Diritti

Visione Comune: se non odiassi le scommesse stavolta scommetterei!

Oggi a Roma Elly Schlein ha organizzato il primo incontro pubblico di Visione Comune, a cui partecipano diversə politicə attivə nel mondo dell’ecologia e del bene comune. Di cosa si tratta? L’ingegnera e attivista Annalisa Corrado scommette che…
Elly Schlein, ideatrice di Visione Comune, insieme a Rossella Muroni, fondatrice di Facciamo Eco
Elly Schlein, ideatrice di Visione Comune, insieme a Rossella Muroni, fondatrice di Facciamo Eco
Tempo di lettura 4 min lettura
19 marzo 2022 Aggiornato alle 08:00

Scommetterei che circoleranno diversi commenti o titoli, tipo: “Ecco qua, ci mancava solo un nuovo partito a sinistra!” oppure “Elly Schlein (anzi, solo Elly, essendo femmina il cognome non fa notizia) lancia la scalata al PD” o anche “la cosa rosso-verde prende forma a Roma”.

Ecco, scommetterei di leggere e ascoltare cose di questo tipo - che magari raccoglierebbero l’entusiasmo di alcuni, ma anche la totale indifferenza di altri, a cui non parla più nessuno - perché sono pressoché sicura che vincerei!

Un po’ è comprensibile e fisiologico: le cose nuove, spesso, non si capiscono e si guardano con diffidenza e sospetto. Il motivo è semplice: si interpreta il presente con gli occhi dell’esperienza e del passato. Le operazioni della tipologia evocata (dalle più idealistico/surreali a quelle più politicistiche, dalle più nobili fino a quelle più squallide finalizzate al puro mantenimento di poterucoli consolidati), peraltro, non sono mancate negli ultimi anni. In tante e tanti, a volte, ci abbiamo creduto, ci abbiamo provato, trasformandoci spesso (nostro malgrado) in meri portatori di acqua o, quando femmine, in belle statuine più o meno a disposizione del leader (maschio) di turno.

Se è vero, però, che dalle crisi non è possibile uscire con le strategie, i linguaggi e le modalità che hanno creato le crisi stesse, allora ogni tanto è utile provare a osare, cercando di scrollarsi di dosso il politicismo, la dietrologia, l’asfittico “si è sempre fatto così” e, soprattutto, la sfiducia.

Con Elly Schlein, Rossella Muroni, Marta Bonafoni, Claudia Pratelli (compagne di strada/sorelle per tante proposte e tante battaglie), e con altre amiche e amici, ne parliamo spesso, ne parliamo da tempo: il dibattito politico del Paese sembra essere sempre, sistematicamente, appiattito sulle cose sbagliate: non rispecchia la complessità dei nostri tempi, non sa immaginare soluzioni lungimiranti, vivendo di tifoserie, battaglie muscolari e bassissimo cabotaggio finalizzato all’accaparramento del consenso. Chi prova a fare la differenza, dentro o fuori le logiche dei partiti, ha vita difficilissima, quando non viene direttamente espulso a mo’ di un corpo estraneo.

E intanto, attorno a noi, la crisi climatica, la pandemia, le diseguaglianze sempre più profonde, la povertà, adesso anche una nuova terribile guerra, così spaventosamente vicino alle nostre case richiederebbero soluzioni radicali e un profondissimo cambio di paradigma, che saldi finalmente le battaglie per la giustizia climatica e sociale, per l’inclusione e per una pacifica convivenza tra i popoli. Le soluzioni non sono certo semplici e immediate, ma esistono. Sono state studiate, approfondite, testate. Lo racconta benissimo Elly Schlein stessa, con il suo libro/manifesto La nostra parte; la “cura” è possibile, ma manca la capacità di pretendere dalla politica che questa diventi finalmente il principio ispiratore delle scelte da fare.

Sono anni incredibilmente complicati e dolorosi, questi. Più volte è sembrato che nuove consapevolezze, nate dal crollo delle ultime certezze, potessero portarci finalmente al salto evolutivo di cui abbiamo spaventosamente bisogno (ve lo ricordate il “new normal”?), ma ogni volta, invece, si è ripiombati in basso, imbrigliati nelle solite logiche fossili, patriarcali, conservatrici, fallimentari.

In un momento così, c’è bisogno di esprimere una forza non indifferente per deviare traiettorie che sembrano scolpite nella pietra. C’è bisogno di alleanze, di convergenze, di ritrovare quali siano le priorità in grado di far superare gli steccati e le diffidenze, di trovare il modo per spingere assieme, ciascuno dalla propria postazione, senza che qualcuno possa pretendere di intestarsi il risultato o di passare all’incasso.

C’è bisogno, insomma, di trovare un modo di dialogare con rispetto, pur nella diversità di storie, linguaggi, esperienze e perfino appartenenze; di cercare sintesi che facciano fare a ciascuno un passo avanti, piuttosto che puntare a cercare compromessi al ribasso, che non ci fanno spiccare il volo mai.

In questi giorni di lavoro intenso e collettivo per costruire l’incontro di “Visione Comune” è stato proprio questo il nostro faro. Esiste davvero la possibilità di fare rete tra reti, di intrecciare percorsi, di costruire soluzioni assieme e metterle a disposizione, con generosità, di chi vorrà farle proprie? Noi crediamo di si.

Molte delle cose più sorprendenti accadute recentemente in politica (da “Emilia Romagna Coraggiosa”, a “Il Veneto che Vogliamo”, passando per “Pop”, per “Roma Futura”, per “Assemblea Ecologista” e per decine di altre esperienze sui territori), molte tra le più brillanti esperienze civiche, solidali, imprenditoriali, associative, infondo, dimostrano che si può osare e si può vincere: sono tantissime le persone e le realtà che hanno davvero qualcosa di importante da raccontare, a chiunque sia disponibile a mettersi in ascolto.

La sfida è immensa. Nessuno lo nega. Ma, intanto, saranno circa 70 le donne e gli uomini che prenderanno parola, passandosi il microfono, per provare a capire se sia possibile davvero. Certamente, e non è poco, sarà una boccata di aria fresca per chi non riesce a fare a meno di insistere in ciò che è giusto, malgrado tutto.