione al termovalorizzatore è benaltrista e da salotto. Fa finta di non ricordarsi che Roma è sepolta dai rifiuti.

Sul tema si è espresso anche Alessandro Gassmann, che oggi ha presentato il suo libro “Io e i GreenHeroes”, definendo antiquata la proposta di Gualtieri.

Probabilmente servirebbe un aggiornamento: forse Gassmann non sa che non tutti i rifiuti sono riciclabili e che i centinaia tir che ogni giorno portano fuori Roma i rifiuti della capitale di certo non emettono margherite ma, al contrario, gas climalteranti. Tutto questo è il risultato dell’incapacità della classe politica di gestire l’emergenza della capitale. Parallelamente all’uscita del suo libro, mi auguro che Gassmann si dedichi a un serio approfondimento sul tema.

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