Bambini

Nigeria: non si fermano i rapimenti nelle scuole

Con oltre 300 bambini rapiti nel giro di pochi giorni, continua l’ondata di sequestri di minori che sta gettando la comunità nigeriana nel terrore
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16 marzo 2024 Aggiornato alle 20:00

È accaduto di nuovo: nella mattinata del 7 marzo sono stati rapiti in una scuola elementare di Kuriga, nel centro-ovest della Nigeria, 287 alunni di età compresa tra gli 8 e i 15 anni. Come raccontato dall’agenzia di stampa internazionale The Associated Press si tratta di un’azione compiuta da un gruppo di uomini armati.

Anche se dato il numero elevato di minori dispersi l’episodio rientra tra i più grandi e tragici rapimenti di massa che hanno avuto luogo fino a oggi nel Paese africano, sequestri di questa entità purtroppo, sono molto comuni nel territorio nigeriano e hanno conosciuto un’elevata espansione soprattutto con l’arrivo di Boko Haram, un’organizzazione terroristica islamica che si espande al Nord della Nigeria. Tra le loro azioni più cruente, l’irruzione del 2014 a Chibok, dove furono rapite 274 studentesse cristiane.

A distanza di anni ancora oggi viene presa di mira la popolazione civile e cattolica che vive in uno stato di continua insicurezza e terrore. Numerose famiglie stanno decidendo di non iscrivere o mandare più i propri figli a scuola e questo porta, di conseguenza, all’aumenti del numero di bambini non scolarizzati, che sono attualmente 20.000.000 stando alle analisi dell’Unesco.

La Bbc evidenzia che incursioni di questo tipo nelle scuole rappresentano un atto di estorsione, al fine di reclutare bambini soldato e chiedere riscatti in denaro. Quasi due anni fa era stata promulgata una legge che vieta il pagamento dei riscatti e la situazione sembrava in miglioramento, tuttavia nonostante anche il presidente della Nigeria Bola Ahmed Adekunle Tinubu abbia manifestato l’intenzione di combattere il terrorismo islamico, questi eventi che prendono di mira gli studenti non accennano a fermarsi. Anche perché, come testimonia la società di consulenza nigeriana SB Morgen, i riscatti continuano a essere pagati: da marzo 2011 a maggio 2020 sono avvenuti pagamenti simili per una somma superiore e 15.000.000 di euro.

Siamo di fronte, quindi, a un fenomeno che non arretra ma, al contrario, si sta espandendo a macchia d’olio nell’intero Paese. Solo due giorni dopo il rapimento di massa degli alunni, si è aggiunto poi un ulteriore sequestro di 15 bambini insieme a 4 donne in un altro edificio scolastico nei pressi di Gada.

La frequenza dei casi si inserisce in un ventaglio alquanto problematico caratterizzato anche dall’instabilità economica e dalla crisi dei rifugiati. Per farvi fronte servono piani concreti e immediati, come dichiarato anche al quotidiano nigeriano The Punch da Hajia Halima Iliya, coordinatrice nazionale per il finanziamento statale del progetto scuole sicure in Nigeria, che ha confermato l’attuazione del progetto “scuole sicure” in alcune aree del Paese e l’intenzione di espanderlo a tutte le zone del Paese.

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