Culture

Any questions? L’emancipazione femminile in mostra a Milano

Fino al 10 maggio alla Galleria Area\B 20 opere di 5 artiste riflettono sulla condizione delle donne in un’esposizione ispirata alle (ultime) parole de Il racconto dell’ancella di Margaret Atwood
Chiara Baima Poma Tabaski, bou, 2023, gouache collage foglia d’oro e gesso su tela, 103x155cm
Chiara Baima Poma Tabaski, bou, 2023, gouache collage foglia d’oro e gesso su tela, 103x155cm
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17 marzo 2024 Aggiornato alle 17:00

5 artiste, 5 sguardi, una moltiplicazione di prospettive sui temi dell’emancipazione e dei diritti delle donne.

Fino al 10 maggio alla Galleria Area\B di Milano la mostra Any Questions? espone 20 opere in gran parte inedite che riflettono su tematiche come la sottomissione delle donne e la perdita dei diritti, il potere della sorellanza e le dinamiche patriarcali.

Temi esplorati dall’opera che dà il titolo a questa mostra collettiva tutta al femminile curata da Isabella Tupone e Francesco Mancini: il romanzo distopico di Margaret Atwood Il racconto dell’ancella, che si chiude proprio con la frase “Are there any questions?”.

A svilupparli Chiara Baima Poma, Irene Balia, Loredana Galante, Laura Giardino e Sarah Ledda. Artiste diverse per età, formazione, stile. Ma è in questo concerto di registri e poetiche personali che trova forma un tema quanto mai pubblico e politico.

Nelle tele di Chiara Baima Poma (Cuorgnè, 1990) la tecnica pittorica e stile richiamano l’arte medievale e rinascimentale italiana, in un dialogo tra passato e presente, luoghi familiari ed esotici, realtà e sogno che si uniscono.

Irene Balia (Iglesias, 1985) porta nelle sue opere la sua terra natia, la Sardegna, e trae ispirazione da canzoni, poesie, avvenimenti quotidiani e tradizioni.

Appannaggio femminile anche nel romanzo di Margaret Atwood, il ricamo ha da sempre una forte associazione con il femminile. Loredana Galante (Genova, 1970) li porta in mostra per tessere un racconto contemporaneo: quello “della negazione dell’esposizione del corpo, la costrizione quasi costante a coprirsi, il non poter parlare liberamente della sessualità per non essere giudicate ‘poco eleganti’”.

L’universalità della donna nel contesto contemporaneo, la sua libertà e la sua difesa incondizionata sono al centro della produzione di Laura Giardino (Milano,1976) in mostra con opere più e meno recenti, dal 2013 al 2015, fino al 2024.

L’immaginario cinematografico e televisivo è il punto di partenza del lavoro di Sarah Ledda (Aosta, 1970): singoli frame che, decontestualizzati, si allontanano dal loro significato originale per assumerne uno più universale e soggetti femminili che vanno oltre gli stereotipi di genere.

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