Wiki

Peste o influenza suina? Ecco la differenza

L’una si trasmette da suino a suino. L’altra, invece, può interessare direttamente anche l’uomo. Intanto, in Italia i numeri di animali infetti dalla peste suina hanno superato i 90 casi
Riccardo Liguori
Riccardo Liguori giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
22 aprile 2022 Aggiornato alle 13:00

In Italia la peste suina africana è stata rintracciata in oltre 90 animali, tra maiali e cinghiali, tutti concentrati in un’area di 2800 chilometri quadrati. Che si estende dalla parte meridionale della provincia di Alessandria a quella nord della provincia di Genova. «Potenzialmente, potrebbe raggiungere quella di Cuneo, e poi la Francia», ha spiegato alla Svolta Vittorio Guberti, primo ricercatore Ispra. «Il numero dei casi aumenta. Ogni giorno ce n’è uno nuovo». Se pur lentamente, l’infezione si sta espandendo.

«Ora pare, finalmente, che si possa pensare di recintare le aree infette e cominciare a impegnarsi in azioni dirette: lasciare i cinghiali morire di malattia e ridurre il numero di animali che si muovono nelle zone adiacenti. Per adesso, ci siamo limitati a seguire l’evoluzione dell’infezione, senza fare qualcosa per fermarla».

Che cos’è la peste suina

Spesso confondiamo la peste con l’influenza suina, ma non sono la stessa cosa: si trasmettono per contagio diretto, attraverso il respiro, proprio come la “classica influenza”. Tuttavia, a differenza dell’influenza suina, il contagio della peste suina africana avviene solo tra suini e cinghiali. Anche per contatto indiretto.

«La peste suina africana distrugge l’epitelio dei vasi sanguigni scatenando un’emorragia. Il sangue che fuoriesce, attraverso il vomito, le feci e le urine, ha un’altissima carica virale. Protetto “dall’ambiente sangue”, questo virus è molto resistente e a basse temperature resiste per sempre», ha sottolineato Guberti.

La peste suina non si trasmette all’uomo. «È un virus delle zecche africane: quando noi europei abbiamo colonizzata l’Africa, portando con noi anche i maiali, abbiamo scoperto che quando questo virus li contagia, li uccide».

Che cos’è l’influenza suina

L’influenza suina, malattia tipica del suino, è invece un virus influenzale che ha una piccola probabilità di diventare una zoonosi, dunque di passare all’uomo. «Il punto nodale è che il suino può rappresentare un animale in cui si mescolano diversi virus influenzali, originando così nuove varianti. Che possono essere patogene anche per l’uomo», ha specificato il ricercatore di Ispra.

Il suino è quella specie che consente ai virus degli uccelli di rimescolarsi e diventare infettante anche per l’uomo. Questo animale è infatti considerato il mixing vessel, il punto di mixaggio dei virus influenzali di origine aviaria che, mescolandosi nel suino, generano virus uguali a quelli dell’uomo. Infettandolo.

«L’influenza suina ha un grande problema – spiega Guberti - ha una grande capacità di diffusione negli aeroporti. Tuttavia, i casi di decessi causati dall’influenza suina sono molto contenuti ed estremamente rari. Sono cose che purtroppo succedono ma con la stessa, bassa, probabilità con cui un cittadino può morire investito sulle strisce pedonali».

Dove si è diffuso il virus

L’ultima epidemia, quella attuale, è iniziata nel 2007. «E non siamo ancora riusciti a fermarla». Dal 7 gennaio è scoppiata in Liguria e Piemonte ma dal 1978 è presente in Sardegna «che, però, essendo un’isola, dà molti meno problemi perché ne impedisce la diffusione».

«Trovare una soluzione è molto complicato. Ci troviamo di fronte a un virus molto resistente per il quale non esiste ancora un vaccino. La soluzione sarebbe uccidere gli animali infetti creando un vuoto sanitario che preceda l’arrivo del virus».

«La peste suina - ha spiegato Guberti - è la preoccupazione principale per buona parte della zootecnia italiana: sussistono delle regole internazionali per le quali un Paese in cui è questa è presente viene sottoposto a dei limiti per quanto riguarda il commercio internazionale dei maiali vivi e delle derrate alimentari, come i salumi. Dunque, se da una parte compromette il commercio nelle aree contaminate, dall’altra negli allevamenti infetti uccide il 100% degli animali.

Riguardo invece l’influenza suina, una soluzione potrebbe essere quella di capire il tipo di influenza circolante. Ed eventualmente vaccinare i suini. E poi l’uomo.

Leggi anche
Ambiente
di Giacomo Talignani 3 min lettura
esteri
di Giacomo Talignani 2 min lettura