Ambiente

Aiuto! Il ciclo dell’acqua è impazzito

Il global warming fa aumentare l’evaporazione. E manda in crisi un delicato equilibrio che causa, così, fenomeni estremi. La conferma arriva da uno studio dell’Institut de Ciències del Mar di Barcellona
Il Mar Caspio.
Il Mar Caspio. Credit: NASA/Unsplash
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11 maggio 2022 Aggiornato alle 07:00

Un delicato, e indispensabile equilibrio, quello che fluttua tra evaporazione e precipitazioni. E che ha un unico protagonista. L’acqua.

Una volta evaporata dall’oceano per l’azione del Sole, l’H2O raggiunge l’atmosfera. Qui si fa nuvola e, tornando nella sua versione liquida, precipita a terra, riversandosi sul suolo. Raggiungendo i fiumi e confluendo nel mare.

Quanto è sano, oggi, questo ciclo? A leggere i dati di un nuovo studio pubblicato su Nature, non molto. A causa infatti del riscaldamento globale, l’acqua salata sta diventando sempre più salata. Quella dolce, sempre più dolce. E questa non è una buona notizia.

Il surriscaldamento globale sta favorendo l’aumento dell’evaporazione superficiale delle acque, non permettendo loro di mescolarsi con quelle più profonde e fredde, anche a causa della diminuzione dell’intensità dei venti. Dove, infatti, non soffiano in modo forte, l’acqua in superficie si riscalda e non scambia calore con quella sottostante, rendendo la superficie più salina rispetto agli strati inferiori.

Tra le implicazioni più pesanti di questa dinamica c’è l’aumento di fenomeni meteorologici estremi. Come le piogge torrenziali.

L’aumento dell’evaporazione superficiale non significa infatti solo aumento di salinità ma anche aumento della quantità di vapore che entra in atmosfera. E che, tornando acqua, precipita. L’accelerazione del ciclo dell’acqua è dunque destinata a portare con sé un aumento di piogge e altri fenomeni atmosferici estremi in molte parti del mondo.

Altra (in)naturale conseguenza è quella dell’aumento di pioggia ai Poli, che contribuisce ad accelerare lo scioglimento delle nevi e, confluita nel mare, altera l’equilibrio relativo a temperatura e salinità.

Secondo Estrella Olmedo dell’Institut de Ciències del Mar di Barcellona, che ha condotto lo studio servendosi dei dati registrati da Smos (Soil Moisture and Ocean Salinity), un satellite attivo dal 2009 per l’analisi della salinità degli oceani e dell’umidità del suolo sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa) - i risultati ottenuti dovrebbero essere presi in considerazione da tutti i modelli climatici futuri per integrare i dati sulla salinità superficiale ottenuti grazie ai satelliti per avere una visione più completa degli effetti sul clima del riscaldamento globale.

A differenza di quelli del sottosuolo, i dati satellitari sulla salinità superficiale hanno permesso di rilevare questa accelerazione del ciclo dell’acqua e, per la prima volta, l’effetto della stratificazione in regioni oceaniche molto estese.

Secondo gli autori dello studio, i dati emersi confermano che l’atmosfera e l’oceano interagiscono in modo più forte di quanto immaginassimo. Con conseguenze che riguardano l’intero Pianeta.

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di Redazione 2 min lettura