Ambiente

La top 10 dei green influencer italiani

Giovani e interessati alla sostenibilità: sono gli influencer che ispirano i follower a essere più rispettosi dell’ambiente e del mondo. La classifica stilata dalla suite Flu Plus
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12 aprile 2022 Aggiornato alle 19:00

La sostenibilità si impara anche attraverso i social. Lo dimostra la vasta gamma di green influencer che su Instagram veicolano contenuti legati all’ambiente e al rispetto per il Pianeta, e lo dimostra anche il loro vasto seguito. Segno che l’impegno per una società più sostenibile è una priorità sempre più diffusa, sempre più sentita.

Flu Plus, suite integrata di influencer marketing e parte di Flu, l’agenzia specializzata nella creazione, produzione e distribuzione di contenuti con Influencer, ha realizzato un’analisi per scovare i dieci più seguiti in Italia. Al primo posto c’è Cristina Cotorobai, con un engagemenet rate (la capacità di coinvolgimento del contenuto, ndr) al 14,87%, che ai suoi 52.000 followers parla di sostenibilità legata alle proprie abitudini quotidiane, che siano alimentari o legate alla moda dell’usato, ai trasporti a emissioni zero, alle energie rinnovabili o alla raccolta differenziata.

Segue Ruggero Rollini, laureato in chimica classe 1996 che collabora alla realizzazione di Superquark+, il programma di divulgazione scientifica di Piero Angela: agli oltre 38.000 utenti che lo seguono spiega la chimica dell’ambiente, il modo in cui le varie specie chimiche interagiscono con gli ecosistemi. Medaglia di bronzo per Camilla Agazzone, che veicola «consigli per essere imperfetti sostenibili»: quasi 72.000 follower e tanti piccoli passi per salvare il mondo, come la rinuncia all’uso dell’auto da più di due mesi, all’acquisto di vestiti da un anno, alle bottiglie di plastica da due.

Gli altri influencer green sono, in ordine, Giorgia Pagliuca, Alice Pomiato, Alex Bellini, Camilla Mendini, Luca Talotta, Silvia Stella Osella e Federica Gasbarro. La ricerca ha rilevato che la audience principale, pari al 66% del totale, è composta da donne tra i 25 e i 34 anni. Non solo le donne, come hanno dimostrato recenti studi, sono le più colpite dai cambiamenti climatici, ma sono anche le più interessate a trovare una soluzione per preservare e rinnovare gli equilibri ecologici del Pianeta.

Con l’avvicinarsi dell’Earth Day, la Giornata mondiale della Terra che verrà festeggiata il 22 aprile, cresce anche l’interesse per la comunità social per la salvaguardia del nostro Pianeta, ogni anno sempre più rilevante anche per le istituzioni: solo in Italia, per esempio, nel prossimo quadriennio è previsto un investimento per la transizione ecologica di quasi 72 miliardi di euro di fondi europei.

«Negli ultimi anni è molto cresciuto il numero di persone che scelgono di comunicare la sostenibilità sui social media, al fine di sensibilizzare gli altri utenti alle tematiche ambientali», ha spiegato Chiara Dal Ben, Marketing & Innovation Director di Flu. «Tra di loro ci sono attivisti, giornalisti, studenti o semplici appassionati che hanno intrapreso uno stile di vita più sostenibile e condividono con i loro follower un punto di vista responsabile su temi come l’inquinamento degli oceani, il riscaldamento globale, l’alimentazione bio, la moda sostenibile, i prodotti beauty vegani e tanto altro».

Anche tra i nano influencer, che possono contare su una fanbase da meno di 10.000 follower, le tematiche sostenibili sono molto sentite. Le ambientaliste Chiara Saccani, social media manager di Planit, che racconta la lotta alla crisi climatica, e Maria Beatrice Pavanello, che gestisce la pagina social “Ecologista imbruttita”, sono in cima alla lista dei più seguiti su Instagram.

Tra i personaggi che promuovono uno stile di vita più green, veicolando consigli eco-sostenibili da seguire nella vita di tutti i giorni, Cristina Cotorobai ha «iniziato dopo la nascita di mia figlia, Blu. Realizzare che il suo futuro sarebbe stato incerto su un Pianeta malato mi ha spinta a far la mia parte e condividere sui social il percorso intrapreso assieme al mio compagno per un’esistenza meno impattante e più consapevole». Secondo Cotorbai non serve fare lezioni di vita, ma è importante dare l’esempio in prima persona. «Condividere la propria cena vegana attira e incuriosisce più persone che predicar loro i motivi per i quali sbagliano a mangiare la carne e tra un ingrediente e l’altro aggiungo qualche dato e le fonti».

Il percorso di Ruggero Rollini è legato ai suoi studi, invece: «Ho iniziato per caso, quando mi sono iscritto a Chimica e ho unito le passioni per questo tema e il video-making in un canale molto acerbo di divulgazione. Solo in un secondo momento mi sono avvicinato e interessato alla teoria della Comunicazione della scienza e ho capito che sarebbe potuto diventare il mio lavoro». Secondo Rollini, fare il divulgatore è un continuo stimolo ad approfondire nuovi argomenti e formati: «Parliamo di temi molto complessi. Sarebbe sbagliato e profondamente scorretto non comunicare questa complessità. Chi tratta di sostenibilità per slogan, messaggi facili e capri espiatori sta facendo un grande disservizio alla propria utenza».

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