Diritti

Parità di genere: arriva la certificazione per le imprese

Lo strumento verrà adottato per 4 anni in via sperimentale nelle attività di tutte le dimensioni. Obiettivo: creare policy per favorire le opportunità di carriera, la parità salariale, la tutela della maternità
Credit: priscilla du preez
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28 marzo 2022 Aggiornato alle 15:00

Se ne parla da mesi ma finalmente è realtà: la certificazione di genere, entrata in vigore il 16 marzo, verrà adottata da parte degli imprenditori e imprenditrici italiani nell’ambito degli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Grazie alla ministra per le Pari Opportunità Elena Bonetti e Giuseppe Rossi, presidente UNI (Ente Italiano di Normazione), è stata presentata la prassi di riferimento Uni/PdR 125:2022, che definisce criteri, prescrizioni tecniche ed elementi funzionali alla certificazione di genere.

Come spiega il ministero delle Pari Opportunità, l’atto rappresenta una delle principali previsioni contenute nel Pnrr nel quadro della priorità relativa alla parità di genere, disciplinata dalla Legge Gribaudo e dalla Legge di Bilancio 2022. Lo strumento ha l’obiettivo di incentivare le imprese italiane ad adottare policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree che presentano maggiori criticità: dalle opportunità di carriera, alla parità salariale a parità di mansioni, fino alle politiche di gestione delle differenze di genere e la tutela della maternità.

Il governo ha sottolineato come il sistema di certificazione sarà aperto a tutte le imprese indipendentemente dal requisito dimensionale. Dopo l’attivazione a partire dal secondo quadrimestre del 2022, nella fase sperimentale che durerà 4 anni fino al secondo quadrimestre del 2026, la certificazione sarà agevolata per le imprese di medie, piccole e micro-dimensioni, e accompagnata da servizi di accompagnamento e assistenza.

Positivo il confronto svoltosi all’interno del “Tavolo di lavoro sulla certificazione di genere delle imprese” coordinato dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del consiglio dei Ministri, che ha portato alla prassi Uni/PdR 125:2022: «le pari opportunità sono state poste dal Governo tra i temi centrali per la crescita e la ripresa del nostro Paese. La certificazione di genere aiuterà le imprese nella progettazione di politiche che investono in lavoro femminile – ha dichiarato con soddisfazione Elena Bonetti -. È uno strumento che rende concreto il principio secondo cui l’investimento sul talento femminile è conveniente per il Paese ed è conveniente per il tessuto imprenditoriale».

La Prassi, intitolata “Linee guida sul sistema di gestione per la parità di genere che prevede l’adozione di specifici KPI (Key Performances Indicator, Indicatori chiave di prestazione) inerenti alle Politiche di parità di genere nelle organizzazioni” ha l’obiettivo di avviare un percorso sistemico di cambiamento culturale al fine di raggiungere una più equa parità di genere, superando la visione stereotipata dei ruoli uomo-donna e supportando concretamente i talenti femminili. Come ha commentato il presidente di Uni, Giuseppe Rossi: «la Uni/PdR 125 ha l’obiettivo di supportare un percorso di cambiamento culturale nelle organizzazioni e nella Società, necessario per raggiungere una più equa parità di genere superando la visione stereotipata dei ruoli, attivando la grande risorsa dei talenti femminili per stimolare la crescita economica e sociale del Paese».

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