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Concessioni balneari Ostia, bando chioschi Capocotta: ci sono state più di 50 richieste

57 società hanno partecipato alla gara pubblica per i 3 lotti sul litorale laziale: l’assegnazione verrà resa nota entro maggio, in tempo per l’inizio della stagione estiva
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9 aprile 2024 Aggiornato alle 17:00

Qualcosa si muove. Nell’Italia stretta dal nodo in gran parte irrisolto delle concessioni balneari, a Capocotta, sul litorale laziale, tornano a bando i chioschi. È la prima volta dopo 24 anni.

Nell’anno zero delle spiagge il dipartimento Ambiente di Roma Capitale, dopo quasi un quarto di secolo, ha rimesso infatti a bando le strutture e quasi 60 società (57 in totale) hanno partecipato alla gara pubblica avviata a marzo. Entro maggio si conosceranno, dunque prima della stagione balneare, i vincitori di una concessione che durerà 6 anni poi rinnovabili (per una sola volta) in modo da garantire progetti a lungo termini e sempre compatibili con le leggi che tutelano le famose “dune” della riserva naturale protetta del Lazio.

Quanto accaduto nelle ultime settimane, con diversi operatori che dall’11 marzo si sono mostrati interessati al tratto di litorale fra Castel Porziano e Torvaianica, dimostra quanto questa zona costiera sia ancora considerata di forte interesse a livello economico, per i romani e non solo. Tra le vicende che caratterizzano i chioschi anche la questione del “Mec’s village”, chiosco su cui attivare la gara, che però è andato a fuoco per un incendio doloso: il fatto non ha scoraggiato l’amministrazione pubblica nel proseguire la strada del bando per i 3 chioschi in oggetto, per i quali sono poi pervenute appunto una sessantina di richieste. Per ora fuori dal bando anche il chiosco ex Settimo Cielo, distrutto dalle mareggiate. Nei lotti interessati il Dipartimento Patrimonio ha stimato i canoni annuali a base d’asta per i lotti B e D a 27.679 euro, mentre a 32.685 euro per il lotto A.

I concessionari vincitori gestiranno i servizi legati alla somministrazione e alla balneazione e inoltre saranno responsabili del mantenimento delle famose “dune”. Per quanto riguarda il chiosco bruciato, ora sotto sequestro giudiziario, l’amministrazione ha fatto sapere che una volta tolti i sigilli l’area verrà bonificata e poi si farà “un bando annuale per una struttura leggera e poi ci sarà la ricostruzione”. Nel dettaglio, il primo lotto (23.000 mq) comprende il chiosco ex Zagaia da 222 mq, il secondo (43.000 mq) l’ex chiosco Mediterranea da 188mq e il terzo (51.000 mq) l’ex Porto di Enea da 188 mq. L’assessore all’ambiente Sabrina Alfonsi si è detta «molto soddisfatta di questa grande partecipazione”» e «fiduciosa che si tradurrà in servizi ancora migliori. Nelle prossime settimane, Ama effettuerà la vagliatura del litorale per consegnare, prima della stagione balneare, un arenile più pulito e fruibile».

La questione dei chioschi di Capocotta rappresenta una sorta di ripartenza, un anno zero per le spiagge laziali. In tutta Italia ci sono diverse criticità legate alla storia infinita delle nostre concessioni bloccate, dove tra ricorsi al Tar e proroghe, coloro che hanno ottenuto la concessione negli anni passati non sembrano in nessun modo disposti a mollare la presa.

Questo anche perché oggi le possibilità economiche legate alle spiagge sono enormi: per i chioschi di Capocotta a esempio, davanti a un canone annuo di circa 30.000 euro, le prospettive di profitto sono anche di 1 milione a stagione balneare. Eppure, proprio da Capocotta arriva un primo segnale: quei chioschi affidati a privati nel 2000 (per 15 anni) oggi tornano a essere messi in gara in modo che anche altri imprenditori, decisi a valorizzare l’economia delle spiagge e delle ambiente delle dune, possano usufruirne.

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