Diritti

Tecniche di seduzione

È facile ridere dei coach che propongono tecniche “infallibili” per conquistare le donne. Ma questi contenuti hanno un lato oscuro che non bisogna ignorare
Credit: Simone Pellegrini
Tempo di lettura 4 min lettura
13 aprile 2022 Aggiornato alle 08:00

Uno degli sport preferiti della mia bolla di Twitter è commentare i contenuti delle “scuole di seduzione” che compaiono su Instagram, immagini e brevi video in cui giovani uomini si propongono come coach e spiegano in breve le basi tecniche per “Conoscere una ragazza” o “Indurre una donna a fare sesso con voi”. Sono video realizzati con pochi mezzi, che incrociano banalità assolute (non fare battute grevi, parla in maniera chiara, roba che in teoria dovrebbe essere patrimonio di base di qualsiasi creatura evoluta oltre lo scimpanzé), raccomandazioni sull’esprimere “mascolinità” (petto in fuori! Stai dritto! Più che un flirt sembra una scena di Full Metal Jacket), istruzioni sul “comunicare sensualità” (in che senso? Tipo pubblicità di fragranza pour homme? O ci sono altri modi? Non so se voglio saperlo) e infine l’assunto che la donna oggetto di “seduzione” sia una creatura poco evoluta, facilmente manipolabile premendo i bottoni giusti, tutta istinto e niente intelletto o volontà. Soprattutto, che sia lì, a disposizione: molti dei video riguardano “tecniche” per approcciare donne sconosciute, dalla presentazione a chiedere il numero di telefono.

È facile ridere di questi video e della goffaggine dei coach che pretenderebbero di insegnare al prossimo presunti metodi infallibili per “conquistare” le donne, metodi che sappiamo benissimo essere inesistenti dato che ogni donna – pensa un po’? – ha gusti, desideri e volontà individuali. Non esiste un metodo che funzioni con tutte, ma nemmeno con una sola, perché anche quella donna lì ha giornate sì e giornate no, giornate in cui le va di chiacchierare e giornate in cui ha la testa da un’altra parte. Esattamente come un uomo, perché gli esseri umani funzionano così, e cambiano e mutano nel tempo, sono soggetti a fluttuazioni dell’umore, si trovano in momenti diversi della vita in cui vogliono cose diverse. Ci siamo innamorate tutte della gente più disparata, alti bassi magri grassi con muscoli o senza. Abbiamo buttato l’occhio su un bono per poi scoprire, facendoci due chiacchiere, che era sexy come un cono spartitraffico. Abbiamo perso la testa per gente la cui attrattiva era chiara solo a noi, ma inequivocabile e irresistibile. E lo stesso i nostri analoghi maschi, perché l’attrazione segue vie misteriose e non può essere ridotta a una formuletta magica.

È facile riderne, dicevo, ma il sottotesto è inquietante, e spesso pure il testo: questi coach non sembrano avere molta considerazione per il consenso delle donne, invitano a entrare a forza nel loro spazio presentandosi senza motivo, a toccarle per esprimere “sensualità”, a baciarle all’improvviso senza tenere conto della loro volontà. Invitano a orientare subito il rapporto con le donne verso una relazione sessuale, prima ancora che la donna in questione abbia manifestato un qualsiasi interesse per l’uomo che le si è parato davanti a petto in fuori come un tacchino e che combina la disinvoltura di un venditore di aspirapolveri con il viscidume di un marpione da night club. Propongono tecniche di manipolazione, la cosa più lontana possibile dalla seduzione, che è un gioco a due fra persone che partecipano alla pari, in maniera libera e volontaria. Parlano di donne come di oggetti da collezione, un mezzo per arrivare a un fine, e il fine non è tanto il sesso quanto la costruzione dell’identità maschile attraverso il successo sessuale. Detto in soldoni: rimorchiare molto, avere “successo con le donne” a livello quantitativo e non qualitativo, è una misura del valore di un uomo. Rimorchi? Figo. Non rimorchi? Sfigato.

Le “tecniche di seduzione” sono destinate a fallire, ma tanto la scappatoia è sempre a portata di mano: se una donna non risponde ai tuoi maldestri tentativi di circuirla, allora devi insistere, cambiare tattica, impedirle di allontanarsi. E se continua a dire di no? Eh, allora è una stronza: la scappatoia è sempre a portata di mano, perché ammettere il fallimento è impossibile. La mentalità deve essere vincente, arrembante, aggressiva. Nessuno di questi guru dell’acchiappanza coatta parla mai di vita emotiva, di relazione autentica, di conoscere le persone e condividere interessi, desideri e aspirazioni: le donne sono solo funzioni, cose che servono e di cui è utile circondarsi.

Dici, sono casi limite? Macché. La mentalità su cui fanno leva che è tutt’altro che circoscritta a pochi individui insicuri: da sempre, la descrizione dell’uomo di successo accosta le donne ad altri oggetti con straordinaria disinvoltura. Case, macchine, orologi di lusso, donne. Tutto insieme, tutto posseduto, tutto da possedere. Che la cosa possa volere altro non è nemmeno contemplato.