Diritti

Conad, persone oltre le tue cose

Una caporeparto minaccia di “smutandare” le dipendenti per un assorbente finito fuori dal cestino. E poi vai a lamentarti degli algoritmi che ci controllano sul lavoro
Tempo di lettura 2 min lettura
29 aprile 2022 Aggiornato alle 14:00

In un mondo sempre più tecnologicizzato, dove il lavoro è ormai in gran parte gestito da algoritmi che decidono i tempi e modi delle nostre attività lavorative, una delle aziende che maggiormente si vanta di avere un approccio etico ed empatico alle relazioni, è inciampata in un errore “umano troppo umano” di una delle sue dipendenti.

Una caporeparto troppo zelante ha minacciato le dipendenti del punto vendita di “smutandarle” pubblicamente se non fosse emerso il nome di chi, in quei giorni, avesse il ciclo mestruale. Pare che, incauta, una di loro avesse sbagliato mira e un assorbente fosse caduto fuori dal cestino del bagno.

Lo slogan della catena di supermercati, lo sappiamo tutti, recita: “Persone oltre le cose”. Vale solo per i clienti? Vale solo per il commesso gentilissimo che accompagna la signora smarrita al banco dei “bassi e fissi” a cercare i prodotti più convenienti? Il commesso, di sesso maschile, non verrà minacciato di doversi calare gli slip davanti alla feroce caporeparto e forse per questo è tanto gentile.

Ma la sventurata dipendente avrà confessato il suo reato? Si sarà prostrata davanti alla caporeparto gridando: “Sono io, è vero ho il ciclo ma uso solo assorbenti marchiati Conad!”.

Se gli algoritmi hanno il potere di controllare quanto tempo un dipendente si ferma in bagno, gli esseri umani hanno in più il potere di controllare la fisiologia e la natura femminile che purtroppo una volta al mese ci vuole mestruate.

Gli algoritmi sono dunque più umani degli umani? La risposta alla Conad: “Persone oltre le tue cose”.

Leggi anche
salute
di Valeria Pantani 3 min lettura
Proteste in Polonia contro la legge sull'aborto.
violenze
di Azzurra Rinaldi 3 min lettura