Futuro

12 settimane di Svolta

Tre mesi. Un traguardo rilevante per ogni progetto. Il tempo che ogni azienda si concede per fare i primi “conti” - la trimestrale - e il tempo per il primo “scatto di crescita” di un neonato. Ecco cosa sono stati per noi
Cristina Sivieri Tagliabue
Cristina Sivieri Tagliabue direttrice responsabile
Tempo di lettura 5 min lettura
2 aprile 2022 Aggiornato alle 07:00

Eravamo partitə con una metafora. Dicevamo, che un nuovo giornale è come un neonato, per chi lo ha creato ma anche agli occhi della comunità che lo circonda. Un po’ lo si osserva, per capire chi è e cosa diventerà, e un po’ lo si protegge.

Ed è sempre una festa quando il panorama cambia e siamo costrettə a guardarlo da una prospettiva diversa. Speriamo dunque, in questi primi tre mesi di Svolta, di esser statə capacə di mostrarvi un punto di vista differente, di avervi fatto cambiare idea su qualcosa che si era fossilizzato senza motivo in un preconcetto diventato pregiudizio, ma soprattutto di avervi informatə. E informandovi, contiamo di avervi mostrato la stretta connessione che intercorre tra mondi apparentemente così diversi. L’ambiente, i diritti, l’economia e, l’innovazione. Quello che noi chiamiamo futuro, insieme ai bambini.

Certo tutto è perfettibile, e per questo, dopo le prime 12 settimane di Svolta, provo a elencare tante piccole cose che, messe insieme, per tutta la redazione e per me costituiscono motivo di orgoglio.

Dopo una prima fase di rodaggio, e dopo lunghissime riunioni di redazione mattutine, ogni giorno abbiamo scritto, individuato, discusso e setacciato una dozzina di informazioni che ci sembravano degne della vostra attenzione. Abbiamo anche selezionato opinioni di persone che conoscete, perché sono degli appuntamenti ormai fissi nella vostra agenda deə lettorə, e altri invece no. Professionistə del mondo del diritti, dell’innovazione, dell’economia e delle scienze educative. Nonché psicologə, attorə, attivistə politicə, ambientalistə (ovviamente) e linguistə.

Durante questi primi tre mesi di vita hanno ovviamente iniziato a scriverci colleghə giornalistə, giovanissimə e non, entusiastə della testata e della possibilità di contribuire. Non siamo riuscitə a rispondere a tuttə e certamente non possiamo neppure permetterci di lavorare con ognunə, ma sappiate che se avete una buona notizia, alla Svolta non mancherà mai lo spazio per scrivere.

E le notizie, da noi, vengono verificate con cura. Abbiamo una disciplina interna sul fact cheking ma non solo. Abbiamo deə redattorə che non fanno passare neppure le notizie trovate dalla direttrice sui social network, se non sono convintə! Vi abbiamo evitato il gossip, e le notizie di spettacolo e sport che pure “tirano” molto. Sappiamo che sapete dove andarle a trovare e che qui cercate altro: cercate il meglio di voi.

Poi, al di là delle notizie abbiamo creato dei piccoli “format”, degli appuntamenti per iniziare a “legare” con voi e farci conoscere in modo “seriale”. Se leggo bene la nostra reportistica, vi piacciono molto il Buongiorno in 3 scatti, che su Instagram diventa poi di 6. Una panoramica visiva sui fatti più importanti della giornata precedente, in giro per il mondo, che racconta molto bene quale sia il nostro approccio, e il motivo per il quale La Svolta non ha una sezione “esteri”. Per noi, tutto il mondo è il nostro Paese. E per noi, vedere è importante quanto leggere. E ascoltare.

Insieme a Radio Number One abbiamo sviluppato un podcast con le migliori notizie di ambiente della settimana. Una bella e una brutta, sempre, on air, il venerdì mattina e poi in formato podcast, lo trovate sul nostro sito internet in alto, colorato a righe. Non è un podcast “epico” come quelli professionalissimi, ma è un modo per ascoltare due cose due in cinque minuti di tempo.Il sabato, invece, trovate sempre la notizia della settimana scritta per i più piccoli, e illustrata. È un appuntamento a cui siamo molto legatə perché cerchiamo di portare l’attualità nel quotidiano dei piccoli cercando di dedicare loro la giusta attenzione. Sì, abbiamo anche scritto della guerra in Ucraina, perché immaginiamo molti genitori in difficoltà con le narrazioni e le immagini a cui in questo momento anche l’infanzia, suo malgrado, è sottoposta.

Poi abbiamo inaugurato le newsletter del giornale. Voi direte, poca cosa, ma insieme ai social media che seguiamo tutti i giorni con impegno, dedizione (e preghiera) sono un nostro must, e le abbiamo costruite come fossero i vestitini di un corredo per bebè. Da settimana scorsa, potete iscrivervi sia alla Svolta della Settimana, dove trovate il meglio della nostra produzione da leggere con calma il sabato, sia Ore 20, la newsletter serale in cui poter leggere le notizie più importanti della giornata.

Tante persone, poi, ci hanno regalato pezzi di vita ne Le Storie di Svolta che avete forse letto sul nostro quotidiano e che avete ritrovato in video sui social network, con racconti catturati sui tram colorati che avete visto - e sappiamo amato - in giro per Milano. Ma i racconti, poi, sono avvenuti anche online con dirette Instagram, e con i commenti, le lettere, le osservazioni che non ci avete mancato di proferire, e che abbiamo raccolto con attenzione.

Abbiamo fatto tanto, con una squadra bellissima, e ci sono cose che ovviamente non si vedono, perché accadono mentre il giornale gira come una ruota, come la vita di un bambino che non puoi più mettere in stop - anche volendo -. Il bambino è lì, e respira. No, non ti puoi fare la doccia perché chissà cosa può combinare il tuo assenza.

Tra i dettagli che non si vedono ci sono le scelte delle parole: un vocabolario interno che ci siamo prefissatə di rispettare, che sta via via arricchendosi e che dovrebbe essere il più inclusivo possibile. Sbaglieremo ancora, certo, ma stiamo provando a scrivere in modo corretto e rispettoso nei confronti di tutte le comunità, minoranze e identità.

Le cose che abbiamo promesso e che non abbiamo - ancora - fatto. Il giornale di carta. Ecco. A quello pensiamo tutti i giorni. Ma abbiamo creduto fosse meglio, invece di correre sulla carta (che peraltro in questo momento sta passando un tragico momento) fare bene bene bene le cose con il digitale. E si sa, ancora c’è tantissimo da fare, e tantissimo da migliorare, e tantissimə che fanno già - e solo - questo mestiere. A noi piace l’idea di rendere fisico il “contatto” con le persone che ci leggono e che hanno riposto la loro fiducia nella nostra iniziativa editoriale. Per questo la carta è un tassello rilevante e irrinunciabile. Così come, trovare un modo di incontrarsi, dal vivo, molto presto.