Economia

Niente più IVA sulla compravendita di armi: il primo sì dal Senato

Anni per abbassare quella per gli assorbenti, e poi, nessun dibattito pubblico su una scelta di queste dimensioni
Tempo di lettura 3 min lettura
7 aprile 2022 Aggiornato alle 19:00

Il sì è arrivato direttamente dalla Commissione Finanze del Senato: via libera al decreto legislativo che, come da direttiva Ue, toglie Iva e accise come incentivo economico per il commercio di armamenti in Europa.

La norma, in linea con la direttiva europea (2019/2235), “dispone il regime di non imponibilità ai fini dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) e l’esenzione dalle accise in relazione alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi destinate alla realizzazione di un’attività dell’Unione nell’ambito della politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc)”.

La direttiva Ue risale al 14 marzo del 2019 e ha l’obiettivo di “migliorare lo sforzo di difesa svolto ai fini della realizzazione di attività dell’Unione nell’ambito della sicurezza comune” e per questo prevede l’esenzione di IVA e accise per la vendita di armi prodotte in Italia e vendute a uno Stato terzo dell’Unione europea.

A favore del decreto con 12 voti, Lega, Fratelli d’Italia e Partito Democratico, e la totale astensione del Movimento 5 Stelle, tanto che il parere è passato da “positivo” a “non ostativo, nel presupposto che la disciplina in via di recepimento non ha alcuna sovrapposizione con la normativa derogatoria introdotta per la cessione di armi in favore della repubblica Ucraina”, come si legge nel testo integrale del decreto legislativo.

A un giorno dal voto in aula, i pentastellati avevano motivato la scelta di astenersi in una nota congiunta firmata da Steni Di Piazza (M5S), componente della Commissione Finanze del Senato, Mario Turco, componente della medesima Commissione e vicepresidente del M5S, ed Emiliano Fenu, capogruppo pentastellato nella Commissione finanze di palazzo Madama.

«Vogliamo ribadirlo con ulteriore chiarezza: in questo momento di emergenza energetica ed economica in generale, con famiglie e intere filiere produttive in difficoltà, riteniamo non prioritario qualsiasi intervento che delinei repentini incrementi di spesa o agevolazioni fiscali per la compravendita di armi a valere sul bilancio dello Stato – si legge nella nota - Per questo motivo domani in Commissione finanze abbiamo intenzione di non dare parere favorevole a un decreto legislativo che prevede, pur in recepimento di una direttiva europea, l’esenzione di Iva e accise sulle cessioni di armi tra Paesi Ue che partecipano a operazioni nell’ambito della politica di difesa e sicurezza comune».

Nonostante la richiesta da parte dei senatori del Movimento di delucidazioni sulle finalità del provvedimento, sull’esistenza di un legame con un piano di spesa per la difesa comune europea, su eventuali elenchi di armi e attività a cui si dovrebbe riferire l’agevolazione, e sui rischi di mancato gettito per le casse dello Stato, dopo il via libera della Commissione Finanze al Senato, il testo continuerà il proprio iter fino all’approvazione del Consiglio dei Ministri.

Leggi anche
politica
di Maria Michela D'Alessandro 3 min lettura
esteri
di Maria Michela D'Alessandro 3 min lettura