Ambiente

Ok boomer! Hai inquinato più di tutti

Secondo una ricerca pubblicata su Nature, la generazione degli over 65 ha contributo enormemente alla produzione di gas climalteranti. I loro nipoti hanno invece più chance di salvare il Pianeta
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2 aprile 2022 Aggiornato alle 20:00

Attenti ai boomer. I nati dopo la seconda guerra mondiale e fino alla metà degli anni Sessanta, persone che oggi hanno più di sessant’anni, sono quelli che rientrano in una fascia che secondo un nuovo studio ha aumentato l’impronta di carbonio sul Pianeta.

Nel paper pubblicato su Nature Climate Change da alcuni ricercatori internazionali viene descritto come la quota di emissioni nazionali di gas serra apportate dalle persone con più di 60 anni è lievitata da circa un quarto a quasi un terzo tra il 2005 e il 2015.

Molto è dovuto alla crescita dei consumi in diversi settori, dalle abitazioni al tipo di cibo consumato, spiegano i ricercatori del programma di ecologia industriale della Norwegian University of Science and Technology (NTNU) che hanno guidato la ricerca.

Lo studio si è concentrato sulle emissioni di gas serra delle famiglie per fascia di età in Paesi come Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Norvegia, Australia e in diversi stati membri dell’Ue.

Esaminando gli anni 2005, 2010 e 2015 è emersa una costante crescita delle emissioni nazionali, basate sui consumi, da parte di questa generazione, rendendo la fascia dei baby boomer come quella che “contribuisce maggiormente alla crisi climatica”, si legge in una nota relativa allo studio.

“Un tempo le persone anziane erano parsimoniose. La generazione che ha vissuto la seconda guerra mondiale è stata attenta a come utilizzava le risorse. I ‘nuovi anziani’ invece sono diversi”, scrivono i ricercatori.

Questa tendenza è stata riscontrata in tutti e 32 i Paesi esaminati, e in Giappone gli anziani rappresentano più della metà delle emissioni totali del Sol Levante. Gli Usa e l’Australia hanno le emissioni medie pro capite più alte.

Per i ricercatori ci sono cambiamenti possibili per compensare nel tempo l’impatto di questa generazione. Per esempio, sottolineano come “sarebbe un vantaggio se più persone si trasferissero in case più piccole una volta che i figli sono usciti di casa. Oggi potrebbero essere costruite comunità abitative, sistemi di trasporto e infrastrutture più adatti agli anziani e meno impattanti”, sostengono gli esperti, ricordando che, complessivamente, al momento la popolazione mondiale sta invecchiando.

La “quota” anziana della Terra infatti probabilmente raddoppierà al 2050.

Sempre tra il 2005 e il 2015 c’è però stata anche una nota positiva da sottolineare: in quel periodo la fascia che ha maggiormente ridotto le sue emissioni è stata quella degli under 30, coloro che fra meno di trent’anni rappresenteranno le nuove generazioni anziane del Pianeta e che avranno maggiore consapevolezza per poterlo salvare.

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